Bleach Thousand Year Blood War – The Separation Recensione: prosegue l’epica rinascita dell’anime di Tite Kubo

Bleach Thousand Year Blood War – The Separation propone un nuovo capitolo dell'appassionante epopea di Ichigo Kurosaki.

La guerra tra i Quincy e gli Shinigami continua inarrestabile, tra sanguinose battaglie e colpi di scena, il secondo cour di Bleach Thousand Year Blood War (in originale BLEACH 千年血戦篇 – Bleach: Sennen Kessen-hen) è approdato su Disney+. Intitolato Bleach Thousand Year Blood War – The Separation, è composto, come il precedente The Blood Warfare, da 13 episodi che sono stati trasmessi su TV Tokyo ed in alcuni paesi, trai quali l’Italia, in simulcast sulla piattaforma streaming della celeberrima casa di Burbank. La messa in onda della serie è iniziata l’ 8 luglio e terminata il 30 settembre, quando sono state rilasciate le ultime due puntate in uno special di un’ora. La serie, diretta da Tomohisa Taguchi e prodotta dallo Studio Pierrot, adatta dal capitolo 547 al 589 del manga. Dopo aver scoperto i segreti del suo passato e del suo potere, Ichigo Kurosaki ha forgiato la sua nuova Zanpakutō e può ora continuare il suo allenamento con la Squadra Zero, il gruppo di cinque Shinigami che proteggono il Re delle Anime. Nel frattempo, i Quincy, guidati di Yhwach e dal suo futuro successore, invadono nuovamente la soul society con l’intento di distruggerla in soli nove giorni. Gli Shinigami, tuttavia, nonostante le ferite e le perdite della precedente battaglia, si sono riorganizzati ed addestrati per sconfiggere i nemici. Lo scontro è inevitabile, tra battaglie epiche, tradimenti, rivelazioni e separazioni, la guerra dei mille anni si dispiega nella sua fase più cruciale che si conclude con un mirabolante cliffhanger.

Bleach Thousand Year Blood War – The Separation
Gli affascinanti comprimari della saga, colleghi Shinigami di Ichigo.

