Kingdoms of Amalur Re-Reckoning Recensione – Si può cambiare il destino?

Versione PC

Kingdoms of Amalur Re-Reckoning Recensione PC | Quando pensiamo ad un genere tanto prolifico quanto quello del gioco di ruolo, è difficile prendere in considerazione questo o quello tra gli aspetti che maggiormente lo caratterizzano. Dagli inizi rappresentati da Ultima o Diablo ne è passato di tempo, e questa parte del medium videoludico ha subito una costante crescita e rinnovamento. Forse uno dei generi che più ha goduto del progresso tecnologico e dell’espansione dell’industria, che durante il suo cammino ha avuto la possibilità di ibridarsi e affrontare tematiche di tenore sempre più elevate. Prendendo questo argomento in considerazione, ai nostri giorni si comincia a parlare di GDR “vecchio stile”, intesi come titoli che si rifanno alla ricca tradizione di questo filone basata sul fantasy, ma che ha affrontato e affronterà sempre impostazioni e ambientazioni differenti. Uno dei videogiochi più recenti a rifarsi a questa categoria è Kingdoms of Amalur Re-Reckoning, reduce da un percorso di sviluppo abbastanza travagliato, ma che ha avuto la fortuna di essere stato recuperato e sviluppato da THQ Nordic. Adesso, noi di VMAG abbiamo avuto modo di provarlo per questa recensione. Senza ulteriori indugi, vi lasciamo al trailer prima di cominciare a discuterne. Buona lettura!

Le vicende di Kingdoms of Amalur Re-Reckoning prendono vita nella terra di Faelandia, una realtà in cui razze diverse vivono più o meno pacificamente. La nostra esperienza comincia con un’introduzione al conflitto tra i Fae, una stirpe eterna che abita queste terre, e l’oscuro Gadflow, Re della Corte del Gelo a capo delle schiere dei Tuatha Deohn. Il nostro personaggio, invece, è il frutto di innumerevoli tentativi falliti di sconfiggere la morte. Ci risveglieremo nella Torre Allestar, sede del laboratorio di Fomorus Hugues, talentuoso ricercatore coinvolto proprio in questo difficile compito. Inizierà una sequenza in cui dovremo scegliere il nostro alter ego tramite quattro razze: Almain, Varani, Ljosalfar e Dokkalfar. Ciascuna giovane stirpe avrà sembianze e caratteristiche proprie ed uniche, ma tutte saranno accomunate dalla mortalità e da una guerra contro i tirapiedi di Gadflow. In questo senso ci toccherà farci strada per la torre, fino a trovare il professore e farci spiegare da lui cosa è successo. Apparentemente, nella nostra precedente vita, avevamo preso parte alla prima decade del conflitto, riuscendo, in qualche modo, a divenire un senza-destino. In questo mondo, infatti, ciascun mortale possiede un destino rivelato dai Tessitori, dei divinatori vaganti che svelano le trame di ciascuna esistenza. Proprio fuori dalla torre ne incontreremo uno, Tessitore Agarth. Lui sarà il primo a rivelarci nel dettaglio la nostra condizione, svelando il nostro potere di alterare il destino. Così inizierà l’avventura per Faelandia, in cui ci scopriremo il campione delle stirpi mortali, e con l’aiuto dei Fae positivi, ingaggeremo una lotta senza quartiere contro il malvagio capo dei Tuatha Deohn. Riuscirà il nostro eroe a salvare i regni dall’oscurità e dai suoi seguaci?

Kingdoms of Amalur
La schermata di gioco si presenta pulita e ben delineata: gli elementi dell’interfaccia non sono particolarmente invasivi, mentre una comoda minimappa, collocata in alto a destra, ci facilita di molto la navigazione nel mondo.

Kingdoms of Amalur Re-Reckoning si presenta come un RPG lineare in cui guidiamo il percorso del nostro personaggio nel suo viaggio a Faelandia. La trama si evolverà principalmente attraverso le quest, divise in principali e secondarie. Proseguendo negli sviluppi della storia, tramite delle cutscene, avremo modo di osservare cosa accade nei vari luoghi che visiteremo, e il nostro eroe sarà il principale mezzo di questo cambiamento. Il titolo possiede tutte le meccaniche che ci potremmo aspettare in un prodotto del genere, come la presenza di classi, rappresentate dai destini: si tratta di tarocchi selezionabili ad ogni aumento di livello che servono a determinare la classe del nostro beniamino. Si parte da quelle puramente combattenti come Guerriero o Lottatore, fino a quelle dedicate alla magia o allo stealth. Altro elemento importante sono le abilità, divise in attive e passive. Ad ogni level up vengono garantiti 6 punti che ci permetteranno di alterare capacità e caratteristiche, così da migliorare il nostro campione. Durante ogni partita è possibile ritrovare tutti gli elementi che conosciamo bene, come la salute, la mana, le statistiche fisiche come destrezza o forza e così via. Alcune saranno migliorate o peggiorate dal nostro equipaggiamento, mentre altre, pur non avendo un’applicazione in termini di combattimento, ci saranno molto utili, come ad esempio quelle di alchimia o persuasione. In Kingdoms of Amalur non mancano nemmeno le classiche meccaniche come la creazione e applicazione di gemme o la famosa forgiatura.

 

Pur con una trama e un progresso lineare, Kingdoms of Amalur si fa apprezzare, sia dagli appassionati e nostalgici, sia dai novizi intenzionati ad approfondire la loro cultura videoludica sul GDR.

