Halloween 2021: l’arte degli horror in RPG Maker

00Sapete quanto è complesso creare un videogioco? Se parliamo di un AAA probabilmente riuscite quantomeno a immaginarlo, dopotutto quei milioni spesi da qualche parte devono finire. Ma questo non vuol dire che ai gradini inferiori sia più semplice. Pensate a un qualunque indie di Steam, quante volte vi capita di vedere solamente un nome nei crediti? È molto difficile trovare qualcuno che sia un valido artista, ed è ancora più improbabile che questi sia anche in grado di programmare ad un livello sufficientemente buono. E se la situazione è così al giorno d’oggi, pensate a 30 anni fa! Ma perché vi stiamo dicendo questo, e soprattutto perché proprio nella giornata dedicata a questo Halloween 2021? Se avete letto il titolo allora sapete già la risposta, oggi vi parleremo di RPG maker e di come un engine così semplice sia diventato il cuore di una nicchia molto estesa.

Come stavamo dicendo anni fa creare un gioco era un’impresa titanica, e sapete dirci il perché se escludiamo i motivi qui sopra elencati? Proprio per la mancanza di un engine facilmente accessibile. Chiariamoci, anche all’epoca erano presenti motori usufruibili dal pubblico, ma pensiamo di poter essere d’accordo sul fatto che reperire le documentazioni sia molto più facile oggi di allora, e in ogni caso utilizzandone uno si rimuoveva solo un compito da un’enorme lista di cose da fare. Ma ad un certo punto, verso la seconda metà degli anni 90, appare proprio lui: RPG Maker 95. Distribuito da ASCII in Giappone questo strumento, che concettualmente non differisce molto dalle sue installazioni moderne, ha permesso a tutti di improvvisarsi sviluppatori e creare il proprio gioco. Tra le centinaia e centinaia di titoli JRPG sarebbe presto nato un nuovo genere.

Ora probabilmente vi starete chiedendo: ma qual è il titolo che si può vantare di aver dato vita a questo sottogenere? La risposta potrebbe giungere inaspettata ad alcuni: si tratta di Corpse Party. Iniziamo dunque proprio da questo gioco e andiamo a ripercorrere tutta la storia di questo medium tramite i titoli più importanti che ad oggi ne rappresentano proprio i portavoce.

Halloween 2021

Il principio

Corpse Party: l’inizio

Corpse Party, ideato da Makoto Kedouin e sviluppato da Team GrisGris, è ciò che ha dato inizio a questo prospero filone. Vi starete domandando perché poco fa l’abbiamo definito come origine inaspettata. Il motivo è semplice: sebbene sia stato originariamente rilasciato nel 96 la sua popolarità in occidente è arrivata molto dopo grazie al remake per PSP e iOS: Corpse Party Blood Covered Repeated Fear. Se vi state chiedendo quale sia il motivo dietro un nome così lungo, beh è molto semplice: è stato rilasciato così tante volte che se le dovessimo elencare non finiremmo praticamente mai questo articolo. Il punto comunque è che la sua popolarità è stata postuma (di ben 15 anni, per essere precisi) alla sua uscita originaria, quindi di solito quando si parla di nascita di questo mercato il primo nome che viene in mente è Yume Nikki, di cui parleremo in seguito. Ma torniamo a noi: CORPSE-PARTY (questo il nome effettivo del capitolo originario), conosciuto anche come Dante98 in Giappone, è stato sviluppato tramite RPG Tsukūru Dante98, dove RPG Tsukūru altro non è se non il nome nipponico del nostro tanto citato engine.

Sebbene le varie riedizioni abbiano apportato numerosi cambiamenti, come l’inserimento di ulteriori personaggi, la base è rimasta sempre la stessa. Una studentessa è in procinto di cambiare città per via del lavoro del padre, dunque i suoi amici organizzano una festa d’addio nella loro classe dopo il festival culturale. Ad un certo punto della serata essi decidono di effettuare un rituale il cui scopo è quello di salvaguardare la loro amicizia negli anni. Preso il feticcio, ossia una bambola di carta, il rito può avere inizio. Sapete, la loro accademia è stata fondata sul suolo in cui in passato sorgeva una scuola elementare, la Heavenly Host, demolita a causa di misteriose morti e sparizioni avvenute tra le sue mura. Col senno di poi il gruppo avrà probabilmente intuito di non aver pianificato le cose troppo bene, perché si ritrovano trasportati in un’altra dimensione in cui la Heavenly Host esiste ancora, sebbene completamente distrutta e infestata da spiriti non troppo amichevoli.

