A Little to the Left Recensione: satisfying formato gioco

A Litte to the Left Recensione|Un gioco puzzle dici? Di quelli dove c’è una sola soluzione giusta che richiede intensi ragionamenti e logica? Non stai parlando di A Little to the Left, indie puzzle sviluppato da Max Inferno  annunciato durante l’Indie World, è un must per chi ama riordinare e sistemare gli oggetti in modo esteticamente piacevole e a modo suo.

A Little to the Left

Un ambiente casalingo

Tutto inizia da un’idea degli sviluppatori che, riordinando casa, decidono di creare un gioco per chi come loro, ama l’ordine e la disposizione esteticamente piacevole degli oggetti, e anche i gatti. Ambientato nei diversi spazi di una casa, passeremo da stanze al chiuso come salotto e garage al giardino, ripulendo cassette degli attrezzi, librerie e tanto altro. Con sempre più oggetti da ordinare e scenari in cui avremo meno linee guida a indirizzarci, capiterà qualche volta un palla di pelo che ci metterà la zampa fra le ruote, dovendo combattere le sue zampate portatrici di caos a suon di pulizia e ordine. Nel corso del gameplay avremo a che fare con foglie, libri, post-it, utensili, contenitori per cibo, scatoloni e tanto altro, ognuno con design, soluzioni e aspetto specifici che renderanno ogni livello unico in tutto il gioco.

A Little to the Left  A Little to the Left

L’ordine regna sovrano…anche se più d’uno

Di solito si pensa che l’ordine sia uno solo, che sia assoluto e debba essere più conforme all’utilità che allo stile, ma A Little to the Left ci dimostra il contrario. Ciò che rende peculiare il gioco è la possibilità di risolvere in più modi ogni livello, lasciando piena libertà al gusto personale del giocatore di trovare il proprio ordine, che sia mettendo matite in ordine decrescente, libri accostati per armonia di colori o per altezza.

Ciò che rende ancora meglio il concetto e ne permette la rigiocabilità dei livelli è il fattore soluzioni multiple: completando il livello nel modo che il giocatore ritiene più opportuno e ottenendo una stella, scoprirà a fine livello che ce ne potrà essere più di una, mostrando il numero di modi in cui il livello può essere completato.

Queste non sono semplicemente un cambiare da ordine crescente a decrescente, ma seguono altri tipi di fattori che grazie al design grafico studiato non sono difficili da scovare. Le soluzioni multiple risultano spesso intuitive, venendo da forme, colori, tacche poste in altezze diverse o sagome disegnate che saltano all’occhio del giocatore, senza richiede ragionamenti di logica sugli oggetti in sè o ricerche con lenti di ingrandimento su tutto lo schermo.

A Little to the Left

È inoltre possibile svolgere dei così detti riordini giornalieri, ovvero dei livelli già presenti nel gioco con leggere alterazioni di difficoltà una volta al giorno che non soddisfano a pieno il compito di mantenere vivo il gioco in quanto copie di soluzioni già ottenute durante la storia principale del gioco.

Progredendo nei capitoli si incontreranno sfide leggermente più ardue, che nel nostro caso, sono stati specialmente un paio di livelli nel penultimo capitolo. In alcuni di quest’ultimi, data l’assenza totale di linee guida che in precedenza ci portavano in qualche modo a disporre seguendo uno schema, ci viene lasciano invece una libertà quasi disarmante, disorientandoci dalla possibilità di trovare un effettivo schema. Fortunatamente, nonostante quei 5 (ma che dico, 10) minuti di doccia bollente possano aiutare a trovare un modo per risolverli, non c’è nulla che il gioco non permetta di risolvere con un blocco note e una gomma.

A Little to the Left
Questo livello può essere risolto in 3 modi, chissà se riuscirete a notarli tutti….

Per tutti, anche chi ha meno voglia

Ci è capitato di trovare dei livelli con forme e o oggetti che non riuscivamo a capire come andavano disposte, e in preda anche ad attimi di fumo dalle orecchie, abbiamo sfruttato la funzionalità dei suggerimenti disponibile nel menù di pausa. Disponibile per ogni livello del gioco e dalla concezione tanto semplice quanto funzionale, il suggerimento porta il giocatore ad una schermata con un blocco note scarabocchiato e una gomma da cancellare con cui si potrà scoprire il disegno soluzione del puzzle  per intero e non, così da lasciare la scelta al giocatore di quanto volersi avvantaggiare.

Purtroppo per noi, non fornisce le soluzioni mancanti nei livelli che ne contengono più d’una, limitandone la sua utilità al mero completamento del livello con una stella. Nel caso però, che non si riuscisse a trovare la giusta disposizione, c’è sempre il tasto per saltare il livello, che permette di arrivare anche a fine gioco senza rimettere a posto neanche un foglio.

A Little to the Left
Ma sì dai, concediamoci questo piccolo indizio….

Un disegno che non mira a essere solo gradevole

Il Design grafico, portato come un disegno gentile e gradevole, riesce a rendere come ogni livello sia stato studiato in modo tale da rendere chiari gli elementi che permettono di trovare tutte le soluzioni, e non solo. Grazie al livello di dettaglio il giocatore può immedesimarsi nella persona che ha creato il livello portandolo a trovare tutte le combinazioni senza mai dover temere di cercare quella giusta.

La sua forza sta proprio in questo: riesce a cambiare le regole di un normale puzzle, fornendo non una, ma diverse possibilità di trovare la propria via di vittoria, uscendo da quello che solitamente è un “basare i puzzle su uno schema e complicarlo mano a mano che si prosegue”  e creando il suo stile, quello di un gioco che offre uno schema diverso per ogni livello, diversificando sempre la ricerca e il punto di vista.

Il gioco riesce anche a renderci consapevoli di come un’attività così quotidiana e a primo impatto noiosa, possa essere al contempo, divertente, creativa e soprattutto soddisfacente. Crepe, disegni, colori, matite consumate e chi più ne ha più ne metta, sono quei piccoli dettagli che riescono a far godere l’esperienza ancora di più, portando la ricerca del dettaglio ad un livello di intrattenimento mai visitato così finora.  E poi c’è il gatto che distrugge tutto, come al solito.

In conclusione…

A Little to the Left riesce a portare il senso di soddisfazione e il desiderio d’ordine sotto forma di gioco, con un gameplay creativo che porta sempre nuovi schemi, con un design grafico semplice e colorato che favorisce l’esperienza di gioco rendendola un’esperienza rilassante e divertente. Ogni livello è unico e distinguibile per la sua ambientazione e disposizione, offrendo anche un fattore di rigiocabilità con soluzioni multiple che, rispetto ai riordini giornalieri tendono a riciclare il contenuto già presente, rendono più longevo il gioco dando la possibilità di guardare le cose da un punto di vista diverso. Vengono meno un paio di livelli che, nell’offrire poche linee guida al giocatore, vengono più difficili da portare a termine.

 

 

A Little to the Left è disponibile dall’8 Novembre su PC e Nintendo Switch.