Metroid Prime 4 Beyond Recensione: Samus oltre i limiti di Nintendo Switch

Metroid Prime 4 Beyond Recensione

Quanto all’atto pratico l’attesa per l’uscita di qualcosa – che sia un libro, un film, un pezzo musicale o in questo caso un videogioco – può influenzarne la buona riuscita agli occhi del pubblico e della critica? L’abbiamo visto un po’ ovunque: Duke Nukem Forever e i vari problemi nel suo sviluppo, il Don Quixote di Terry Gilliam e le sue sfortune rielaborate in chiave meta-narrativa, Bayonetta 3 e il suo andar contro qualsiasi schema impostato in passato dal franchise e di recente Hollow Knight Silksong con la sua diatriba riguardo alla difficoltà. Il mito del titolo “in eterno sviluppo” porta con sé un fardello non di poco conto. Un’eredità se possiamo definirla tale, che porta la minima nota positiva ad essere accolta come la discesa del salvatore e il minimo errore ad un tradimento imperdonabile. Un ping-pong di estremismi che ha coinvolto anche Metroid Prime 4 Beyond (già provato in precedenza prima della fase review), il nuovo titolo di Nintendo e quarto capitolo della serie che unisce i canoni bidimensionali che l’hanno “messa sulla mappa” dell’industria videoludica con il mondo delle avventure in prima persona. Un titolo che sembrava non arrivare mai e che alla fine ha trovato in Nintendo Switch e la sua sorellina Nintendo Switch 2 la sua destinazione finale. Ma dopo tutta questa attesa – a 8 anni tra il suo annuncio e rilascio, con in mezzo vari inciampi e ripartenze nello sviluppo – riuscirà la cacciatrice di taglie Samus Aran a sfuggire dal fantasma dell’hype e superare ogni aspettativa? Scopriamolo!

Metroid Prime 4 Beyond
Immagine promozionale di Metroid Prime 4 Beyond Nintendo Switch 2 Edition

Metroid Prime 4 e l’eredità dei Lamorn

Partiamo dal presupposto che Metroid e una “narrativa profonda” non sono compatibili, per quanto già Metroid Other M ci abbia provato, creando uno dei precedenti più dannosi per l’iconicità di un personaggio al punto da diventare famigerati anche tra chi di Metroid ne sa il giusto e non si ritiene un grande appassionato come me. Tuttavia, ho particolarmente apprezzato il lavoro fatto con Metroid Prime 4 Beyond nel raccontare una storia che potrebbe avviare un nuovo ciclo per la serie. A discapito di tutto ciò che conoscevamo, in Metroid Prime 4: Beyond Samus entrerà in contatto con il resti dell’antica popolazione dei Lamorn, una razza aliena mai apparsa all’interno del canone di Metroid che trova in Samus la figura dell’Eletto, l’unica in grado di trovare le cinque chiavi necessarie per avviare il Teletrasporto Maestro e permetterle non solo di tornare a casa, dalla Federazione Galattica e pareggiare i conti con nemici del calibro di Sylux, ma anche e soprattutto diffondere alle future generazioni le loro conoscenze.

Un incipit atipico e che secondo me prende anche spunto sia esteticamente che nei toni da opere storiche dell’immaginario fantascientifico come Dune, che indubbiamente negli ultimi anni ha riottenuto molta considerazione grazie ai due film di Villeneuve. Sto ovviamente cercando di divagare ed evitare di entrare in ambiti molto “spoilerosi” ma ci tengo a precisarlo: che siate vecchi o nuovi giocatori, che siate alle prime armi o dei folli che vorranno sbloccare ogni pezzo del puzzle completando Metroid Prime 4 Beyond al 100%, il nuovo titolo di Retro Studios è una parabola fantascientifica che nella sua breve durata (13/14 ore) vi coinvolgerà dall’inizio alla fine.

Metroid Prime 4 Beyond
Samus è sempre armata fino ai denti!

