Endless Ocean Luminous Recensione: incanto sotto il mare

Endless Ocean Luminous

L’ormai anziana Nintendo Switch continua a sorprendere con le rivisitazioni di alcuni titoli di culto, su tutti il qui presente Endless Ocean Luminous: sono trascorsi svariati anni da quando la casa di Kyoto ha affidato a Arika il compito di nuotare nelle maestose vastità oceaniche, brulicanti di creature che dipendono tanto dall’ambiente che le circonda quanto le une dalle altre, un ecosistema autosufficiente che preserva in tal modo il suo ordine naturale. Così come nei predecessori, questo terzo capitolo offre la possibilità alle nuove generazioni, nonché agli estimatori dei giochi subacquei della software house meglio nota per la saga di Street Fighter EX, di esplorare gli abissi e conoscere gran parte dei loro incredibili abitanti. Tuttavia, sebbene le immersioni rilassanti offrano un’ottima prima impressione, soprattutto quelle effettuate insieme agli amici, la profondità dell’avventura si rivela ben presto troppo esigua per esprimere appieno il suo potenziale.

Endless Ocean Luminous
Il bioma ghiacciato è sicuramente tra i più evocativi, grazie ai suoi pittoreschi giochi di luce tra gli iceberg

Endless Ocean Luminous: alla ricerca della serenità

Endless Ocean Luminous si concentra sull’immersione in acque inesplorate per studiare e fotografare la vita marina, un po’ come fa New Pokemon Snap ma con la libertà di spostarci in tutte le direzioni. Una mappa a griglia tiene traccia dei luoghi in cui siamo stati e mostra varie informazioni topografiche come i percorsi bloccati dalle rocce. L’oceano è pieno di cose interessanti da osservare, e il pacchetto include oltre 500 creature marine da trovare e scansionare. La fauna è semplicemente fantastica: pesci pagliaccio, passere, aragoste, mante, squali, calamari e altre creature prendono vita con dettagli, colori e animazioni eccezionali. Non essendo di fatto un biologo marino, non posso confermare l’accuratezza delle movenze di ogni singolo essere incontrato, ma l’ingenuità da semplice spettatore di uno zoo senza barriere è riuscita a farmi apprezzare moltissimo tanto gli animali quanto le ambientazioni, incluse tutte quelle strane bizzarrie che vivono molto in profondità. Ciò detto, il comparto grafico non fa comunque gridare al miracolo e a volte sembra un autentico relitto dell’epoca della Wii; il mondo naturale di Pikmin 4 è decisamente più bello da vedere, anche se presumo che il budget riservato a quest’ultimo fosse di gran lunga maggiore.

Dopo aver scansionato un pesce, è possibile leggere un breve riassunto didattico o accedere alla modalità foto per applicare filtri e cambiare angolazione, o persino nuotare insieme a loro, un’azione che non è soltanto pittoresca ma consente anche di risolvere alcuni rompicapo: ad esempio, potremmo ricevere l’incarico di nuotare vicino a determinate rovine con una creatura specifica al seguito. Endless Ocean Luminous ci lascia fare tutto ciò che ci interessa, anche se si tratta semplicemente di rilassarci e godere della placida musica ambientale. Tutto questo girovagare genera punti che aumentano il nostro grado, e ai livelli più alti ci verrà permesso di nuotare con pesci più grandi e guadagnare ulteriore valuta di gioco per la personalizzazione dei cosmetici, come adesivi e palette cromatiche. Durante le prime ore, la giocabilità molto informale è accattivante, ma non passerà molto prima di acquisire la consapevolezza che la maggior parte delle immersioni si trascorrono a fluttuare senza meta, scrutando di continuo tutto ciò che percepiamo al margine del nostro campo visivo, solo per scoprire che si tratta di qualcosa che abbiamo già visto decine di volte. Non ho nessun problema con tutti quei titoli bizzarri come Euro Truck Simulator che richiedono tanta curiosità personale e motivazione autogestita senza molte ricompense esterne. Tuttavia, la noia inizia a bussare alle porte del gameplay ripetitivo di Endless Ocean Luminous un po’ troppo in fretta.

Endless Ocean Luminous
Il nostro registro digitale consente di annotare tutte le scoperte effettuate

Viaggio nel mare delle contraddizioni

Le poche modalità di gioco non sono riuscite a convincermi del tutto che le idee alla base di Endless Ocean Luminous possano sostenere un gioco intero. La modalità principale è quella delle Immersioni in Solitaria, il cui aspetto più interessante è la possibilità di generare casualmente un nuovo oceano procedurale se ci si stanca di quello che si sta esplorando. È un concetto originale per aumentare la varietà, come se ci trovassimo all’interno di un roguelite pacifista, poiché nessuna creatura acquatica rappresenta una minaccia per noi e viceversa. Ogni volta che generiamo il layout di una mappa, questa viene anche decorata con diversi punti di interesse come grotte marine, navi affondate o profondità ghiacciate. Gli eterogenei ambienti marini attirano differenti specie di vita oceanica nelle varie fasi della giornata, quindi in tal senso le immersioni risultano sempre diversificate. Detto questo, l’algoritmo a volte produce livelli con ostacoli fastidiosi che impediscono l’esplorazione, intralci che un progettista umano probabilmente avrebbe corretto: il risultato sono sezioni che si intersecano e si confondono tra loro, creando panorami assolutamente spettacolari in certi casi ma altrettanto sgradevoli in termini ludici quando siamo costretti ad attraversarli.