Corpse Party si distingue da tutti (o quasi) gli altri giochi presenti su questo catalogo per via della scelta di utilizzare più protagonisti. Come vedremo infatti il canone generale si è calcificato sull’idea di avere un solo avatar statico per tutta la durata dell’avventura, che potrebbe parlare o essere silente. Un cast di personaggi così ampio (che aumenta di edizione in edizione, originariamente erano sei) fornisce parecchi spunti interessanti per il proseguimento della trama. Tanto per cominciare ognuno di loro ha la propria personalità; è sempre bello provare a indovinare chi vive, chi muore, chi impazzisce e chi diventa Highlander. Un altro punto di forza di questo lavoro risiede nelle OST, eccezionali sotto molti punti di vista (anche se in alcuni casi cozzano molto con l’atmosfera). Qui si possono incontrare inoltre alcuni di quegli elementi che diventeranno dei cardini di questa forma videoludica, come ad esempio la presenza di enigmi di vario genere o la presenza di punti di salvataggio fissi indicati sotto forma di un determinato oggetto.

Per questo progetto Team GrisGris ha fatto ricorso a strumenti normalmente estranei al mondo dell’horror, non sapendo che questo avrebbe portato da lì a poco alla formazione di un nuovo sottogenere. Se siete interessati a giocarlo siete fortunati, recentemente infatti è uscita un’ulteriore riedizione.

Halloween 2021

Yume Nikki: nella mente di un’hikikomori

Se Corpse Party ha dunque il merito di aver dato vita agli horror in RPG Maker, Yume Nikki ha quello di averli resi popolari all’infuori del sol levante. Sviluppato tramite RPG Maker 2003 e pubblicato nel 2004, ad oggi il titolo è considerato uno dei grandi esponenti dell’horror psicologico. Esso è stato creato da Kikiyama, sviluppatore di cui non si sa praticamente niente. Dopo averlo pubblicato sul suo sito ed aver rilasciato qualche aggiornamento, egli (o ella?) è sparito senza lasciare praticamente traccia, ritornando poi nel 2018 in occasione del reboot del titolo. Il gioco ha guadagnato una grande popolarità grazie agli incontri casuali effettuabili in esso e ad una specie di easter egg che fece il giro di internet all’epoca: il jumpscare di Uboa. Come introduzione può bastare, iniziamo subito a parlare del gioco in sé.

La nostra protagonista è una reclusa chiamata Madotsuki, che passa le sue giornate giocando e dormendo. Una volta avviato, ci ritroviamo subito nella sua stanza, senza introduzioni o qualsivoglia linea di testo. Istintivamente iniziamo a girovagare per quanto ci è possibile, poiché la porta per l’esterno è off-limits (e per farcelo capire la ragazza scuoterà la testa nel caso in cui ci dovessimo interagire). Come abbiamo detto non c’è molto da fare, se non fare qualche partita e interagire con un diario, che altro non è se non il nostro punto di salvataggio. Fatto questo l’unica cosa da fare è andare a dormire, quindi ci infiliamo sotto le lenzuola. Lo schermo diventa nero. Al nostro risveglio ci ritroviamo nel balcone, senza nessuna idea di come possa Madotsuki essere finita lì.Halloween 2021

Dunque entriamo di nuovo in camera nostra, in balcone non c’è molto da fare dopotutto. Ma qualcosa non va. La console è sparita e il tappeto è cambiato. A questo punto è possibile interagire con la porta e uscire, e quello che vi ritrovate davanti è un viaggio all’insegna del surrealismo e della speculazione pura. Se pensate che la mancanza di introduzione fosse solo un espediente per instillare in voi il seme dell’aspettativa nei confronti di una descrizione quantomeno minima degli eventi, siete in errore. In Yume Nikki non vi verrà MAI detto nulla. Il vostro compito è quello di viaggiare attraverso i vari mondi onirici e raccogliere 24 collezionabili chiamati effetti. Questo è tutto quello che sapete.