 

Gli ambienti, in Kingdoms of Amalur, avranno sempre un tratto caratteristico: ci saranno foreste, radure, luoghi aspri come colli o montagne, fino ad ambienti urbani o sotterranei. Nel corso del nostro viaggio ci ritroveremo in posti sempre diversi, dominati da culture differenti con una lore sorprendentemente profonda, rispetto a ciò che apparirebbe di primo acchito. Tutti i punti di interesse che esploreremo durante le nostre scorribande saranno ben progettati al fine di offrire un gameplay scorrevole, che si tratti di dungeon o sequenze di navigazione in cui ci sposteremo da un insediamento all’altro. Il piazzamento dei nostri nemici ricorderà ai più appassionati di GDR le sembianze di un MMO, in quanto gli avversari verranno generati “a zone”, e il colore del loro nome ci permetterà di comprendere il loro grado di “difficoltà”. Quando sarà giallo o rosso, vorrà dire che il nostro livello è più basso rispetto a quello della creatura, cosa che ci renderà più difficoltoso combatterla. Tuttavia, con la giusta abilità è possibile affrontare anche questi più temibili ostacoli.

Kingdoms of Amalur
Faelandia, il mondo di Kingdoms of Amalur, si costituisce come un luogo piuttosto grande, colmo di punti di interesse. Esplorarlo richiederà sicuramente del tempo, e chissà quali segreti si nascondono in ogni luogo.

Lo schema dei controlli di Kingdoms of Amalur si mantiene fedele al genere, con la possibilità di schivare gli attacchi avversari o parare con un eventuale scudo. Sarà necessario sviluppare un certo tempismo e capacità di osservazione, per comprendere le loro mosse in modo da formulare la strategia migliore per evitarle. Alcuni di loro si sbilanceranno con attacchi caricati, mentre altri potrebbero coordinarsi con altri mostri per mettere in difficoltà la nostra difesa. Capiterà, quindi, di trovarsi contro orde di nemici diversi, magari alcuni che si servono di attacchi a distanza rispetto ad altri che si lanciano in mischia. Generalmente, buttarsi contro un gruppo di guerrieri non è una buona idea, in quanto questi potranno attaccarci tutti contemporaneamente, maggiorando i danni. Di contro, attraverso alcune abilità o l’eventualità di servirsi di armi, come i martelli, potremo di rispondere con un colpo ad area. Micidiale e quasi inarrestabile la mossa che sbloccheremo quando accumuleremo il 100% di fato, un danno devastante che ripulirà la nostra strada dai maligni di ogni tipo. Piuttosto fastidioso è, invece, il comportamento della telecamera di gioco, che cambia i valori di focus e zoom durante il combattimento in una maniera poco intuitiva e che potrebbe distrarci dal combattimento. Questo fattore, pur potendo essere mitigato dalla possibilità di alterare il fattore di FOV, non può essere disattivato, cosa che al contrario sarebbe stata gradita.

 

Il percorso di sviluppo di Kingdoms of Amalur Re-Reckoning non può essere ignorato, e certamente i miglioramenti nella sua crescita non sono indifferenti.

 

Considerando l’aspetto estetico, certamente non è uno dei punti focali su cui si è concentrato lo sviluppo di Kingdoms of Amalur, ma allo stesso tempo qui non ci sono particolari criticità. Lo stile visivo di Faelandia è stato reso bene dalle decisioni creative, contribuendo a dar luogo all’idea di una impostazione fantasy tradizionale con tutti i suoi canoni artistici ben distintivi, come l’architettura ispirata ai tipici hamlet di campagna per i villaggi delle razze umane, per poi passare alle chiare ispirazioni maya o pagane per gli ambienti dominati dai Fae. Tutto ciò per arrivare fino al classico immaginario di quest’ambientazione che ben tutti conosciamo, fatto di foreste incantate, radure, castelli, palazzi divini e asperità desertiche. Un mondo e un design ben delineati che di certo contribuiscono a dar valore all’esperienza di gioco. Medesimamente, il comparto sonoro, pur registrando alcuni effetti fastidiosi, come quello dello spadone a due mani, si mantiene sempre credibile e più che valido. Infatti, contribuisce, assieme a delle tracce musicali tradizionali, a rendere maggiormente l’idea di ciò che viene rappresentato durante il gameplay. I temi caratteristici ci sono tutti: dal classico viaggio dell’eroe, alle celebri tracce da battaglia che si adattano all’ambiente in cui prende piede il combattimento, facendosi più tetre in caso di lotte in caverne o luoghi oscuri, o al contrario più incalzanti man mano che il climax narrativo progredisce.

Kingdoms of Amalur
Ogni destino ci garantirà dei bonus e delle caratteristiche diverse che andranno a migliorare sensibilmente la nostra abilità in uno dei rispettivi settori. Pianificare il proprio progresso è molto importante.

In conclusione, una nota di merito deve essere segnalata per la meccanica delle canzoni, elemento che ha una particolare importanza. Infatti,  ad ogni Fae viene attribuita una ballata che, man mano che li incontreremo tutti, verrà di volta in volta rivelata al nostro personaggio. Noi di VMAG, come sempre, vi ringraziamo per la vostra lettura, vi auguriamo buon divertimento con Kingdoms of Amalur Re-Reckoning e vi rimandiamo alla prossima recensione.