ID@Xbox Digital Session: tutte le novità su quattro titoli indie presto in arrivo

Gli eventi in presenza di ampio respiro – salvo rare eccezioni – sono, come ormai sappiamo, solo un lontano ricordo. Ormai ogni sviluppatore o publisher preferisce infatti organizzare da sé il proprio appuntamento dedicato, specificamente indirizzato alla presentazione di uno o più titoli da presentare al pubblico (i Nintendo Direct, insomma, hanno fatto storia). Nulla di cui stupirsi, dunque, se negli ultimi giorni anche Microsoft ha contattato la redazione per seguire, online, l’ultima Digital Session interamente dedicata ai titoli ID@Xbox, ovvero alle produzioni indie supportate da Microsoft che arriveranno sul mercato nel corso del 2024. Alcuni videogiochi non costituivano vere e proprie novità, perché quantomeno era già nota la loro esistenza; tuttavia si è trattato di un’occasione preziosa per apprendere finalmente lo stato di sviluppo degli stessi, incluse meccaniche di gioco, video, aggiornamenti sul gameplay e presumibili date di lancio. Siete dunque nel posto giusto se siete ansiosi di sapere qualcosa di più – o addirittura di apprendere direttamente l’esistenza – di quattro produzioni diverse: Nightscape, Botany Manor, Jump Ship e Still Wakes the Deep. Ce n’è per tutti i generi, per tutte le età e per tutti i gusti: leggere le novità sull’ultima ID@Xbox Digital Session per credere.

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Nightscape: l’eredità di Journey con elementi originali si mostra all’ID@Xbox Digital Session

Se ci chiedessero quale dei quattro titoli presentati all’ultimo evento ID@Xbox sia il più affascinante, naturalmente risponderemmo: Nightscape. Senza nulla togliere agli altri ovviamente, i quali hanno i rispettivi assi della manica; ma l’atmosfera e il contesto narrativo del prodotto di punta di Mezan Studios (team indipendente con sede in Qatar) sono bastati a farci già innamorare perdutamente. Il principale punto di riferimento di Nightscape è, non a cas,o un vero e proprio piccolo capolavoro del passato recente, Journey: ci ritroviamo in un mondo misterioso e magico, in un’avventura vissuta per la maggior parte del tempo in solitaria, e alle prese con potere legati alla luminosità degli astri. Layla, catapultata contro la propria volontà in un mondo arabo fortemente connotato in senso onirico, deve compiere il suo destino e riportare le costellazioni in cielo, in seguito a un evento tragico noto come la caduta degli astri. Ogni costellazione “raccolta” lungo il percorso le donerà nuovi poteri, e questi poteri la aiuteranno a proseguire nell’avventura, in un circolo virtuoso che riprende e sviluppa meccaniche tutto sommato ben consolidate (nuovi poteri, possibilità di sbloccare nuove aree, nemici via via più potenti, e così via in modo molto lineare).

Se l’atmosfera è l’elemento centrale di Nightscape (ma non secondario negli altri titoli mostrati all’ID@Xbox Digital Session), è chiaro che gli elementi che donano originalità al gameplay consistono nella possibilità di sfruttare i poteri delle costellazioni per modificare l’ambiente circostante e affrontare i nemici: inizialmente, in quello che è a tutti gli effetti un titolo di avventura in 2.5D, Layla non potrà fare molto altro oltre a saltare e avanzare; ma poi il ventaglio di armi si arricchirà, e le stelle correranno in suo aiuto in base alle diverse necessità del viaggio. La versione di gioco mostrata è ancora provvisoria, tanto che non è nota, per il momento, una possibile data di lancio – ci auguriamo comunque che avvenga nel 2024, anche perché visivamente Nightscape sembrava già notevolmente curato. L’unico apparente difetto, per quel poco che comunque si è visto, sembra coincidere con il livello di difficoltà tarato verso il basso e con un’eccessiva linearità nella progressione; ma può anche darsi che la demo fosse pensata esattamente per “godersi” il contesto, piuttosto che l’azione e la progressione. Staremo a vedere; intanto il prodotto di punta di Mezan Studios va assolutamente aggiunto alla propria lista dei desideri.

Botany Manor: tra giardinaggio e vita da serra

Se Journey è stato indispensabile per la nascita di Nightscape, un pizzico di Animal Crossing è certamente individuabile alle radici di Botany Manor. Si tratta di un titolo in cui puzzle ambientali e situazionali si alternano all’esplorazione di una dimora inglese ottocentesca, riprodotta con estrema attenzione per i dettagli. La protagonista, Arabella Greene, si è ritirata a vita privata dopo una carriera di successo come botanica, nella quale ha avuto modo di accumulare informazioni (e semi) su piante esotiche, rare, o anche semplicemente difficili da curare. Quale occasione migliore del ritiro a vita privata, per mettere a frutto – questa volta con calma e serenità – l’esperienza di un’intera esistenza? Calma e tranquillità sono le due parole chiave di Botany Manor, e ciò risulta evidente anche da quel pizzico di colonna sonora che abbiamo già avuto modo di gustare. Arabella vive le sue giornate in tranquillità, tra piante e solitudini soleggiate marcatamente inglesi; e voi potrete farle compagnia, a partire dal 9 aprile 2024 (sì, questa volta siamo in possesso di una data di lancio).

