Killer Frequency VR Recensione: uno show radiofonico bello da morire!

Killer Frequency VR Recensione | C’è qualcosa nell’estetica degli anni ’80 di distintivo e unico: la ritroviamo nei vecchi film, nei videoclip e nella moda dell’epoca. Un periodo storico caratterizzato da eventi memorabili come la fine della guerra fredda, il lancio degli Space Shuttle e tanti altri eventi che ricordiamo ancora oggi. Tuttavia, dobbiamo ricordarci che pur essendo passato alla storia come un periodo di crescita e benessere, negli anni ’80 sono successe tante cose terribili, come quelle operate da tanti famosi serial killer. Il titolo che vogliamo prendere in esame oggi è Killer Frequency, un rompicapo dell’orrore realizzato da Team17 che ci immergerà nell’atmosfera tipica del periodo. Quindi che aspettate? Indossate divisa del college e jeans stretti e partiamo!

Killer Frequency

Killer Frequency: il mostro in diretta

Siamo nel 1987, nella cittadina statunitense di Gallows Creek, un nome che è già tutto un programma. Interpretiamo il conduttore radiofonico Forrest Nash, anchorman caduto in disgrazia, che è finito a lavorare come DJ per l’emittente locale lavorando ad un programma notturno poco ascoltato. Dalle premesse diremmo che si prospetta un’esperienza piatta e poco stimolante, ma non sappiamo che verremo presto stupiti…

Un famoso killer del passato, il Fischiatore, sembra essere tornato in città, e per una serie di sfortunati eventi, toccherà a noi salvare la città. Vi domanderete, come faremo ciò? Abbandoneremo la nostra noiosa trasmissione notturna per esplorare la città e trovare un modo di fermare l’assassino? Ovviamente, NO. Collaboreremo con le autorità cittadine dalla sicurezza e dal calduccio della nostra stazione radiofonica, raccogliendo le telefonate e aiutando i nostri ascoltatori a restare in vita.

Una soluzione originale e che ci offre una venta d’aria fresca dai soliti survival horror in cui, pur sapendo che c’è un mostro pericoloso in circolazione, i nostri personaggi scelgono volontariamente di rischiare la vita per fare gli eroi. No, Killer Frequency in questo è diverso in quanto sceglie una via diversa di raccontare una storia. E con dei dialoghi a scelta multipla e finali alternativi, cosa può andare storto?

Così, alla notizia di un killer in circolazione, ci chiuderemo dentro lo studio assieme alla nostra assistente, sperando di superare quella nottataccia, avviando un’interessante trama raccontata tramite le telefonate dei nostri fan, che dovremo guidare verso la salvezza.

Killer Frequency

Killer Frequency: lo show lo gestisci tu

Dopo un breve tutorial e una spiegazione sul come mandare avanti la trasmissione radiofonica, inizierà il vero e proprio loop di gameplay del gioco, costituito da tre fasi: quella di showrunning, nella quale dovremo effettivamente parlare al microfono assieme alla nostra assistente per poi mettere in onda i dischi, quella di risposta alle telefonate dei cittadini, che discuteranno con noi del killer in libertà o ci chiederanno aiuto per difendersi da quest’ultimo, e poi la fase di roaming, in cui dovremo esplorare lo studio radiofonico per svariati motivi. In generale, Killer Frequency fa un buon lavoro nell’impostare i toni di tutte le situazioni, alternando con maestria momenti di divertimento e sarcasmo a sequenze dark o paurose.

Uno dei lati più divertenti e creativi di quest’esperienza, chiaramente arricchita dall’immersività della realtà virtuale, è data dalla serie di involontarie gaffe che potremmo compiere durante la gestione del nostro show radiofonico. Potrebbe capitare per sbaglio, infatti, di riprodurre un effetto sonoro divertente mentre i nostri ascoltatori ci riferiscono di aver rinvenuto un cadavere. Ancora più divertente sarà quando, ripresi dalla nostra assistente, questa ci farà notare la figuraccia appena fatta. Sono piccoli dettagli come questi che rendono un’esperienza videoludica divertente e godibile al massimo!

Killer Frequency fa un buon lavoro nel costruire un ambiente anni ’80 realistico con leggero un substrato di sarcasmo e comicità. Le ambientazioni risultano semplici ma credibili, ben caratterizzate anche da una vasta oggettistica e da dettagli che rendono il nostro studio vissuto. Nel corso del giorno, inoltre, si alterneranno personaggi differenti per stile, interessi, personalità e trasmissioni, ed avremo la possibilità di esplorare i loro uffici per scoprire di più sulle loro storie.

Killer Frequency

Killer Frequency: the show must go on!

Se succede qualcosa di sbagliato o in atteso durante un evento dal vivo, come dicono gli inglesi, lo spettacolo deve continuare. Killer Frequency è senz’altro un titolo che fa un ottimo lavoro in termini di atmosfera, un gioco che brilla anche per la colonna sonora, che non ha nulla da invidiare ai capolavori originali degli anni ’80. Bisogna prestare attenzione a due altri elementi: fluidità e ottimizzazione su visore.

Partendo da quest’ultima, possiamo dire che su visore stand-alone Oculus Quest 2 di Meta il titolo fa un ottimo lavoro, riducendo a zero i cali di frame e tutti gli altri effetti indesiderati che potrebbero portare al motion sickness: quando si realizza un gioco per VR è fondamentale combattere questi fenomeni perché potrebbero provocare malessere fisico nei videogiocatori. Andando a riflettere sulla fluidità di Killer Frequency, invece, potremmo trovare alcuni tasti dolenti.

Il titolo ha due modalità di spostamento: la classica, nella quale potremo spostarci unicamente tramite un puntatore, teletrasportandoci nella posizione indicata, e la seconda, che è quella adatta a chi ha una maggior esperienza nel VR, con movimenti fluidi e simili a quello su controller. Nonostante questi accorgimenti, le meccaniche di gioco e spostamento sfruttano male le potenzialità dei controller Oculus, non permettendoci il pieno uso delle dita ma limitandoci all’interazione organica con i prop e gli elementi di gioco in scena. Gli oggetti in sé, pur apparendo dettagliati, sono per lo più statici, e i pochi oggetti interattivi sono scarsamente reattivi quando utilizzati.

Killer Frequency è un ottimo mix di meccaniche puzzle e trama horror condita da humor; il titolo passa a pieni voti l’ispezione VR rivelandosi come un’opera ben ottimizzata e ideale sia per esperti che principianti della realtà virtuale. Con il suo eccellente design e una colonna sonora d’eccezione, vi immergerà molto bene nella sua ambientazione a patto che siate in grado di perdonare alcune carenze. Ma non preoccupatevi, questo è un gioco dalla durata contenuta ma dagli ottimi auspici, vi consigliamo di provarlo!