Recensione Pokémon: Let’s Go, Pikachu!

Una delle serie più famose del mondo videoludico è sicuramente quella creata da Satoshi Tajiri che, quando venne lanciata con Pokémon Versione Rossa e Versione Blu su Game Boy, ottenne un successo senza pari. Ad oggi, la saga delle creaturine tascabili è una delle più ricercate e sempre più utenti continuano ad avvicinarsi al brand. I giochi Pokémon sono sempre rimasti strettamente legati alle console portatili Nintendo e, in quelle rare occasioni in cui giunsero nell’ambiente domestico, ne sono usciti spin-off di ogni sorta, come Pokémon: Battle Revolution su Wii o il più recente Pokken Tournament su Wii U. Tuttavia, con il rilascio di Nintendo Switch, e la sua natura ibrida, sono cambiate le carte in tavola: la serie principale ora è matura e pronta per nuove sfide, ma quello che abbiamo scoperto è che i nuovi Pokémon: Let’s Go, Pikachu! e Pokémon: Let’s Go, Eevee! sono molto diversi anche dai più recenti Pokémon Sole e Luna sotto tantissimi aspetti. Riusciranno a far breccia nel cuore dei fan più nostalgici del brand?

Siamo tornati a Kanto, la stessa regione legata alla prima generazione. Nei panni del nostro protagonista dovremo collezionare le otto medaglie, sconfiggere il famigerato Team Rocket e conquistare la vetta della Lega Pokémon. Insomma, niente di particolarmente innovativo, visto che si tratta di un remake di Pokémon Versione Gialla per Game Boy. Tuttavia, ci sono moltissime novità che lo contraddistinguono dai suoi predecessori. Non possiamo scegliere lo starter, perché i nostri compagni saranno Pikachu o Eevee a seconda dell’edizione scelta. Let’s Go, Pikachu! e Let’s Go, Eevee! prendono tante meccaniche da Pokémon GO e le adattano a quelli che sono stati dogmi fondamentali della saga per anni. Il primo drastico cambiamento che ha diviso la community, in chi lo ha apprezzato e chi lo ha odiato, è avvenuto proprio nel sistema di cattura: non ci sarà più bisogno di indebolire i mostriciattoli tascabili per poi catturarli, ma utilizzeremo i sensori di movimento del Joy-Con per lanciare la sfera, mirando a un cerchio che circonda la nostra preda, o in alternativa i tasti della console in versione portatile. Come nell’applicazione mobile, potremo utilizzare diversi strumenti per calmare la creatura o per renderla più facile da acciuffare. Tuttavia, non sempre il lancio della ball si rivela preciso: spesso capita di vedere la sfera volare in una direzione opposta a quella cui abbiamo puntato ed è difficile distinguere un lancio lungo da uno corto. La meccanica, però, ci è parsa complessivamente molto divertente e immersiva, nonché ben strutturata, dato che, progredendo nell’avventura, troveremo Pokémon sempre più forti e ardui da catturare. Ad esempio, un piccolo Caterpie può essere facile da colpire con la sfera, mentre un Growlithe è più sfuggevole e spesso può scappare via.

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I nostri compagni saranno protagonisti di numerose scene che “spezzeranno” la monotonia del viaggio e che arricchiranno l’amicizia tra l’allenatore e il Pokémon.

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Potremo anche scegliere di farci seguire da un alleato dalla nostra squadra che interagirà, così come il nostro compagno, con l’ambiente circostante e cambierà atteggiamento in base alla situazione. Se avremo ottenuto uno strumento, il Pokémon potrà mostrare interesse, oppure se passiamo vicino dei cespugli, potrebbe trovare delle bacche. È ben sviluppata anche la funzione di Pikachu o Eevee: le loro statistiche di base sono incredibilmente alte e le mosse risultano molto potenti, anche troppo a volte. Potranno imparare le Tecniche Segrete, cinque in totale, che permetteranno di tagliare piccoli alberi o illuminare grotte, ma anche attacchi unici a loro dedicati. Vestiremo con cappelli e maglie i compagni, cambieremo la loro acconciatura e li nutriremo con del cibo. Inoltre, saranno protagonisti di numerose scene che “spezzeranno” la monotonia del viaggio e che arricchiranno l’amicizia tra l’allenatore e il Pokémon. Parliamo di piccoli dettagli hanno fatto amare il rapporto instauratosi con le creature e che rendono l’esperienza complessiva ancora più immersiva, anche per chi ha visitato Kanto nella prima, nella seconda generazione e anche in Pokémon Heartgold e Soulsilver.

Il Bosco Smeraldo sembra più vivo che mai!

Un’altra novità molto interessante risiede nelle ambientazioni, non più statiche e ferme, ma cariche di energia vitale, quasi come per magia. La regione è ora popolata da Pokémon che sono visibili sullo schermo, dandoci finalmente la possibilità di scegliere chi catturare. Il loro comportamento, i movimenti, e addirittura le fattezze, sono incredibilmente plausibili. Gli Onix sono enormi e lenti, mentre i Rattata risultano rapidi. Siamo rimasti sorpresi dalla grande varietà di esemplari che possono apparire in una determinata area, e questo ci ha spronato nella ricerca dei più rari. Bisogna anche considerare che non saremo casualmente costretti a lottare quando entriamo nell’erba alta o in una grotta (insomma, è finita l’era degli assalti di Zubat nel Monte Luna) e che ora possiamo vivere l’esplorazione senza essere brutalmente interrotti.

