Battlefield 6

Battlefield 6 sotto accusa: il bundle Windchill accende la polemica sull’uso dell’IA

La community di Battlefield 6 torna a far sentire la propria voce, e questa volta il motivo è tutt’altro che marginale. Nelle ultime ore è esplosa una polemica legata al nuovo bundle cosmetico Windchill, finito sotto accusa per un presunto utilizzo di intelligenza artificiale generativa nella creazione di alcuni asset visivi. A far scattare l’allarme è stato uno sticker per la player card, analizzato da alcuni fan particolarmente attenti. L’illustrazione mostra un soldato intrappolato in un fiocco di neve, armato di M4A1, ma a uno sguardo più approfondito emergono dettagli che hanno immediatamente insospettito la community.

Ingrandendo l’immagine, diversi utenti hanno notato anomalie evidenti nell’arma raffigurata: due canne sovrapposte, elementi duplicati e proporzioni poco coerenti. Errori che, secondo molti, richiamano i classici “scivoloni” delle immagini generate da IA quando non vengono rifinite manualmente. La discussione è rapidamente approdata sul subreddit ufficiale di Battlefield, dove lo sticker è stato sezionato pixel per pixel. Per una parte dell’utenza si tratta solo di una svista estetica, ma per altri è il segnale di una tendenza preoccupante.

Le reazioni sui social non si sono fatte attendere. Se alcuni giocatori minimizzano, parlando di un semplice errore grafico, molti altri vedono la questione come un campanello d’allarme più ampio sul futuro della serie e sull’uso dell’IA nello sviluppo di contenuti cosmetici. Tra i commenti più duri si legge: “Il solo fatto che non se ne siano accorti prima del rilascio dimostra quanto poco impegno ci stiano mettendo.” C’è poi chi punta il dito direttamente contro Electronic Arts, accusando il publisher di voler risparmiare sugli artisti: “Non ho pagato per spazzatura generata dall’IA. Pagate i vostri fott*** artisti.”

Al momento non esiste alcuna conferma ufficiale sull’effettivo utilizzo di IA per il bundle Windchill, ma per molti fan il sospetto è sufficiente a riaccendere il dibattito. Non è infatti la prima volta che alcuni asset di Battlefield 6 vengono accusati di avere un “sapore artificiale”, e questo episodio rischia di amplificare ulteriormente la diffidenza. Resta ora da capire se EA deciderà di intervenire con chiarimenti ufficiali o se lascerà che la polemica si spenga da sola. Una cosa è certa: il tema dell’intelligenza artificiale nello sviluppo dei videogiochi è ormai centrale, e Battlefield (qui la sua roadmap per il 2026) si ritrova, ancora una volta, nel mezzo del campo di battaglia.