Call of Duty Black Ops 7 Recensione: il capitolo del 2025 poteva osare di più

Call of Duty, è ormai noto che il marchio menzionato è caratterizzato da numerosi capitoli che, sia in positivo che in negativo, sono entrati nelle abitazioni dei videogiocatori. Come si possono dimenticare i capitoli che hanno segnato la storia, come Call of Duty Modern Warfare o Call of Duty Black Ops, i quali sono stati in grado di offrire molteplici elementi interessanti nel panorama degli sparatutto in prima persona, in particolare nel settore Esport. Anche Call of Duty Warzone ha rappresentato un successo straordinario, tanto che la comunità dei giocatori continua a dedicarsi a questo titolo con assiduità, e senza dubbio è uno dei battle royale più giocati attualmente nella scena competitiva, insieme a Fortnite e Apex Legends. Dopo un Black Ops 6 molto avvincente, negli ultimi giorni è stato rilasciato nei negozi Call of Duty Black Ops 7 per PC, PS4, Xbox One, Xbox Series X/S e PS5, il quale ha forti legami con Call of Duty Black Ops 2, uno dei titoli più apprezzati del franchise. Dopo un periodo di Beta che si è svolto recentemente, è giunto il momento di fare il punto della situazione e valutare se questo Call of Duty Black Ops 7 meriti davvero l’attenzione.

Ecco la squadra del JSOC!

Call of Duty Black Ops 7: una campagna rivedibile

Iniziamo a discutere della campagna di Call of Duty Black Ops 7, partendo dal fatto che siamo rimasti un po’ delusi quando abbiamo scoperto che questa modalità può essere avviata solo con una connessione attiva. È importante sottolineare che, con il 2026 in arrivo, siamo ormai abituati a trovare prodotti che richiedono una connessione online costante; tuttavia, per una modalità come questa, non riesco a comprendere perché gli sviluppatori non abbiano considerato l’implementazione di una modalità esclusivamente offline. Ci teniamo a sottolineare che non è necessario alcun giocatore, poiché all’inizio delle varie missioni è possibile selezionare il completamento della squadra: cliccando su ‘no’, il gioco procederà. Dopo aver fornito queste informazioni, la campagna si apre con un’intervista a Veytharion, una figura che inizialmente appare innocua, ma che dopo qualche minuto sembra stia tramando qualcosa di losco. Infatti, dopo solo un’ora, scopriamo che è a capo della Gilda, un’unità terroristica che intende lanciare un’arma biologica chiamata ‘la culla’. Fortunatamente, interviene l’unità del JSOC, guidata dal nostro David Mason, figlio del leggendario Alex Mason, presentato per la prima volta in Call of Duty Black Ops.

Dopo meno di un’ora di gioco, iniziano a emergere i primi inciampi della produzione per quanto riguarda la campagna, poiché si percepisce fin da subito che non stiamo affrontando la classica campagna, ma una sorta di versione modificata di Warzone. L’intero design del gioco è molto simile al Battle Royale menzionato, con rarità delle armi presenti, corazze che rendono quasi impossibile morire, insomma, un caos di proporzioni enormi. Tuttavia, questo è solo uno dei tanti problemi, poiché in Call of Duty Black Ops 7 sono incluse le boss-fight che non sono affatto coerenti con tutto ciò che facciamo all’interno del gioco. È sufficiente considerare che non mancheranno scontri contro mostri giganteschi, piante che sembrano uscite da Stranger Things e addirittura elicotteri o torrette. Inoltre, una delle cose che non ci è piaciuta affatto riguarda la gestione di queste missioni, poiché molte di esse sono ambientate ad Avalon, che divenerà la mappa di Call of Duty Warzone (strano, vero?). Il problema è che il level design in questa Avalon risulta poco convincente e si nota che la mappa è stata progettata per gestire un battle royale, non per una campagna. In sintesi, possiamo affermare con assoluta certezza che la modalità campagna è un mezzo disastro e l’unica cosa che si “salva” è unicamente la progressione condivisa tra le diverse modalità. Per fortuna di Activision, la campagna è solo una (minima) parte dei suoi Call of Duty!

Call of Duty Black Ops 7
Endgame non ci ha convinto!