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Non siamo più costretti a combattere contro decine di allenatori su un unico percorso, ma ci viene data la scelta di proseguire verso il prossimo obiettivo.

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Fortunatamente il sistema di combattimento è rimasto invariato, con l’aggiunta di alcune piccolezze che aiuteranno i più inesperti. Il nostro compagno, di tanto in tanto, potrà potenziare le statistiche del Pokémon in campo e conferire alcuni bonus o, se a lottare sono proprio Pikachu o Eevee, effettueranno delle tecniche caratteristiche molto potenti. Possiamo ancora visualizzare i cambi di statistiche e le informazioni delle mosse, ma non più la loro efficacia sull’avversario, come avveniva in Pokémon Sole e Luna. Questa scelta ci è parsa come decisamente poco azzeccata, soprattutto considerando che i più giovani potrebbero non conoscere bene le resistenze e debolezze dei tipi come i veterani. Abbiamo, invece, apprezzato la possibilità di evitare le lotte con gli NPC sparsi nel mondo di gioco sfuggendo alle loro spalle. Non siamo più costretti a combattere contro decine di allenatori su un unico percorso, ma ci viene data la scelta di proseguire verso il prossimo obiettivo.

Abbiamo la possibilità di potenziare i nostri Pokémon utilizzando delle caramelle. Ognuna innalzerà una determinata caratteristica della creatura, aumentando di un punto il valore indicato. Ciò consente di accrescere il potenziale dei singoli, nonché sviluppare meglio le qualità della squadra sullo scenario competitivo. Per ottenerne, basterà scambiare i Pokémon catturati con il Professor Oak, così come avviene in Pokémon GO. La loro assegnazione si basa sul livello del Pokémon e aumenta anche l’amicizia nei nostri confronti. Tutto ciò sta a significare una cosa ben precisa: i nostri alleati potranno schivare attacchi che hanno la massima precisione, resistere con un solo PS a mosse altrimenti letali e infliggere, o parare, danni con statistiche esagerate. Il nostro consiglio è di utilizzare le caramelle solo se davvero ci si trova in una situazione di svantaggio, magari se messi alle strette contro un avversario particolarmente impegnativo o anche durante l’end game.

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Se ci troviamo in una situazione in cui non possiamo recarci nella città più vicina potremo modificare il team direttamente dalla borsa.

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Tra le tante modifiche, una in particolare ci ha fatto tirare un sospiro di sollievo, in quanto completamente inedita e rivoluzionaria per la serie. Parliamo della gestione dei box del PC, non più fermi nei Centri Pokémon, ma accessibile in qualsiasi momento dal menu della squadra. I vantaggi sono tanti: ad esempio, se ci troviamo in una situazione in cui non possiamo recarci nella città più vicina, potremo modificare il team direttamente dalla borsa. Peccato che l’interfaccia non mostri subito le specifiche e i dati di un determinato Pokémon, ma ci costringa ad entrare nella sezione “info” ad esso dedicata, perché altrimenti sarebbe stata davvero perfetta in ogni aspetto.

Con le caramelle potremo potenziare il nostro Pokémon, ma abbasseremo di molto il livello di difficoltà.

In quanto difetti, ce ne sono, anche se minori, ma non sempre fanno storcere il naso all’utente. Ad esempio, manca il ciclo giorno-notte, in alcuni rari frangenti ci sono cali di frame e la narrazione non si sviluppa come ci si aspetterebbe. Per quest’ultimo punto, sottolineiamo come le nostre aspettative in merito alla trama fossero inizialmente alte, per poi tornare coi piedi a terra quando ci siamo resi conto che effettivamente abbiamo davanti una completa trasposizione delle avventure di Pokémon Versione Gialla. Non ci sono particolari stravolgimenti nella storia e molti personaggi non sono caratterizzati a dovere. Il Team Rocket, formato dagli iconici Jessie e James, quasi non hanno motivo di esistere e il rivale sembra essere un allenatore come gli altri. Precedentemente, Blu era un obiettivo da sorpassare per Rosso; il giocatore doveva essere spronato per batterlo ogni volta e non ricevere complimenti come fa il nostro amico inmLet’s Go, Pikachu! e Let’s Go, Eevee! ed è anche doveroso specificare come il sistema di scambi e lotte online sia gestito sorprendentemente male, al punto da lasciarci a bocca aperta. Non possiamo scegliere di contattare una persona specifica, ma dovremo utilizzare dei codici per connetterci con i nostri amici. Inutile dire che è facile entrare in una lobby con un perfetto sconosciuto. Insomma, dopo l’ingente supporto dato a Pokémon Sole e Luna sul campo delle infrastrutture, non si è fatto alcun passo avanti ma, anzi, si è retrocessi. 

Nel complesso, Pokémon: Let’s Go, Pikachu! e Let’s Go, Eevee! sono dei titoli che nessun fan della serie può farsi mancare. Certamente semplifica di molto alcune meccaniche, al punto da eliminare completamente determinati elementi come le abilità o gli strumenti equipaggiabili, ma, al contempo, ne introduce altri che hanno una profondità inedita. Il nuovo sistema di cattura, per quanto diverso da quello cui abituati, non è guidato come ci saremmo aspettati, così come la progressione dell’avventura che, anzi, ci ha spesso messo alle strette. Tornare a Kanto dopo così tanti anni, e vedere la regione viva e dinamica, scalda il cuore di chi allena Pokémon sin dagli albori della saga, ed è un ottimo punto di inizio per i nuovi utenti.