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Divinity: 20 anni di storia sono troppi? Larian spiega come approcciarsi al nuovo capitolo

Con lโ€™annuncio del nuovo capitolo della saga di Divinity (il settimo, per l’esattezza), molti giocatori che si sono avvicinati a Larian Studios solo di recente grazie al successo planetario di Baldurโ€™s Gate 3 si stanno ponendo la stessa domanda: devo recuperare vent’anni di storia per capire il prossimo gioco?

A fare chiarezza รจ intervenuto direttamente Swen Vincke, fondatore di Larian, che in una recente intervista ha delineato la strategia perfetta per chi vuole farsi trovare pronto, tra lore profonda e meccaniche che hanno fatto scuola.

Secondo Vincke, la risposta รจ un equilibrato “sรฌ e no”. Se siete fan del combattimento tattico e della libertร  d’azione vista in BG3, il recupero di Divinity Original Sin 2 รจ praticamente d’obbligo. Il titolo del 2017 non รจ solo un capolavoro assoluto del genere, ma ha rappresentato il vero e proprio “banco di prova” tecnico e narrativo per le meccaniche poi perfezionate nei Forgotten Realms.

Anche il primo Original Sin (2014) resta un’ottima scelta, sebbene manchi del raffinato sistema di companion che ha reso celebri gli ultimi lavori dello studio.

Il nuovo Divinity sarร  ambientato ancora una volta nel mondo di Rivellon, un universo vasto dove i giochi sono spesso separati da secoli di distanza. Vincke ha confermato che:

  • Il nuovo titolo conterrร  riferimenti diretti al primo capitolo del 2002.

  • Elementi narrativi di Ego Draconis e The Dragon Knight Saga (Divinity 2) faranno da sfondo e fondamenta al nuovo mondo.

  • Non รจ necessario conoscere questi eventi per godersi la trama principale, che sarร  godibile autonomamente.

Per chi volesse comunque esplorare le origini, il CEO di Larian suggerisce un approccio insolito ma pragmatico: giocare la serie in ordine inverso.

“I primi titoli sono un po’ datati ormai. Sono piuttosto vecchi,” ha ammesso Vincke.

Partire dai titoli piรน moderni permette di abituarsi gradualmente a una tecnologia e a un design che, andando a ritroso fino al 2002, diventano inevitabilmente piรน ostici per il pubblico contemporaneo.