Ovviamente c’è un intero bunker di lore nascosto sotto la facciata di un viaggio psichedelico all’insegna dell’ignoto, ma dire altro vi rovinerebbe tutta l’esperienza. Sappiate solo che c’è un motivo se è classificato come horror psicologico. Prima di passare al prossimo titolo vogliamo fare un appunto: sebbene esista un reboot dell’opera in 3D (Yume nikki – Dream Diary) noi vi consigliamo di rimanere sull’originale.

Ao Oni: un essere comicamente terrificante

Se Yume Nikki ha fatto in modo che il genere venisse conosciuto all’infuori del sol levante, Ao Oni è stato uno di quei fenomeni di YouTube che ha portato su un piedistallo questa nicchia. Sviluppato da Noprops su RPG Maker XP, questo gioco d’annata 2008 fa molto meno affidamento alla parte psicologica della storia. Qui il punto fondamentale è uno: c’è un enorme demone blu completamente nudo, la cui faccia vi perseguiterà nel più profondo dei vostri incubi, da cui dovete scappare. Ma perché, vi starete chiedendo. È molto semplice: cosa succede quando dici a un gruppo di ragazzini di non andare in quella casa abbandonata in cui la gente scompare? Succede che vanno proprio in quella casa abbandonata in cui la gente scompare! È importante che sia proprio la magione in questione, andare nell’isolato accanto non sarebbe la stessa cosa.

E dunque ci ritroviamo questo gruppo di quattro amici carichi di spirito di avventura all’interno di un labirinto edilizio dalla progettazione improbabile. A proposito, ancora non è saltato fuori l’argomento ma siamo abbastanza sicuri che tutte le strutture di questi titoli siano state fatte da George Trevor in persona, in svariati casi si raggiungono le vette di follia di casa Spencer. Comunque sia Ao Oni, sebbene sotto certi punti di vista sia invecchiato male, ci è molto utile nel tracciare la storia di questi horror poiché la popolarità non è l’unica cosa a cui ha contribuito. Qui possiamo trovare infatti quello che in seguito diventerà un tema ricorrente: un’immensa villa irta di pericoli dalla quale dobbiamo scappare il più velocemente possibile. Vi consigliamo comunque di provarlo, dopotutto rimane pur sempre un classico.

L’apice

Mad Father: Il grande classico del genere

Non si può parlare di horror in RPG Maker senza citare Mad Father, sarebbe un’assurdità. Quest’opera si annovera tra i massimi esponenti di questo stile e rientra in quella che possiamo definire la “sacra triade”. Si perché nel 2012, anno d’uscita del gioco, sono stati rilasciati anche altri due capolavori i quali rappresentano a nostro parere una delle vette più alte raggiunte dal genere. Ma a loro ci arriveremo dopo, parliamo intanto di questo titolo. La prima cosa da dire è che esso non è stato realizzato utilizzando RPG Maker, ma Wolf RPG Editor, che comunque è molto simile. Si perché ormai quest’etichetta non serve, come avrete intuito, ad indicare l’engine di sviluppo ma a racchiudere sotto un’unica categoria tutte quelle opere accomunate da una visuale isometrica ed uno stile in pixel art molto simile ai JRPG di un tempo.

La nostra protagonista è Aya Drevis, una ragazzina tedesca di 11 anni che vive assieme al padre Alfred e la sua cameriera Maria in una grande magione (tutto torna). Aya è orfana di madre. Suo padre, dottore che ha come laboratorio lo scantinato della villa, compie delle ricerche la cui morale è… diciamo poco condivisibile. In parole povere qualcuno qui non ha seguito il Codice di Harry e si è lasciato prendere la mano con il bisturi.

Il giorno dell’anniversario della morte della madre Monika, Aya viene allertata da un urlo del padre. Precipitatasi fuori dalla stanza ella viene aggredita da due zombie, anche definibili come quello che rimane degli esperimenti. Senza voler proseguire troppo con la trama, come al solito per non rovinarvi la sorpresa, possiamo spendere qualche parola su quello che si trova ai primi piani d’esplorazione. A quanto pare quello di Alfred non è semplicemente un macabro passatempo, i non morti hanno praticamente invaso il pianterreno e se ne contano in gran numero.