Non SIAMO soli nella galassia

Di sicuro uno degli elementi più controversi usciti dalle prime anteprime legate a Metroid Prime 4 Beyond, al punto da diventare la valvola di sfogo per le frustrazioni dello “zoccolo duro” di appassionati della serie e che si aspettavano un quarto capitolo in cui l’isolamento avrebbe assunto – anche a fronte della premessa messa in tavola con la trama – ancora più importanza, sono gli NPC che Samus andrà di volta in volta ad incontrare lungo il suo “pellegrinaggio” nel Pianeta Viewros. Membri della Federazione Galattica incastrati quanto lei (o peggio) all’interno delle 5 zone d’interesse presenti in questo misterioso pianeta e che – un po’ come le sanguisughe si attaccheranno alla protagonista e dovranno essere scortati in giro per alcune sezioni di gioco. Non più lunghe di un’oretta circa (che è comunque molto, se contiamo che un livello in media richiederà dalle 2 alle 3 ore di esplorazione per essere portato a termine) ma abbastanza per farvi reagire in due modi, a seconda dei vostri gusti: da un lato abbiamo la curiosità di vedere “il lato umano” del mondo di Metroid, con momenti di “cordiale intimità” tra i personaggi che offrono prospettive interessanti e una breve e piacevole pausa tra tutto il sangue e gli orrori in salsa sci-fi. Dall’altra parte dello spettro però c’è lui: Miles MacKenzie, il tecnico ingegnere di Livello 4 ormai diventato il simbolo del “decadimento di Metroid come serie in toto”, “il ritorno di Other M” o qualsiasi altro slogan proposto nelle settimane successive all’uscita delle varie anteprime. Mettiamo le cose in chiaro: la situazione è davvero così grave?

Assolutamente no, anzi in certi casi il personaggio di Miles si frappone come elemento di contrasto al mutismo e fredda serietà di Samus offrendo, seppur con qualche battutina “in stile Marvel” di troppo, quel singolo personaggio del quale vuoi o non vuoi cominci ad affezionarti e che ogni tanto ha qualche “momento di spicco”. Tutti elementi ritrovabili anche all’interno di tantissimi altri titoli che seguono il canovaccio del “soli alla deriva in un mondo senza speranza” in cui è possibile trovare un singolo raggio di sole, come per esempio (nella loro tragedia) Siegmeyer di Catarina e Solaire di Astore incarnano questo concetto in Dark Souls, oppure Sherma in Hollow Knight Silksong che con la sua carina e dolce melodia ha letteralmente invaso internet.

Ecco come appare la schermata del gioco

Questo non significa però che “se l’hanno fatto altri allora può farlo anche Metroid Prime 4 Beyond senza problemi”, anzi. Il contraltare di tutto questo è che durante queste interazioni vengono meno due dei capi saldi del game design di Metroid: l’isolamento e la meraviglia della scoperta dell’ignoto, venendo sostituiti dall’urgenza di dover badare a personaggi che sostanzialmente fungono da distrazione e bersagli facili per i nemici, rendendo queste sezioni dei veri e propri test di sopportazione piuttosto che di abilità. Certo, è pressoché impossibile fallire una missione del genere a difficoltà Normale, vista anche la possibilità di utilizzare i poteri psichici di Samus per guarire in pochi secondi gli alleati a terra, ma conoscendo un po’ il modo in cui tutte gli fps danno priorità alla resistenza e alla potenza di fuoco nemica nel momento in cui si passa a difficoltà superiori, non escludo che completare Metroid Prime 4 Beyond al suo massimo livello di gameplay e superare queste sezioni di scorta potrebbe rivelarsi frustrante. E dulcis in fundo tornando a parlare di MacKenzie, le sue continue interferenze durante l’esplorazione generale del mondo di gioco e i suoi suggerimenti mi hanno portato a chiedermi se Nintendo o Retro Studios fossero consci del fatto che chi andrà a giocare questo titolo non apprezza l’essere costantemente preso per mano.

