È innegabile che il brand di Far Cry, soprattutto dal terzo capitolo in poi, sia riuscito a coniare una nuova, vincente formula, capace di unire alla freneticità e rapidità d’azione tipica di uno sparatutto in prima persona, elementi strategici e maggiormente tattici peculiari di prodotti ruolistici, come il potenziamento del personaggio e il crafting, coniugando il tutto con ambientazioni open world esotiche, dal fascino magnetico e in grado di sbattere in faccia al giocatore tutta la crudezza e la tensione di destreggiarsi in un ambiente selvaggio, privo di regole e lontano da ogni elemento a noi familiare. Come se ciò non bastasse, la saga ha avuto il grande merito di ridefinire il concetto stesso di villain, proponendo, da Vaas in poi, antagonisti dal grandissimo impatto emotivo sul player, solitamente caratterizzati da istinti tanto schizofrenici quanto pazzoidi, i quali riuscivano egregiamente, tramite il povero protagonista, ad arrivare con estrema precisione al giocatore, scuotendolo e facendo leva sull’imprevedibilità che solitamente contraddistingue la follia. Da un lato Vaas Montenegro riuscì a convincere completamente grazie alla sua brutale violenza, all’assenza completa di freni inibitori che si traduceva in un concentrato di aggressività e crudeltà; dall’altro (escludendo Primal dal discorso) anche Pagan Min ebbe il merito di entrare con prepotenza nell’olimpo degli antagonisti della serie, questa volta sia mediante una follia più lucida, maggiormente vicina al sadismo, che ad una caratterizzazione estetica semplicemente perfetta, in grado anche soltanto visivamente di evidenziare l’insanità mentale di Pagan. Questa volta, però, attraverso Far Cry 5, Ubisoft sembra intenzionata a compiere un grande salto di qualità, legando indissolubilmente a Joseph Seed uno dei temi più scottanti e discussi di sempre: la religione.
Cosa potrebbe succedere se la religione andasse oltre i limiti che siamo soliti constatare? Se diventasse un culto proiettato alla violenza e alla sottomissione, se sostituisse i valori di comprensione e misericordia con aggressività e sofferenza, espiazione e asservimento? Se un profetico e sedicente messia sfruttasse le proprie abilità carismatiche e oratorie per dar vita ad un nuovo culto, riuscendo a convincere la massa che un collasso globale sta imperversando, e che l’unica speranza di salvezza è quella di far parte della setta e di commettere indicibili azioni per essa? Questo è il vero tema incastonato nel tessuto narrativo di Far Cry 5, impersonato egregiamente da Joseph Seed, straripante antagonista del titolo, e dai tre fratelli, ognuno dei quali incredibilmente caratterizzato e perfettamente in grado di trasmettere un senso di oppressione quasi mai accostato nei videogiochi alla religione. John, conosciuto come Il Battista, nella setta ha il compito di scovare nuove reclute per il credo, marchiandole, inducendole a espiare i peccati e infine purificandole; Jacob, detto Il Soldato, è incaricato di addestrare le truppe e di fornire personale qualificato alle sommosse, e, per ultima, Faith, La Sirena, produttrice di una speciale droga, il Gaudio, perfetta per sconvolgere definitivamente i membri della loggia e amplificare le loro sensazioni. Al vertice, Joseph, noto come Il Padre, giunto ad Eden’s Gate per salvare l’umanità.
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Il lavoro di caratterizzazione estetica ed emotiva svolto sui personaggi principali è così incredibile e talmente ben riuscito che, anche nelle poche occasioni in cui entreremo in contatto con i villain, essi riusciranno a rimanere scolpiti nella mente del giocatore.