Call of Duty Black Ops 7: Endgame è “parente” della campagna

Endgame, prima che fosse reso accessibile a tutti, era fruibile esclusivamente da coloro che completavano la modalità campagna. Ma sicuramente vi starete chiedendo: che cos’è Endgame? Bene, sempre ambientata ad Avalon, questa modalità è un extraction-shooter che non si discosta molto da Modern Warfare 3 Zombie o DMZ. Anzi, potremmo definirla una sorta di DMZ 3.0 con pochissime novità. Prima di tutto, lungo tutta la mappa saranno presenti vari obiettivi dove il giocatore potrà cimentarsi liberamente e raccogliere i bottini che riuscirà a trovare all’interno della mappa di questo Endgame. Ma vale la pena impegnarsi in questo Endgame? Dipende da voi, ma possiamo garantirvi che Endgame non è affatto una modalità diversa da quelle menzionate in precedenza, a parte qualche piccola aggiunta.

Infatti, raccogliendo un materiale specifico, al giocatore verranno offerte due opzioni, le quali non lo trasformano certamente in un gioco rogue-like, ma ci sono questi elementi che sicuramente il team di sviluppo ha deciso di “prendere in prestito” per fornire questa esperienza su Endgame. Come ho già accennato, il grande problema è che non si discosta da MW3 Zombie, la quale presenta le stesse zone di difficoltà, ovvero 4, ben distinte e delineate sulla mappa, che indicano essenzialmente il livello di difficoltà. Oltre alla presenza di più nemici umani, macchine e zombie, quest’ultima non offre in alcun modo una modalità con una direzione ben definita, ma sembra piuttosto essere stata concepita come un riempitivo per avere contenuti aggiuntivi. Ovviamente, chi non vuole calarsi troppo nel classico multiplayer o in Warzone, troverà comunque alternativo questo Endgame.

Call of Duty Black Ops 7
Il multi rimane solido ma sufficiente!

Call of Duty Black Ops 7: un multiplayer più che sufficiente

Per quanto concerne il comparto multiplayer, ci troviamo di fronte alla componente più significativa della produzione, nonché quella realizzata in modo decisamente migliore rispetto alle precedenti che abbiamo menzionato. Qui, il comparto multiplayer non si discosta molto da quanto abbiamo osservato durante il nostro test con la closed beta. Pertanto, non ci soffermeremo ulteriormente su questa componente, ma, al di là di ciò, è necessario riconoscere che, dopo diverse sessioni di gioco, possiamo affermare con assoluta obiettività che ci sono aspetti sia positivi che negativi. In primo luogo, l’armamentario, con tutta la sua gamma di personalizzazioni, è molto chiaro e trasparente, così come la varietà di gadget, armi, accessori e altro, che sbloccheremo man mano che avanziamo nei livelli, proprio come avveniva nei precedenti Call of Duty. Possiamo dire che qui non ci sono stati significativi progressi, ed è proprio in questo punto che il team di sviluppo inciampa, poiché, se da un lato tutto funziona perfettamente, dall’altro ci saremmo aspettati un minimo di novità in più rispetto a quello che avrebbe potuto essere uno dei Call of Duty in grado di offrire molto di più. Riguardo al level design delle mappe, possiamo classificarle in due categorie: quelle di Black Ops 2 e quelle nuove. Le prime sembrano funzionare molto bene, sebbene in alcune modalità, come Tutti contro tutti, ci possa essere un problema relativo ai punti di spawn.

Nelle seconde versioni invece abbiamo notato qualche difettuccio: sembra che queste ultime siano state create in fretta per avere una modalità multiplayer pronta il prima possibile. Per quanto riguarda l’interfaccia utente, da tempo si ha la sensazione di trovarsi in un gioco con un’ambientazione futuristica; questo, dal punto di vista visivo, può risultare gradevole, ma abbiamo osservato che ci sono troppe informazioni sullo schermo, il che può risultare un po’ fastidioso. Un altro aspetto negativo, a nostro avviso, è lo sbilanciamento delle armi. Ci siamo trovati di fronte a una modalità multiplayer che necessita di una revisione urgente sotto questo profilo, poiché abbiamo riscontrato armi che definire forti è decisamente riduttivo. In sintesi, ci troviamo di fronte a un multiplayer che purtroppo non eccelle come in passato, e considerando il nome che porta, ci saremmo aspettati molto di più.