La trama di Luminous offre una spiegazione alquanto fantascientifica alle nostre azioni, e spiega il significato del titolo: ogni volta che scansioniamo un pesce, imprigioniamo il batterio luminoso che lo circonda. L’obiettivo designato è di raccogliere abbastanza “luce” per ripristinare un corallo gigante che sta morendo, prima che questo fenomeno modifichi tragicamente l’equilibrio del mondo. Le missioni della storia ci trasportano in nuovi luoghi affascinanti, ma solo per brevi lassi di tempo. Peggio ancora, per sbloccare ogni nuova missione è necessario scansionare centinaia di creature, trasformando di fatto la campagna in un grinding pesante e abbastanza insensato. Endless Ocean Luminous ricorda spesso una sorta di No Man’s Sky degli esordi, un titolo affascinante che ispira una forte voglia di vagabondaggio, ma che non possiede tutta la sostanza necessaria per supportare in maniera adeguata le proprie atmosfere. Non sto certo dicendo che debba trasformarsi in uno sparatutto, ma alcune meccaniche aggiuntive potrebbero colmare il vuoto pneumatico che la sola esplorazione fine a se stessa non riesce a fare, e che forse le Immersioni Speciali che nel prossimo futuro verranno modificate con regolarità potrebbero arricchire. Tutto sta, dunque, ad aspettare e farsi bastare nel frattempo ciò che il titolo porta in tavola.

Endless Ocean Luminous
Esplorare le profondità sottomarine in compagnie migliora molto l’esperienza complessiva

Il fascino di un oceano affollato

Per fortuna, una buona compagnia può elevare molte esperienze, tra cui proprio quella oggetto della presente recensione. Abbiamo infatti a disposizione una modalità multigiocatore online che consente a 30 ricercatori virtuali da tutto il mondo di prendere parte a un’immersione condivisa, e devo ammettere che perlustrare i fondali di Endless Ocean Luminous con altre persone ha alleviato in parte i numerosi problemi del gioco in solitaria. Inoltre, non essendo uno sparatutto di precisione, non noteremo alcuna latenza provandolo online oppure offline. Più subacquei nella medesima sezione del Mar Velato scoprono rapidamente la mappa e favoriscono un soddisfacente lavoro di squadra. Una volta incontrati i colleghi nel nostro vagare, è possibile raggiungerli anche quando sono lontani invece di nuotare noiosamente verso la loro posizione, e ci viene concessa l’opportunità di taggare con emoji simpatiche qualsiasi cosa, dai pesci più belli ai luoghi che custodiscono oggetti da recuperare, in modo che tutti i partecipanti possano notarli sulla cartina topografica e accorrere di persona.

Ammetto che la presenza di altri giocatori mi ha spinto ad esprimere meglio la mia figura, indossando mute dai colori sgargianti che contrastavano con le varie sfumature di blu dell’ambientazione per spiccare in mezzo al gruppo, oppure disseminando l’ambiente di tag ed esibendomi nelle pose più strane che sono riuscito ad acquistare con i punti guadagnati. L’esagerata comunicazione non verbale proposta da Luminous è decisamente più adatta al contesto di quanto non avrebbe potuto essere una canonica chat vocale. Il gioco in cooperativa online (a proposito, purtroppo il multiplayer locale non è stato incluso) è anche il modo migliore per affrontare la caratteristica più interessante e ricca di contenuti: durante un’immersione, può giungere l’ordine di dare la caccia a una manciata di bersagli contrassegnati, un compito decisamente più semplice da svolgere se siamo insieme ad altre persone. Una volta completata la missione, apparirà un’enorme e maestosa creatura chiamata CMS, acronimo che sta per Creatura Marina Sconosciuta, da scansionare. In buona sostanza si tratta dei boss del gioco, che vantano tanto di introduzioni speciali. Le CMS si incontrano anche durante le immersioni in solitaria, ma quando nuotiamo insieme a un gruppo di sommozzatori la sensazione è quella di ingaggiare un eccezionale raid non violento stile Monster Hunter. Inoltre, le suddette Immersioni Speciali di Endless Ocean Luminous prevedono eventi a tempo limitato con contenuti unici e classifiche per i punti di immersione della squadra, come in un vero e proprio live service game, il che per qualcuno potrebbe rappresentare un notevole incentivo.


Pur presentando svariati limiti in solitaria, Endless Ocean Luminous funziona molto meglio come attività collettiva. Che si tratti di amici o di giocatori casuali, Luminous dà il massimo quando ci sono tanti pesci nel mare, sia in senso figurato che letterale. Alcuni aspetti gli impediscono di essere veramente trascendentale, come le limitate animazioni della vita oceanica e la struttura generale della storia, che viene raccontata attraverso singoli capitoli fin troppo brevi. Detto questo, per quanto la sua struttura ludica non sia impeccabile, resta comunque un titolo capace di regalare emozioni, soprattutto se assunto in piccole dosi o vissuto insieme agli amici. Altrimenti, il suo oceano rischia di asciugarsi in men che non si dica.


Gioca da quando ha messo per la prima volta gli occhi sul suo Commodore 64 e da allora fa poco altro, nonostante porti avanti un lavoro di facciata per procurarsi il cibo. Per lui i giochi si dividono in due grandi categorie: belli e brutti. Prima che iniziasse a sfogliare le riviste del settore erano tutti belli, in realtà, poi gli è stato insegnato che non poteva divertirsi anche con certe ciofeche invereconde. A quel punto, ha smesso di leggere.