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Insomma, il lavoro di caratterizzazione estetica ed emotiva svolto sui personaggi principali è così incredibile e talmente ben riuscito che, anche nelle poche occasioni in cui entreremo in contatto con i villain, essi riusciranno a rimanere scolpiti nella mente del giocatore. Anche i comprimari risulteranno ben scritti e strutturati, ma di certo non saranno in grado di convincere come gli antagonisti, verso cui evidentemente è stata posta un’attenzione superiore anche per mantenere viva la tradizione della saga. Purtroppo, in questo contesto, le note dolenti arrivano dal protagonista: assolutamente insulso, muto, privo addirittura di nome e creabile mediante un editor davvero mediocre, in grado di permettere all’utente di attuare delle scelte sulla base di un roster di pochissime personalizzazioni estetiche. Sinceramente appare incomprensibile la decisione dei developer di non concepire personaggi principali carismatici, e di renderli, invece, un mero sfondo trascurabile, soprattutto in presenza di un editor incapace di soddisfare la vena creativa dei player. Nonostante la presenza di character dal grandissimo spessore, la narrativa di Far Cry 5 non riuscirà a brillare costantemente a causa di un problema, a nostro avviso, insito nella struttura stessa della produzione: difatti, la grande mappa di gioco sarà divisa in tre macro regioni, ognuna delle quali capeggiata da un fratello di Joseph; per far progredire la trama dovremo completare le missioni principiali, secondarie e gli incarichi collaterali in modo tale da accumulare punti resistenza, i quali saranno fondamentali per proseguire nel titolo. Solamente dopo averne accatastata la giusta quantità potremo entrare in contatto con gli antagonisti, portando così ad un’eccessiva frammentazione della storia in compiti, tra l’altro, non sempre esaltanti.
Per questo, a conti fatti, l’eccezionale lavoro di scrittura e caratterizzazione dei personaggi, come la splendida regia e atmosfera, lascerà nella totalità dei casi spazio a missioni legate a character secondari e vincolate solo marginalmente alla trama di fondo. Tra l’altro, a causa tanto della presenza dei fratelli quanto della struttura del titolo, con Joseph entreremo in contatto sostanzialmente esclusivamente all’inizio e alla fine dell’avventura, ma nonostante questo riuscirà comunque a convincere totalmente, mostrando di fatto una nuova faccia al “bestiario” dei villain del franchise, apparendo piuttosto lucido nella sua follia accecata dal fanatismo religioso. Un po’ come accadeva in Assassin’s Creed Origins, anche in Far Cry 5 le missioni secondarie saranno sì presenti in quantità industriali, ma la maggior parte delle stesse avranno una piccola trama di fondo, rappresentando, quindi, un ottimo strumento di distrazione dalla storia principale. Certo, molte di esse appariranno piuttosto banali e in alcuni casi ripetitive, ma globalmente possiamo ritenerci soddisfatti.
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Il gameplay di base è rimasto sostanzialmente invariato: avremo il nostro fidato binocolo tramite cui segnalare la posizione dei nemici, libertà di approccio totale e un vasto armamentario a disposizione completamente personalizzabile.
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So già quale sarà la domanda che vi starà più attanagliando: ma il titolo è realmente uguale in tutto e per tutto ai capitoli precedenti, oppure presenta elementi innovativi? Ebbene, senza ombra di dubbio, la produzione è assolutamente in linea con tutte le feature che da sempre caratterizzano il brand, ma, fortunatamente, sono state implementate da Ubisoft delle interessanti introduzioni capaci di fornire nuova linfa al franchise. Sicuramente il gameplay di base è rimasto sostanzialmente invariato: avremo il nostro fidato binocolo tramite cui segnalare la posizione dei nemici, libertà di approccio totale, potendo dare sfoggio sia delle nostre abilità stealth che delle skill in combattimento aperto, e un vasto armamentario a disposizione completamente personalizzabile. Oltre ciò, in linea con il passato, avremo la facoltà di potenziare il nostro protagonista, questa volta però non sfruttando i classici punti esperienza, ma impiegando i Tratti: una sorta di punti abilità che verranno sbloccati completando le sfide proposte dal gioco, le quali saranno divise in 4 categorie, Assalto, Mondo, Mercenari e Caccia. Esse riguarderanno uccisioni con specifici tipi di armi, azioni legate ai personaggi della co-op e all’eliminazione della fauna.