Metroid Prime 4 Beyond
Per quanto sia logorroico, MacKenzie è comunque un patatone assurdo e spero che nulla gli capiti da qui fino all’eternità

Metroid Prime 4 Beyond: il delicato bilico tra Tradizione e Innovazione

Questo dal punto di vista del gameplay pad alla mano si traduce in un Metroid Prime 4: Beyond che vive sotto due visioni e livelli di qualità ben distinti. La prima è quella di un titolo che prende tutte le innovazioni e i progressi fatti dalla serie, i vari passaggi tra GameCube, Nintendo Wii ed infine Nintendo Switch con la Metroid Prime Remastered uscita qualche tempo fa e le ripropone a la “squadra che vince non si cambia”. E infatti nella sua struttura ludica da Metroidvania 3D la nuova creatura di Retro Studios è scandalosamente fantastica da giocare. Come detto, gran parte della sua struttura prende eredità ovviamente dalla prima trilogia e soprattutto dalla sua ri-edizione, reinterpretando alcune delle Abilità Speciali di Samus secondo i Poteri Psiche ereditati dai Lamorn e che sostanzialmente forniscono una variazione dei classici power-up che abbiamo imparato a conoscere ad eccezione del Raggio Psiche, una versione del classico colpo caricato standard di Samus in grado di poter essere controllato dal giocatore ed eseguire variazioni di traiettoria impossibili, utili per colpire più di un nemico in rapida successione o interagire con elementi del level design nascosti come interruttori o bersagli incastrati in feritoie in cui nemmeno la morphosfera potrebbe sperare di passare. Per il resto, parliamo di un’esperienza piuttosto in linea con gli standard della serie Metroid Prime anche a discapito della premessa di una fantomatica “libertà di scelta” sul dove poter cominciare la propria esplorazione del Pianeta. Questa possibilità viene di fatto segnalata dal gioco ma in tutti i casi in cui ho effettivamente provato a variare nella rotta sia MacKenzie che alcuni ostacoli comparsi all’improvviso hanno di fatto portato la rotta sul binario più lineare possibile. Non che questo sia di per sé un difetto sul gioco in sé, ma più che altro ha del tutto invalidato la seconda anima di Metroid Prime 4: Beyond, ovvero l’esplorazione del Deserto Aperto.

Nel momento in cui si esce sulle sezioni esterne di Viewros Metroid Prime 4: Beyond si trasforma e cambia il proprio registro, diventando a tutti gli effetti un altro gioco. Un’altra dimensione dove lo splendido level design costruito da Retro Studios, fatto di interconnessioni, pareti opprimenti e scontri serratissimi in cui l’uso delle quattro modalità di fuoco e delle proprie risorse diventa il vero ago della bilancia che separa i cacciatori di taglie bravi da quelli d’elite e viene sostituito da un semplice girovagare verso ogni afratto delle zone alla ricerca di qualsiasi risorsa possa risultare di interesse. Per quanto guidare la moto Vi-O-La sia soddisfacente, soprattutto nel momento in cui si riesce a trebbiare qualsiasi elemento nemico ci passi vicino, a lungo andare anche quello diventa monotono senza un particolare incoraggiamento nel suo utilizzo. Che ne so, prendere spunto dalle piste surreali dell’Open World di Sonic Frontiers, magari nascondendo pickup all’interno di percorsi segreti creati da questa antica civiltà ultra tecnologica e poi nascosti nel sottosuolo a causa dei dogmi, oppure un intera città sotterranea percorribile solo in moto. Impossibile da implementare a causa delle limitazioni cross-gen? Mi pare un po’ quella l’impressione e ipotizzo che inizialmente lo spostamento in moto verso un bioma sarebbe dovuto essere “seamless” e senza caricamenti. Ma nel momento in cui questi caricamenti da zona in zona non solo ci sono, ma sono anche belli lunghetti anche su Nintendo Switch 2… non sarebbe stato meglio rimanere con i piedi per terra?

