Hades II Provato: primo bagno di sangue sul sequel di Supergiant

Hades II Provato

Fin dalla sua prima introduzione, il modello di sviluppo e rilascio graduale denominato “Accesso Anticipato” ha assunto connotati negativi. La possibilità di ottenere guadagno rapido “sulla fiducia” che un giorno – non ben specificato – i giocatori potranno ottenere frutto dal proprio investimento su un gioco ancora incompleto ha creato orde su orde di furbetti (per non dire truffatori) che hanno abusato di questo sistema per fare qualche soldino e poi scappare non appena la situazione si fa troppo controversa. Ma per ogni The Day Before o altri titoli simili che sono stati giustamente scherniti e criticati per la loro fraudolenta insincerità, questo modello di sviluppo e rilascio continuativo molto popolare all’interno del mercato indie ha permesso a molti studi in grado di utilizzare al 100% questo “strumento” di mettersi alla prova, sviluppare con relativa sicurezza e soprattutto instaurare un rapporto di fiducia e feedback con la propria playerbase. E sicuramente non c’è esempio più lampante del Hades sviluppato da Supergiant Games. Partito come il titolo di copertina della campagna “Early Access” dell’Epic Games Store nel 2018, il rogue-lite dello studio californiano è stato protagonista di una “Cinderella Story” incredibile: nonostante uno sviluppo travagliato, tra imprevisti, siti internet non funzionanti e addirittura un furto con scasso, le avventure di Zagreus attraverso i gironi infernali degli Inferi ha conquistato un seguito non indifferente, portando la stessa Supergiant Games a diventare uno dei pilastri più luminosi dell’industria. E ora, 6 anni dopo il rilascio della prima versione in accesso anticipato del titolo e 4 anni dopo l’uscita della sua versione finale 1.0, siamo pronti a rivivere l’intero percorso da capo con l’uscita di Hades II in versione Early Access. In questo articolo, vi parleremo della nostra esperienza durante le primissime ore di gioco. Pronti a ricominciare? Allora prendete dal frigo la vostra miglior bottiglia di Ambrosia, perché si parte!

Hades II
Il logo ufficiale di Hades II

Morte per Chronos!

Il primo capitolo di quella che ormai potremmo considerare una serie si focalizzava sul rapporto non così stretto e amichevole tra Hades, il Re e padrone degli Inferi e il suo figlioletto Zagreus in piena fase adolescenziale, in fuga dall’inferno greco e alla disperata ricerca delle sue origini e che l’hanno portato a fare la conoscenza di diverse personalità appartenenti alla mitologia greca, pronti a dargli una mano durante il viaggio… o a sbarrargli la strada e rispedirlo al punto di partenza, dove verrà accolto dalle provocazioni del padre e dai commenti passivo-aggressivi di Hypnos (maledetto!) E dopo quelle che per molti saranno state centinaia, se non migliaia di run passate a morire, e morire, e morire e in alcuni casi anche sconfiggere più e più volte il padrone dell’intera baracca, il finale di Hades lasciava intendere che tutto sarebbe finito con un sempreverde “tarallucci e vino”. Eppure, come spesso capita anche nelle migliori situazioni familiari, basta un singolo elemento di disturbo, una singola voce fuori posto per mandare all’aria tutto. Ed ecco quindi che la storia di Hades II si apre nel momento in cui il Titano del Tempo Chronos riesce – in qualche modo – a stravolgere l’ordine degli Inferi, usurpando Hades dal suo trono e imprigionando tutti i membri della famiglia reale… tranne una: Mēlinòē, la neonata secondogenita di Hades e sorella di Zagreus. Sfuggita al massacro, la semi-dea inizia un percorso di crescita e addestramento presso la Dea della Necromanzia Hecate e la Titanide della Luna Selene, in vista di uno scontro contro Chronos in nome della vendetta.