Una volta accumulati i Tratti, essi potranno essere investiti in uno skill tree diviso in cinque sezioni differenti, ovvero Survivalista, Rinnegato, Assassino, Prepper e Leader, le quali garantiranno una personalizzazione pressoché totale, soddisfacendo completamente l’utente. Potremo, difatti, agire su parametri della salute, aumento delle munizioni, capacità stealth superiori, abbattimenti concatenati, più armi trasportabili e così via, accontentando anche i player più esigenti. Completamente rimosse anche le tanto odiate torri di sincronizzazione, che questa volta lasceranno spazio ad una sana esplorazione e al dialogo con gli NPC, capaci di rivelare missioni secondarie e zone d’interesse in cui raccogliere materiali preziosi. Ridotto all’osso, fortunatamente a nostro avviso, il crafting, presente esclusivamente per creare esplosivi sul momento o ricette capaci di potenziare per un breve lasso di tempo il nostro beniamino, con buona pace di chi apprezzava la raccolta delle pelli degli animali per costruire equipaggiamento superiore.
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La grande novità di Far Cry 5, però, risulterà essere la coop, innestata e raffinata così bene rispetto al passato, che sembrerà quasi assurdo non averla potuta assaporare prima.
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La grande novità di Far Cry 5, però, risulterà essere la co-op, innestata e raffinata così bene rispetto al passato, che sembrerà quasi assurdo non averla potuta assaporare prima. Difatti, partendo dalla cooperazione single-player, fin dagli inizi potremo assoldare dei soldati appartenenti alla resistenza, i quali saranno particolarmente abili in specifici ambiti, fornendoci supporto nelle battaglie. Con l’accumulo delle uccisioni, si sbloccheranno anche delle skill uniche, che renderanno gli stessi maggiormente prestanti. Saranno gli specialisti, però, a compiere la vera differenza sul campo di battaglia, poiché, a differenza dei classici mercenari, dovranno essere sbloccati con un’apposita missione, fondamentale per conoscerli meglio. In più, essi avranno sin da subito le skill in azione, rappresentando, quindi, dei combattenti più semplici ed efficaci da utilizzare. Complessivamente risulteranno essere ben nove, tutti eccezionalmente differenziati, anche come caratterizzazione, e presenti addirittura sotto forma di animali, partendo dal fidato cagnolino Boomer, passando per l’orso Cheeseburger e finendo per il puma Puccettina. In termini di gameplay, l’approccio cambierà totalmente, soprattutto se affronterete le zone colme di nemici in modalità stealth: difatti, selezionando con il semplice tasto direzionale l’avversario da colpire, lo specialista agirà immediatamente, mandando all’altro mondo l’avversario. È evidente, insomma, come la strategia e la pianificazione saranno nettamente più evidenti rispetto al passato, garantendo, così, un’esperienza decisamente appagante.
Chiaramente, giocando con un amico le missioni risulteranno essere di gran lunga più divertenti, soprattutto in caso collaboriate con un vostro conoscente, con la possibilità quindi di coordinare gli attacchi e le uccisioni, trasformando, difatti, l’esperienza. Risulta però un mistero la decisione della software house francese di non permettere agli utenti ospiti di salvare i progressi compiuti, rappresentando un limite abbastanza evidente e una valida ragione per preferire il single-player. Sempre incredibilmente solido apparirà il gunplay, contraddistinto da un sistema di shooting ovviamente arcade e in grado di divertire costantemente, anche sfruttando il numero semplicemente mostruoso di veicoli impiegabili, i quali andranno dalle classiche automobili, quad e bolidi, alle barche, elicotteri e deltaplani, fornendo, insomma, un’esperienza videoludica completa e soddisfacente. Infine, le ultime grandi novità insite nel gioco risiederanno nella pesca, presente sotto forma di minigame, e l’affascinante modalità Arcade, capace potenzialmente di estendere la longevità della produzione in maniera esponenziale.