Metroid Prime 4 Beyond
Al di là di ciò che c’è fuori, gli scorci ed i panorami presenti in Metroid Prime 4 sono assurdi

Impantanati nel Deserto

Io sono un grande sostenitore della filosofia “stile > grafica”, preferendo laddove possibile produzioni che puntano ad essere prima di tutto visivamente stimolanti dal punto di vista artistico piuttosto che tecnico. Nel caso dei titoli Nintendo poi, questo è l’elemento che ha permesso ai loro software di stare al passo con un’industria che di anno in anno percorre una corsa disperata al raggiungimento del realismo più “reale” di tutti ed il numero più alto di frame al secondo. Ma al contrario di un capitolo di Zelda o Mario Kart, nel caso di Metroid Prime 4: Beyond la comunicazione di Nintendo nei confronti della Versione per Nintendo Switch 2 si è focalizzata molto su come questo quarto capitolo riesca a spremere ogni risorsa della console per offrire alla propria utenza un’esperienza di gioco non solo visivamente impressionante, ma soprattutto fluida. Questo viene parzialmente ottenuto attraverso due modalità di rendering: la Modalità Grafica in risoluzione 4K e 60 frame al secondo e una Modalità Performance che limita la risoluzione al Full HD in 1080p ma preme sull’acceleratore degli FPS raggiungendo un massimo di 120 frame al secondo.

E quindi, al di là delle etichette altisonanti, qual è il risultato finale di tutte queste premesse? Sicuramente è un risultato che vive sotto una brillante luce rinvigorente e che copre ogni aspetto della presentazione grafica di Metroid Prime 4 Beyond. Non stiamo ovviamente parlando di una performance in grado di mandare far fumare le ventole di Nintendo Switch 2 o competere con le altre release di quest’anno, soprattutto se queste ultime al loro avvio mostrano il logo dell’Unreal Engine, ma di sicuro stiamo parlando di uno dei titoli Nintendo più visivamente impressionanti degli ultimi anni, un po’ come all’epoca lo fu l’originale Metroid Prime su GameCube, accompagnato da una colonna sonora che invita i giocatori ad un ascolto silenzioso ed in solenne reverenza, proponendo un mix di tecno e musica orchestrale incredibile. Tutto questo ad eccezione delle sezioni al di fuori delle mappe di Viewros. Per quanto marginale, di passaggio o come detto in precedenza vuoto in ciò che offre, il deserto di Viewros rappresenta un vero e proprio pugno nell’occhio se paragonato a tutto il resto. Al punto da rendere Samus e la sua Vi-O-La come fuori posto, come se fossero usciti da Metroid Prime 4: Beyond e piombati a tutta velocità verso un altro titolo. Una sensazione analoga a quando in No More Heroes 3 si passa dalla già insufficiente Santa Destroy allo scenario post-apocalittico di Call of Battle… e non è una battuta fatta con accezione positiva.


E quindi, alla fine della sua missione Samus è riuscita nel suo intento di tornare con stile nel mondo delle tre dimensioni? La mia risposta è sì. A discapito di qualche difetto nei confronti del’apertura della serie Prime verso un design più libero, il nuovo titolo di Retro Studios convince nei punti giusti e più importanti, offrendo ai cacciatori di vecchia data e alle nuove leve un’avventura ai confini dello spazio che potrà rappresentare il secondo grande passo (assieme a Dread) verso un “Rinascimento di Metroid”. Metroid Prime 4 Beyond è per molti versi un “best of” delle meccaniche di gioco che hanno reso la serie Prime un caposaldo di culto tra gli appassionati e per quanto tradizionalista nella sua esecuzione, questo quarto capitolo risulta comunque una ventata d’aria fresca per Nintendo e la chiusura perfetta di una storia lunga ben 8 anni. E ora? Nulla è certo, ma sicuramente i fan di Metroid potranno dormire sonni tranquilli: l’orizzonte sembra puntare ad un futuro estremamente radioso. 


Game Designer e scrittore, alla fine si è deciso ad aggiornare la propria bio dopo 50 anni di muffa. Perché va bene l'essere "cresciuti a pane e Tekken 2", ma a una certa arriva il momento di "voltare pagina". Non chiedetegli quale sia il suo Final Fantasy o gioco Mega Ten preferito: non ne uscireste vivi!