Come vi abbiamo anticipato prima, anche questa villa è piena di segreti, enigmi, strane combinazioni, muri invisibili e tecnologie improbabili. Comunque guardandosi in giro viene naturale pensare una cosa: la nostra Aya ha avuto un’infanzia decisamente fortunata, dopotutto la casa è letteralmente inondata dalle bambole. Sarà pure un folle omicida ma quantomeno è un padre premuroso… no?

Un’ultima menzione speciale va fatta alle ost, una più memorabile dell’altra. Da qui in avanti noterete un netto distaccamento dai titoli precedenti, se prima infatti l’accompagnamento sonoro era tendenzialmente ridotto al minimo (fatta eccezione per Corpse Party), ora diventa quasi una regola non scritta. Non vogliamo continuare oltre, però abbiamo intenzione di notificarvi un dettaglio: ci sono finali multipli. E questo non vale solo per Mad Father, ma anche per il resto del triumvirato. Se lo volete giocare, questo è il link alla pagina Steam.

Ib: arte letale

Arriviamo ora a Ib, un nome altisonante all’interno di questo circolo. La sua diffusione è stata enorme non solo per via della sua alta qualità, ma anche perché a differenza degli altri questo titolo è sempre stato gratuito. Penso che non ci sia bisogno di dirvi dunque quanto sia facile trovare serie su YouTube, oramai paragonabili a reperti archeologici del mondo virtuale, su di esso. Creato tramite RPG Maker 2000, Ib prende il nome direttamente dalla protagonista, una ragazzina di 9 anni in visita al museo assieme ai suoi genitori. Il tema della mostra è l’arte di un certo Weiss Guertena. Separatasi dalla famiglia per esplorare liberamente l’esposizione, ad un certo punto ella si ritrova davanti a un enorme dipinto dell’artista denominato “Mondo Fabbricato”. L’interazione con esso trasporta Ib in una versione alternativa del museo, buia e desolata. Inizia qui dunque la sua avventura tra le varie opere di Guertena, avventura ovviamente piena di quadri assassini e altro ancora.

Anche qui ci troviamo ad affrontare un viaggio surreale, proprio come in Yume Nikki. In ogni caso Ib differisce da quest’ultimo poiché la storia ci è chiara sin da subito, inoltre sono presenti diverse interazioni con alcuni compagni incontrati nella nostra via che ci permettono a mano a mano di rispondere ad ogni domanda che ci potremmo porre. Ib differisce anche per via del suo stile, se notate si distingue facilmente rispetto agli altri titoli. Questo è grazie al lavoro del suo sviluppatore, Kouri, che ha optato di creare tutti gli asset da zero invece di utilizzare quelli in dotazione. Il risultato? L’opera è riconoscibile anche da un primo sguardo ad una qualunque scena, laddove negli altri casi sarebbe necessaria una conoscenza abbastanza approfondita degli elementi utilizzati per ogni gioco. Non solo: essendo svincolato dall’utilizzo forzato di elementi disponibili in quantità limitata, Kouri ha potuto attingere appieno alla sua creatività per creare elementi horror difficilmente riscontrabili in questo tipo di lavori.

Come abbiamo detto le soundtrack sono diventate praticamente un must have, e in questo Ib non fa eccezione. Un accompagnamento musicale perfettamente in tema con l’atmosfera ci affiancherà dall’inizio alla fine, rendendo ogni sezione di gioco artisticamente unica. Con Ib ci possiamo fermare qui, ovviamente incoraggiandovi a giocarlo se già non l’avete fatto.

Halloween 2021

The Witch’s House: il terzo pilastro

Di questo parleremo veramente poco, non perché non ci sia molto da dire, il contrario anzi. Ma The Witch’s House trova il suo più grande punto di forza nella storia, e rivelare troppe cose potrebbe alterare l’esperienza. Se non lo conoscete rimediate all’istante e giocatelo, tenendo sempre a mente che sono presenti finali multipli (e questa nota è fondamentale). Partiamo subito con la premessa: Viola, una giovane ragazzina di 13 anni, si sveglia improvvisamente in una foresta. Inizia subito a cercare una via d’uscita, ma scopre che questa è bloccata da un enorme cespuglio di rose. Cerca dunque un’altra strada, e nel suo vagabondaggio si ritrova davanti ad un’enorme casa abbandonata. Decide dunque di entrare, accompagnata da un gatto nero parlante, nella speranza di trovare un’altra via di fuga.