Va da sé che la cura delle piante e degli ambienti della dimora costituiranno l’avventura principale di Botany Manor, il quale si proporrà dunque come titolo estremamente rilassante, in cui più dei singoli obiettivi conta lo stato mentale con i quali li si conseguirà; niente corse, niente stress, tutto spiegato (pare) in modo sufficientemente chiaro. Ci saranno semi da trovare, piante da accudire, erbari da compilare; e al tempo stesso, tuttavia, anche nuove informazioni da “sbloccare” circa la vita precedente della protagonista, e dei luoghi che ora per qualche motivo si ritrova ad abitare. Anche il collezionismo la farà da padrone – e non accadeva lo stesso, del resto anche in Animal Crossing? – con una serie di oggetti di interesse da trovare in giro e catalogare. Resta da capire quanti contenuti verranno offerti da Botany Manor, e quando durerà “la campagna principale”, perché il rischio della ripetitività sembra essere comunque tutt’altro che trascurabile.

Jump Ship: uno sparatutto spaziale cooperativo

Se i primi due titoli dell’ID@Xbox Digital Session di cui vi abbiamo parlato presentano elementi di indubbia originalità, i due che seguono rientrano invece in logiche e meccaniche già viste e vissute, ma comunque rielaborate in modo interessante e potenzialmente divertente. Jump Ship è il perfetto esempio a corollario di un simile ragionamento: astronavi, battaglie nello spazio, piccoli gruppi di giocatori nello stesso momento che modificano le proprie armi, si equipaggiano, vanno in missione, raccolgono le ricompense e ricominciano. Quante volte abbiamo visto qualcosa di simile? Potremmo elencare una miriade di titoli, anche se parzialmente contaminati con altri generi e meccaniche. Tuttavia, Jump Ship ha il suo perché e un’identità ben precisa, che punta in tutto e per tutto alla cooperazione tra giocatori invece che alla competizione. Se di sparatutto si tratta, infatti, dimenticatevi le aree in cui due squadre diverse di sconosciuti se le danno di santa ragione: qui bisogna cooperare per arrivare alla fine della missione, altrimenti si perde (così come si vince) tutti assieme.

In Jump Ship, il cui lancio per ora è sprovvisto di una data precisa, gruppi composti da un massimo di quattro giocatori online si organizzano per affrontare missioni nello spazio aperto o su pianeti sconosciuti. Nel corso di queste sfide può accadere letteralmente di tutto: battaglie in cui la meccanica sparatutto prende il sopravvento; puzzle ambientali da risolvere; “semplice” esplorazione alla ricerca di oggetti chiave. La cooperazione costituirà il cardine dell’esperienza, sia perché saranno richieste azioni in contemporanea per attivare determinati meccanismi, sia perché solo collaborando sarà possibile ottenere tutti i benefici necessari per potenziare le armi, riparare l’equipaggiamento, e infine progredire in un percorso pensato dagli sviluppatori e attualmente ignoto. Proprio su quest’ultimo abbiamo bisogno di nuove informazioni: a prima vista Jump Ship funziona ed è divertente, ma quante saranno le missioni? Quanto ripetitive? Riceverà aggiornamenti costanti? Il tutto sarà supportato da migliorie e collezionabili che tengano desta l’attenzione? Se così non sarà, non sembra il prodotto destinato a vita longeva; ma molto probabilmente sono solo paure legittime, che verranno fugate a tempo debito.

Still Wakes the Deep: c’è spazio per l’orrore anche all’ID@Xbox Digital Session

La paura fa novanta, ma anche novantuno e novantadue; di paura, insomma, c’è sempre bisogno – ed è per questo motivo che film e videogames a tema horror non passano mai di moda (e fatturano). E come si fa, poi, a trascurare il nuovo titolo di The Chinese Room? Parliamo degli sviluppatori di Amnesia: A Machine for Pigs, dell’indimenticabile Everybody’s Gone to the Rapture, e del malinconico e introspettivo Dear Esther. Solo dei veri e propri criminali ricorderanno questi esperimenti come meri “walking simulator”: si tratta invece di esperienze bene impresse, a distanza di anni, nella memoria di chi scrive, al contrario di tanti altri supposti capolavori. In Still Wakes the Deep l’atmosfera sarà però dichiaratamente horror, con l’intromissione dell’incubo (di matrice scopertamente lovecraftiana) all’interno del mondo reale. È vero, quest’ultimo nell’ultimo decennio è diventato un vero cliché – quasi che non si possa pensare un horror senza orrori cosmici – ma restiamo fiduciosi, perché lo ribadiamo, The Chinese Room sa quello che fa (o quantomeno l’ha sempre saputo, fino ad oggi).

Still Wakes the Deep è ambientato nel 1975: il protagonista deve salvare il suo staff, in seguito all’incidente che ha colpito una piattaforma petrolifera. Non vogliamo anticiparvi altro, e del resto c’è poco altro da anticipare: sappiamo che l’atmosfera sprofonderà – un po’ come la petroliera stessa – nell’incubo, molto, molto rapidamente. Il gameplay lascerà il giocatore del tutto disarmato, privo di armi e di equipaggiamenti per affrontare l’orrore: ciò significa che si tratterà ancora una volta di un’avventura da fruire soprattutto in prospettiva psicologica, spostandosi all’interno dei vari ambienti muniti del proprio ingegno, ma senza combattere (qualcuno ha detto Layers of Fear?). Di buono c’è anche la presenza di una data di pubblicazione su console, peraltro parecchio vicina: dal 18 giugno 2024 chiunque potrà godersi la storia di Still Wakes the Deep… e forse trascorrere, di lì a poco, almeno una notte insonne.


E con quest’ultimo titolo termina anche la rassegna dedicata all’ ID@Xbox Digital Session: non dimenticate di condividere con noi le vostre aspettative e idee sui titoli presentati e mostrati nel corso dell’evento; da parte nostra ovviamente torneremo a parlarvene a tempo debito, con anteprime, provati e recensioni. Restate quindi sintonizzati sulle nostre pagine!