Call of Duty Black Ops 7 Zombi Ashes of the damned
Zombie come non lo avete mai visto prima!

Zombie è una modalità divertente come sempre

La modalità Zombie è senza dubbio la più robusta e interessante di questo capitolo. È importante sottolineare che non raggiunge il livello qualitativo dei precedenti capitoli della saga, ma Treyarch ha svolto un lavoro notevolmente interessante per questa modalità, che si preannuncia ancora una volta molto divertente ed entusiasmante. Sono presenti tutti i vari perk dei capitoli precedenti, insieme ad alcuni nuovi da scoprire all’interno del contenuto. La modalità Zombie di Call of Duty Black Ops 7 continua la storia di Black Ops 6 e si svolge interamente nell’Etere Oscuro, con il ritorno di personaggi iconici come Richtofen, Nikolai e “Tank” Dempsey, che si trovano a combattere un nuovo nemico misterioso. Attualmente, la mappa disponibile è Ceneri dei Dannati: la più grande mappa basata su round mai creata, con sei aree principali come Janus Towers Plaza, Blackwater Lake e il cosmodromo Zarya.

Nella prima stagione è già stata annunciata l’introduzione della mappa Astra Malorum, ma attualmente non ci sono altre mappe giocabili. Avremmo preferito avere una seconda mappa disponibile, ma purtroppo dovremo attendere l’inizio della stagione 1. Possiamo dire che la modalità Zombie è probabilmente la più intrigante sulla carta e presenta sicuramente degli spunti interessanti. Un altro aspetto che funziona ancora una volta è il gameplay, sempre solido e arricchito da una serie di elementi che offrono grande soddisfazione al giocatore. In questo Call of Duty Black Ops 7 è stata introdotta una meccanica chiamata “wall jump”, che consente al giocatore di saltare sui vari muri; non è paragonabile alla corsa sui muri, ma sicuramente quest’ultima, soprattutto in modalità multiplayer, offre una prospettiva molto interessante.

Per quanto concerne le prestazioni di Call of Duty Black Ops 7, abbiamo effettuato dei test sul gioco su PC utilizzando una scheda video RTX 4070 e un processore I5-13600K. È importante sottolineare che il gioco si è dimostrato ben ottimizzato; essendo in possesso di una scheda RTX della serie 40, abbiamo potuto sfruttare appieno la tecnologia di generazione fotogrammi NVIDIA 2X. Il frame rate, anche con impostazioni grafiche elevate, si è mantenuto molto alto, attestandosi intorno ai 160 fotogrammi al secondo. La situazione è migliorata ulteriormente nel multiplayer, dove, con dettagli grafici ridotti, siamo riusciti a raggiungere i 200 fps. In sintesi, l’ottimizzazione di Call of Duty negli ultimi anni non ha mai deluso, e bisogna riconoscere che anche in questa occasione ha mantenuto le aspettative.


Call of Duty Black Ops 7, rispetto al precedente capitolo, rappresenta un passo all’indietro. Una componente legata alla campagna che non dà molti stimoli e non appassiona nemmeno con un level design costruito sulla base di Warzone, così anche il gameplay. Endgame, la modalità extraction-shooter, risulta poco entusiasmante rivelandosi la copia cartone di MW3 Zombie o DMZ, apportando pochissime novità. Il multiplayer rimane invece ben costruito, ma soffre di sbilanciamenti e qualche problema di level design (nulla che non possa essere risolto in fuuro). Zombie rimane una modalità ben costruita, seppur non arrivi al livello qualitativo dei precedenti capitoli. Il gameplay invece rimane sempre solido con qualche piccola novità, ma questo non basta assolutamente. Call of Duty Black Ops 7 sarebbe potuto essere un buon capitolo, peccato che difetti in game direction (molto confusa). Speriamo che il prossimo capitolo possa riportare la serie ai fasti di un tempo, perché al momento attuale il brand di Call of Duty non naviga in acqua molto sicure e il prossimo anno vedrà il franchise scontrarsi nello stesso periodo con il tanto temuto Grand Theft Auto 6.