Bleach Thousand Year Blood War – The Separation: Squadra che vince non si cambia

Questo secondo cour è qualitativamente consonante con la prima parte, tanto sotto l’aspetto tecnico, quanto narrativo. La trama è abbastanza fedele all’opera originale, il ritmo è serrato e non ci sono episodi filler o flashback inutili. Rispetto al manga, tuttavia, presenta alcune modifiche ed aggiunte volute dallo stesso Tite Kubo, compresa una nuova battaglia che l’autore non era riuscito ad inserire nel prodotto cartaceo. Le censure sono minime e, come accaduto per il primo cour, riguardano prevalentemente situazioni a sfondo sessuale o nudità femminili, mentre di contro la violenza scorre pressoché implacabile. L’unica irregolarità, in tal senso,  effettivamente rilevante è la modifica, nel secondo episodio, della sequenza che vede protagonista la piccola Mareyo, adorata sorellina minore di Omaeda il luogotenente della seconda Divisione. Nel manga  la bambina viene brutalmente colpita dallo Sternitter BG9, mentre nell’anime il fratello maggiore le fa da scudo. Altra revisione che ha suscitato polemiche, riguarda la nota ed allusiva scena del manga che ruota attorno al succinto abito di Orihime Inoue, una delle protagoniste femminili di Bleach. Sequenza che seppur licenziosa non è sessista, né particolarmente volgare, bensì solo ironicamente, con un tocco salace, fuori dalle righe. Nonostante ciò, differentemente dai contenuti cruenti, è stata del tutto tagliata dall’adattamento anime, ma stando le dichiarazioni dello stesso Tite Kubo si è trattato di una scelta ponderata, dettata dalle regole derivanti l’orario di trasmissione. Il mangaka ha infatti dichiarato su Klub Outside che “La sequenza dopo la comparsa di Yoruichi era troppo oscena, quindi non era possibile. (Peccato perché) ho davvero adorato l’espressione sul volto di Yoruichi mentre sgrida Ichigo“. Nonostante l’assenza della suddetta scenetta comica non mancano alcuni momenti di umorismo e ironia tipici della serie, che s’innestano garbatamente, senza risultare stucchevoli o fuori luogo, all’interno della narrazione spiccatamente drammatica della saga. In Bleach: TYBW l’azione e la trama sono equilibratamente bilanciate, dando spazio sia alle battaglie che alle rivelazioni sui misteri della guerra e sul passato dei protagonisti, il tutto senza tralasciare quei siparietti comici che sono una piacevole ventata di leggerezza che rende più accattivante e scorrevole la narrazione. L’unica eccezione è l’omake (le scene bonus al termine delle puntate)dell’ultimo episodio, alquanto tedioso e inopportuno, con protagonista Kon, l’anima modificata( e difettosa!) che risiede in un peluche dalla foggia di un leone. La demenzialità penosa che caratterizza la scena, appesantita dalla struttura grafica in stile dialoghi dei videogiochi, annichilisce il finale, di per sé magnifico, della puntata. Questo tipo di comicità esageratamente ed inutilmente becera era già presente, saltuariamente, nel precedente adattamento anime di Bleach, nel quale talvolta diventava il leitmotiv di interi episodi filler, ma si tratta di una sgradevole novità per la nuova saga. Un peccato considerando la bellezza, tanto minimalista quanto espressiva, dei precedenti omake, che come per la prima parte consistono in citazioni dei personaggi tratte dal manga o dall’anime di Bleach, che riassumono il tema o il messaggio della puntata. Tuttavia il siparietto patetico di Kon non è la pecca fondamentale di questo secondo cour. In The Separation iniziano ad emergere più consistenti i difetti della trama ordita da Kubo, che presenta una dinamica altalenante tra picchi di drammaticità a momenti di media – bassa tensione, dove la storia s’inceppa in rapsodie frettolose che incrinano la fruibilità della storia. A queste oscillazioni narrative si aggiungono le caratterizzazioni un po’ superficiali di alcuni personaggi. Si tratta, quantomeno per ora, di imperfezioni, che tuttavia, proprio per l’ottima fattura del prodotto risuonano come una nota stonata. Nonostante ciò, Bleach: Thousand Year Blood War resta comunque un anime mainstream di pregio. Le sue lacune sono nel complesso minime e surclassate dal pathos generale che ammalia, complice la spettacolarità dell’immagine, lo spettatore. La narrazione è fluida e vertiginosa, così come l’animazione, che persegue l’altissima qualità della precedente parte. La fotografia superba, capace di adattarsi perfettamente ed esaltare l’emozionalità della storia, con colori vivaci e contrastanti, che donano dinamismo ed espressività alle scene. La magnificenza della grafica e delle animazioni raggiungono il loro massimo nelle battaglie, fulcro di questa parte della trama, caratterizzate da un’alta dose di azione, suspense e colpi di scena, con i personaggi che rivelano spettacolarmente le loro abilità e motivazioni. Spiccano maestosi i Bankai, la forma finale e completa della Zanpakutō, le katane degli Shinigami. Tra gli esempi più eloquenti troviamo l’episodio n. 6 La bianca foschia, incentrato sullo scontro tra Rukia  Kuchiki ed il Quincy As Nodt. Non solo abbiamo modo di ammirare la resa visiva del meraviglioso e glaciale Bankai della Sode no Shirayuki, la Zanpakutō della Soul Reaper, ma la fotografia dell’episodio valorizza in modo esponenziale il terrifico potere dello Sternitter, sublimando un’atmosfera agghiacciante ed inquietante che ben delineano e caratterizzano le capacità del nemico. Altrettanto impressionanti, sotto tutti i punti di vista, gli scontri tra la Squadra Zero ed i Quincy, in particolare il Bankai di Senjumaru Shutara ed il combattimento finale tra Yhwach e Ichibē Hyōsube. Anche qui il connubio fotografia – animazione esalta sensibilmente la magnificenza di queste battaglie, incantando lo spettatore già sorpreso dalla sequela di continue evoluzione degli eventi. Un ulteriore notazione merita proprio Yhwach, capo dei nemici, il cui design si fa progressivamente meno oscuro con l’avanzare della storia e delle rivelazioni sui suoi veri intenti. Il palesamento delle sue macchinazioni viene così rappresentato sibillino nella grafica, esempio della finezza espressiva che caratterizza l’anime di Bleach: TYBW.

Bleach Thousand Year Blood War – The Separation
Il team dei Quincy.

Anche l’orecchio vuole la sua parte

The Separation, differentemente dalla prima parte, è attualmente disponibile su Disney+ solo in versione audio giapponese con sottotitoli in italiano. A tal proposito è consigliabile, nelle scene ad alta luminosità, di impostare lo sfondo nero ai sottotitoli, altrimenti in alcuni frangenti non saranno leggibili. L’edizione italiana sarà curata della Dynit, che si è occupata del doppiaggio del precedente anime e del primo cour. La casa di distribuzione emiliana, stando gli annunci ufficiali dello scorso luglio, è già da allora al lavoro su questa seconda parte, a cui seguirà la pubblicazione dei DVD prevista per il 2024. Rimanendo sul comparto audio, la colonna sonora è composta sempre da Shirou Sagisu e vanta nuovi brani inediti che si uniscono alle precedenti canzoni e temi, creando una miscela musicale variegata ed eclettica che ben si coniuga con le immagini. L’O.ST. è ulteriormente arricchita dall’openingStars” di w.o.d. e dalla sigla di chiusura “Endroll” di Yoh Kamiyama.


The Separation, il secondo cour di Bleach: Thousand-Year Blood War, conferma l’altissima qualità di questo temerario adattamento animato, a cui va l’arduo compito e merito di trasporre, donandole nuovo lustro, la saga conclusiva del manga. Malgrado le imperfezioni, il binomio creato dalla fedeltà all’opera originale e l’eccelso livello tecnico, risulta assolutamente (av)vincente. Un ulteriore, encomiabile, tassello di questo nuovo anime, tributo ad uno dei più noti ed iconici shōnen. Un’ulteriore occasione per i fan di apprezzare l’amata opera del mangaka fantasista Tite Kubo.