Maneater Recensione – Quando l’essere uno squalo non è abbastanza

Versione Xbox One

Maneater Recensione | Quanti di voi possono effettivamente ammettere di aver visto Lo squalo? Ovviamente ci riferiamo all’iconica pellicola del maestro Steven Spielberg, che dal lontano 1975 ha ideato un nuovo tormentone. Infatti, la febbre da “squalo assassino guasta feste” è nata proprio dalla sua mente, che si è evoluta negli anni. Non a caso, nel panorama cinematografico se ne sono visti diversi di reboot e adattamenti, che hanno provato, bene o male, a ripetere il successo del film originale. E come di consueto, ecco che anche il medium videoludico ha cercato di assorbire la creazione di Spielberg, rendendo il tutto interattivo. Questa volta è il turno dei ragazzi di Tripwire Interactive, che regalano al mercato Maneater, per PlayStation 4, Xbox One, Nintendo Switch e PC. Saranno riusciti a convincerci? Scopriamolo insieme!

Da un enorme “megalodonte” affamato e senza remore ad un cucciolo di squalo è un attimo. La storia di Maneater si apre proprio così: a causa di uno sfortunato evento, ci ritroveremo catturati da Pete lo Squamato, un carismatico cacciatore di squali il cui ego echeggia su tutto il bacino oceanico. Dunque dovremo ripartire da zero, affrontando dure scalate di ranghi, fino a tornare ad essere la bestia assetata di sangue di una volta. Infatti, la quest principale sarà proprio quello di crescere, irrobustirsi ed uccidere lo spietato killer della fauna marina locale. Ma non temete, potrete tranquillamente raggiungere il vostro obiettivo… a patto che abbiate pazienza da vendere. Ci riferiamo al fatto che Maneater si presenta come un titolo lento e procedurale, che richiederà svariate ore prima di andare in giro a mangiare uomini su barche o sul bagnasciuga. Ma andiamo per gradi…

 

Maneater metterà a dura prova la vostra capacità… di essere pazienti.

 

Per prima cosa, c’è da dire che il mondo di gioco si presenta ampio e ben costruito. Partendo dalle paludi, fino ad arrivare ad una spiaggia bianca a 5 stelle, con uno skyline urbano alle spalle, gli sviluppatori hanno pensato a quasi ogni tipo di aree possibili. E più vi rinforzerete facendo esperienza, più potrete visitare zone nascoste o sbloccare parti della mappa inedite. Il tutto dovrà però essere guadagnato, attraverso la progressione del livello del vostro squalo. Infatti, con l’ottenimento di punti esperienza, tramite golosi pasti locali, farete crescere il tenero pesciolino sotto il vostro controllo. Inutile dire che aspetto assumerà, ma anche qui il team di sviluppo è corso ai ripari, mettendo a disposizione una serie di elementi estetici per rendere ogni squalo unico… e fashion! Che lo vogliate martoriato e con cicatrici o melmoso e spaventosamente aggressivo, avrete l’imbarazzo della scelta.

E tra un relitto e l’altro, sarà davvero piacevole nuotare in acque più o meno salutari, complici di un numero considerevole di minacce. Dovrete, infatti, essere pronti a difendervi con le unghie e con i denti, pena la vostra morte e una rigenerazione poco dignitosa. Questo perché, grazie ad una voce narrante che commenterà la vostra avventura, come un sagace telecronista, vi sentirete poco minacciosi e aggressivi. Ma non si limiterà a parlare solo di voi e delle vostre imprese, farà anche importanti considerazioni sul mondo di gioco e l’umanità. Un esempio? Quando vi imbatterete in un “cimitero chimico”, racconterà curiosità e aneddoti su una particolare fabbrica, su cosa faceva in passato e come stia rovinando le acque territoriali.

 

I più ambientalisti, apprezzeranno gli approfondimenti territoriali di Maneater, che celano sottili denunce sociali.

 

Una volta che vi sarete abbelliti e che avrete riempito lo stomaco, sarà necessario potenziare il vostro squalo al meglio. Con diverse abilità a disposizione e spietate mosse da seguire, dovrete diventare il terrore dell’intera baia per vendicarvi ed avere la meglio sul carismatico Pete. Ciò detto, potrebbe sembrarvi un titolo degno di essere almeno provato. Ed è effettivamente così, ma passiamo alle note dolenti. Partendo dal fatto che Maneater è perfetto per i casual gamer, chi si aspetta di osare un po’ di più rimarrà profondamente deluso. Nonostante ci siano diverse mansioni da portare a termine, come scovare casse disperse in fondo al mare o trovare collezionabili vari, il titolo risulta dannatamente lento e noioso dopo pochissimo tempo. E se è vero che i livelli acquatici risultano un incubo per ogni videogiocatore, beh, qui sarà la base della vostra avventura.

Una volta portate a termine una manciata di missioni e sbranato qualche sfortunato pesce, che nuotava libero nel suo ecosistema, il senso di smarrimento inizierà a farsi sentire. Dunque, passerete dall’amare all’odiare quelle affascinanti acque nel giro di pochi secondi. Il tutto viene susseguito da falle di sistema, come problemi tecnici, e una grave mancanza di un comparto sonoro accattivante, che porta al giocatore stimoli di nessun tipo. In definitiva, Maneater è uno di quei titoli che potrebbe essere provato una volta sceso di prezzo, magari in compagnia di qualche amico per colmare quella fastidiosa sensazione di solitudine e abbandono che riserva l’opera.