Come nell’originale, anche in Hades II ogni singola run (vinta o persa chessia) sarà fondamentale per ricostruire la dinamica del passato di Mēlinòē, conoscere nuove figure mitologiche e preparare al meglio il prossimo viaggio verso gli Inferi e lo scontro finale con Chronos. In questa primissima prova sul campo però, possiamo dire con certezza che già in questa versione Early Access Supergiant Games ha mostrato una quantità di contenuti che rivaleggia prepotentemente con la versione 1.0 del suo predecessore. Se nel 2018 la primissima versione di Hades terminava la propria avventura una volta conquistato Asphodel e l’Idra “Lernie”, in questo secondo capitolo possiamo già spingerci fino in fondo al viaggio di Mēlinòē senza particolari intoppi se non quelli previsti dalle nostre abilità pad alla mano o da dei punti specifici in cui il gioco preferirebbe introdurre le meccaniche più avanzate. Ciononostante, il livello di cura, varietà nella narrazione e soprattutto possibilità di interazione con i vari personaggi secondari ci da delle “buone vibrazioni” sul futuro prossimo della produzione. Se non fosse per alcune mancanze di asset definitivi o di aggiustamenti vari – prevedibili durante questa prima fase di feedback – Hades II non sfigurerebbe in mezzo ad altre release “complete” degli ultimi anni.

Hades II
A differenza di Zagreus, Mēlinòē sembra molto più matura e insicura. Certo, di sicuro il trauma infantile non ha aiutato, ma questo tratto potrebbe darle un vantaggio non indifferente.

Hades II: Mēlinòē e il Girotondo della Necromanzia

Per chi non conoscesse il modo in cui Hades comunica a schermo le peripezie dei propri protagonisti, il gioco di Supergiant è essenzialmente un dungeon crawler, ovvero una scalata da zona in zona in cui il giocatore è chiamato a superare stanze piene di nemici, trappole e tesori nascosti prima di raggiungere il boss che lo separa dal raggiungimento della prossima area. Nel caso di morte del personaggio, ecco che subentra l’elemento “rogue-lite” del gameplay: qualsiasi progresso raggiunto, bonus, oggetti speciali ottenuti, boss sconfitti durante la run vengono “quasi del tutto” azzerati, riportando il giocatore all’hub principale dove potrà prepararsi al meglio per il tentativo successivo. Ciò che ha reso Hades un titolo così apprezzato e popolare anche tra chi fino al giorno prima trovava i titoli con questo stampo un po’ troppo ripetitivi, è il fatto che quanto appreso, scoperto o ottenuto non viene del tutto perso, ma più che altro viene messo da parte e tenuto presente dalla logica di gioco. Ogni elemento del design è messo a punto per dare al giocatore il thrill di scoprire qualcosa di nuovo ad ogni nuova partita, a quel “altro tentativo” che potrebbe rivelarsi vincente.

Trattandosi di un sequel, in Hades II tutto questo è presente ma con leggere e altre volte pesanti differenze, a cominciare dal combattimento corpo a corpo. Se Zagreus possedeva sì delle doti magiche, ma il più delle volte queste erano confinate al semplice lancio di un dardo magico con cui “contrassegnare i nemici” e infliggere ulteriori danni, Mēlinòē è in grado di attingere e combinare nozioni di stregoneria e necromanzia con il proprio stile di combattimento, e infatti gran parte delle armi utilizzabili dalla semi-dea si basano su un approccio meno improntato al contatto fisico, come per esempio la staffa magica iniziale o la coppia di Umbral Flames in grado di lanciare incantesimi fisici e sfere di fuoco. Detto questo, in nessun caso parliamo di un combat system adrenalinico, veloce e che non perdona gli approcci – per usare un termine da Gamer™ – “camperoso” e che ora include l’uso di mosse speciali denominate “Omega”: versioni potenziate delle abilità di Mēlinòē e che richiederanno un investimento in MP per essere utilizzate. Tornano anche i “Boon” delle divinità dell’Olimpo e i “Martelli di Dedalo”, potenziamenti passivi per ogni elemento del move-set in grado di modificare o alterare del tutto il funzionamento di un’arma. 

