Unravel: l’hands-on di VMAG

“ I videogiochi sono strumenti davvero potenti: hanno la possibilità di afferrarvi e scuotervi come poche altre forme d’arte possono fare. Io penso che questo dia a noi creatori di giochi delle responsabilità. Dovremmo provare a fare di più che intrattenere solamente, e Unravel è stato creato proprio con questo spirito, è nato per essere qualcosa di più personale, qualcosa con il cuore.

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Martin Sahlin, creative director di Coldwood, esordisce con il discorso che avete appena letto alla conferenza tenuta da Electronic Arts all’E3 di Los Angeles. E’ inutile e superfluo dire che ha portato tutto il pubblico dalla sua. Non è tutto: dopo aver fatto emozionare a parole la platea, decide di passare ai fatti. Estrae dalla giacca un pupazzetto rosso e gli fa il verso. Yarny. Un gomitolo bipede che cammina, salta, si arrampica e che regala emozioni. Questo è Unravel.

Impazienti di provarlo ci siamo fiondati nel padiglione di Electronic Arts per poter essere catturati dal piccolo Yarny e dal suo fantastico mondo che lo circonda. Il gioco ci è parso subito estremamente bello da vedere e il gameplay non è lineare come si possa pensare. Infatti, il nostro protagonista può legarsi ai rami degli alberi tramite i fili del gomitolo, perdendo cosi energia preziosa che potrà recuperare solamente in caso trovi un altro gomitolo. Ci siamo trovati spesso fermi a riflettere su quale fosse il ramo migliore da annodare per procedere nel gioco, rimanendo perennemente storditi dalla bellezza e dall’empatia trasmessa dal mondo di gioco.

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Yarny sguscia agilmente tra rami, pietre e piccole pozze d’acqua. Pad alla mano resterete ammaliati da un personaggio creato da un piccolo studio di ragazzi con un sogno nel cassetto. Quello di emozionare il mondo. Ci sono riusciti, al punto tale che abbiamo lasciato la postazione di Unravel a malincuore, con la voglia di rivedere molto presto il piccolo Yarny saltare e legarsi alle nostre console.

Il filo di lana rappresenta l’amore e i legami che creiamo, e si dipana perché è ciò che succede quando veniamo separati da ciò che amiamo.