La suddetta magione, come oramai avrete capito, è in realtà una trappola mortale piena di pericolose entità ostili. Proprio come recita il titolo essa è l’abitazione di una strega. Sapete già cosa aspettarvi: ovviamente molti enigmi. Vi consigliamo di fare molta attenzione a dove mettete i piedi, The Witch’s House è molto meno indulgente (e molto più cruento) rispetto agli atri due. Originariamente sviluppato da Fummy con RPG Maker VX, qualche anno fa è uscita una nuova edizione che fa invece uso di RPG Maker MV. Eccovi il link della pagina Steam.

I tempi moderni

Ma l’epoca degli horror in RPG Maker si è conclusa? Dopo i tre capolavori precedenti c’è stata una caduta di qualità che ha fatto sprofondare il genere nell’oblio? La risposta è no. Certo, ora non se ne parla più quanto un tempo dunque sotto certi punti di vista è normale pensare che non sia stato più pubblicato nulla di interessante. Ma la verità è un’altra: semplicemente la loro popolarità è scaturita, come ormai avrete capito, dai vari canali di let’s play sparsi in giro per YouTube. Una volta passata la moda molti altri giochi sono stati pubblicati, tuttavia hanno avuto relativa difficoltà ad emergere a differenza dei loro predecessori. Ma questo non vuol dire che a livello qualitativo siano inferiori, anzi.

Un esempio moderno di questo stile si può riscontrare in Omori, che avrete sicuramente sentito nominare. Sviluppato da OMOCAT,LLC esso è perfetto per indicare come questa nicchia sia più viva e attiva che mai. Pubblicato il 25 dicembre 2020, può vantare più di 23.000 recensioni su Steam, le quali sono per il 98% positive. È una percentuale assurda che dimostra quanto una buona idea, se realizzata correttamente, possa manifestarsi anche con i mezzi più semplici. Omori fa tesoro di quello che i suoi predecessori hanno da offrire e, a differenza degli altri titoli, mantiene anche la meccanica base dei JRPG: i combattimenti a turni. Anche qui dunque l’esperienza è vissuta attraverso gli occhi di più protagonisti, ritornando alle basi gettate da Corpse Party. Vi consigliamo vivamente di giocarlo.

Cat in the Box, Project Kat, Ann, potremmo continuare per ore ed ore a nominarvi new entry estremamente valide di questo panorama, ma forse è meglio evitare. Quello che vogliamo dirvi però è che questo piccolo mercato di originalità ha radici profonde nella storia del medium. Questi sviluppatori indipendenti ci hanno dimostrato che la paura non è un semplice istinto innescato dalla comparsa di elementi improvvisi a schermo spesso accompagnati da suoni ad alto volume. Questa non è una critica ai titoli che ne fanno uso, sia chiaro, dopotutto in questa lista abbiamo anche un esponente di questa corrente di pensiero (vero, Ao Oni?).

Quel che vi volgiamo ricordare però è che la paura è un modo che il nostro corpo ha per comunicarci insicurezze, ansia, apprensione, tutta una vasta gamma di emozioni innescata da un pericolo reale o immaginario. Essa ha sempre accompagnato ogni essere vivente, è presente sin dalla nostra nascita e si è evoluta con noi. È dunque ovvio che ci siano modi alternativi di farci provare questo tipo di disagio, è meno ovvio invece quanto sia più difficile farlo. Molti titoli horror in RPG Maker però riescono nel loro intento, e questo dimostra quanto un artista del medium sia in grado di fare anche con pochi mezzi a disposizione. Questa cerchia è un’aggiunta preziosa al mondo videoludico, e non vorremmo mai vedere un mondo in cui è destinata a sparire.

Qui si conclude questo speciale di Halloween 2021. Noi vi ringraziamo per averci letto, vi invitiamo a provare questi giochi e, già che ci siamo, vi invitiamo a leggere i 9 videogiochi horror da giocare assolutamente.

 

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