Una volta tornati al Nexus Principale invece, si ha accesso alla gestione dei propri affari interni, che si tratti dell’ottenimento di nuovi upgrade permanenti per le prossime run o il consolidamento dei rapporti d’amicizia con i vari NPC che popolano l’ambiente. Tra queste, troviamo la rielaborazione di diverse meccaniche del passato, ma contestualizzate all’interno delle capacità di Mēlinòē: il calderone per l’evocazione/sbloccaggio di nuove strutture, l’agricoltura e l’uso di nuovi “strumenti” da portare con noi durante la partita vanno ad incrementare il numero di oggetti utili per le occasioni più disparate. Anche lo Specchio di Nyx ha subito un redesign totale, diventando “il piccolo angolo della cartomanzia di Mēlinòē” e durante il quale è possibile pescare dal mazzo dei tarocchi per incrementare le proprie statistiche in modo permanente. La summa di tutto questo è un gameplay che espande le possibilità già offerte nel primo capitolo e che ha il potenziale per essere ulteriormente espanso nel corso del ciclo di sviluppo. Diciamo quindi che la base era già ottima di per se, starà quindi a Supergiant Games capire come migliorare tutto questo senza renderlo troppo ingestibile.

Hades II
Può sembrare un po’ sporca, ma dopo qualche run di rodaggio l’azione di gioco di Hades II offre quella dose di “caos controllato” in grado di ribaltarvi la giornata.

È tutta una questione di TEMPO!

Ora che abbiamo un’idea più chiara di ciò che Hades II porta sul tavolo in questo momento tramite la sua versione in accesso anticipato, è arrivato il momento di domandarci dove e come gli sviluppatori potranno migliorare ciò che possiamo già giocare. Al di là di ulteriori rinnovamenti alla presentazione del gioco, come per esempio l’inclusione di nuovi render e sfondi di background più dettagliati, oppure anche nuove linee di doppiaggio da produrre, i prossimi aggiornamenti già programmati da Supergiant Games includeranno (anche se probabilmente non in una singola botta) una nuova mappa, la sesta arma ancora sconosciuta e la possibilità di customizzare l’aspetto del proprio Nexus.

Questo ci può far quantomeno ipotizzare sul fatto che – trattandosi di un sequel – lo scope generale di Supergiant Games sia quello di aggiungere più contenuto possibile per soddisfare le aspettative dei fan e soprattutto degli sviluppatori stessi. Tuttavia, se posso muovere una piccola e innocente postilla, una scelta del genere potrebbe andare ad appesantire il tutto. Titoli come The Binding of Isaac, Vampire Survivor, Enter the Gungeon o Balatro, per citare alcuni tra i roguelike più acclamati, possono permettersi di includere biomi o round aggiuntivi a iosa anche grazie all’assenza – al di là della lore consultabile dai giocatori fuori delle partite – di una struttura narrativa impattante, preferendo che il gameplay sia la parte fondamentale dell’esperienza. In questo caso, anche grazie alla presenza di migliaia di linee di dialogo da tenere conto e il bisogno di mantenere il giocatore in qualche modo ingaggiato con la narrativa, quest’ultimo fattore potrebbe essere compromesso con multipli biomi aggiuntivi. Ma chi può dirlo? Del resto, è tutta una questione di tempo e fino alla release della 1.0 il gioco potrà anche essere del tutto stravolto. Anche questo è un po’ il bello degli Early Access quando funzionano bene.


E quindi, alla fine di questa breve ma intensa prova, cosa ci rimane da dire sull’Early Access di Hades II? Di sicuro possiamo dire con certezza che la visione di Supergiant Games per quanto riguarda le dinamiche di gioco siano non solo focalizzate sul migliorare lo standard qualitativo del suo predecessore, ma possiamo anche constatare il fatto che ci troviamo davanti a una software house conscia dei fattori che hanno permesso a questa serie di salire alla ribalta dell’industria: una narrazione riconoscibilissima e divertente da scoprire, un gameplay frenetico e avvincente e soprattutto una cura nei dettagli che anche in questo momento, quando il gioco risulta ancora “incompleto”, mostra i primi segnali di un potenziale bis per quanto riguarda il suo successo. E i numeri su Steam ne sono la prova.  


Game Designer e scrittore, alla fine si è deciso ad aggiornare la propria bio dopo 50 anni di muffa. Perché va bene l'essere "cresciuti a pane e Tekken 2", ma a una certa arriva il momento di "voltare pagina". Non chiedeteli quale sia il suo Final Fantasy o gioco Mega Ten preferito: non ne uscireste vivi!