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Per quanto riguarda la modalità Arcade, i player potranno sperimentare sfide esclusive totalmente slegate dal titolo originale, avendo addirittura, tramite un apposito editor, la possibilità di creare delle mappe in autonomia.
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Per quel che concerne la prima, acquistando le canne da pesca negli appositi rivenditori, e dirigendoci nelle zone colme di fauna, avremo la possibilità di cimentarci in divertenti cacce agli organismi marini, lanciando l’esca, facendo abboccare il pesce e sfiancandolo spostando la canna in direzione opposta dello stesso; nel caso in cui la lenza si tendesse eccessivamente, essa finirà in mille pezzi, perdendo, così, il prezioso bottino. Per quanto riguarda la modalità Arcade, i player potranno sperimentare, sia in solitaria che con la compagnia di amici, sfide esclusive totalmente slegate dal titolo originale, avendo addirittura, tramite un apposito editor, la possibilità di creare delle mappe in autonomia, dando sfogo alla creatività. Questo, nel caso in cui la community fosse viva e ben disposta verso la feature, potrebbe aprire ad un lunghissimo ciclo vitale del prodotto, estendendone a dismisura la longevità.
Tecnicamente parlando, la nostra prova è avvenuta su una PlayStation 4 Pro e un televisore in 4K dotato dell’HDR, ci troviamo di fronte ad un prodotto estremamente curato e contraddistinto da un colpo d’occhio notevole. Sicuramente nulla per cui gridare al miracolo, ma in grado comunque di stupire e ammaliare il giocatore grazie alle sconfinate pianure ricche di grano e alla folta vegetazione boschiva. La nuovissima ambientazione del Montana, nonostante si discosti completamente dalle selvagge e incontaminate location del Kyrat e dell’arcipelago delle Rook Island, si sposa alla perfezione con l’anima incontaminata delle ambientazioni della saga, mettendo ancora una volta in mostra le strabilianti abilità della software house francese nel ricostruire, soprattutto sotto il profilo culturale, le personalità degli abitanti della regione, retrogradi, rozzi e particolarmente attenti ai propri profitti. Assolutamente incredibili i modelli poligonali dei personaggi principali, e le loro animazioni, tutti estremamente curati e perfettamente riprodotti. Buono anche il frame, sostanzialmente sempre stabile e mai capace di rovinare l’esperienza di gioco; leggermente fastidiosi i popup, soprattutto nel caso in cui ci spostassimo tramite mezzi particolarmente rapidi, nulla comunque di compromettente. Infine, un importante plauso al doppiaggio, convincente e nettamente sopra la media, e alle musiche, stupende e capaci di trasmettere perfettamente il mood country.
Far Cry 5, insomma, è un prodotto estremamente valido, longevo, contraddistinto da tematiche importanti e avvolto da personaggi carismatici e di spessore. Risulta evidente, però, che, al netto di introduzioni rilevanti e in grado di modificare l’approccio agli scontri, la produzione rimane ancorata in tutto e per tutto alla formula che ha reso la saga di Far Cry un colossal, e in questo non c’è nulla di male, però appare lapalissiano come effettivamente manchi quel tocco di differenziazione che possa rendere il titolo un’esperienza del tutto inedita. La co-op si dimostrerà comunque ben strutturata e implementata, e la presenza degli specialisti renderà gli assalti agli avamposti nemici maggiormente strategici e soddisfacenti. Anche la modalità Arcade risulterà interessante e appagante, garantendo, in caso venisse ampiamente sfruttata dalla community, una longevità pressoché infinita. Se avete apprezzato i precedenti capitoli della produzione, in questo quinto episodio troverete un gioco che saprà stupirvi anche mediante una storia convincente seppur frammentata; nel caso in cui non abbiate mai intravisto nel brand un motivo per gettarvi nella mischia, nemmeno il Montana riuscirà nell’impresa.