1000xRESIST

1000xRESIST Recensione V mensile

Siamo di fronte a un’intrigante e ambiziosa avventura narrativa che immerge i giocatori in un mondo distopico e post-apocalittico. Sviluppato dal piccolo studio Sunset Visitor, si distingue per la sua narrazione complessa e la sua grafica unica, offrendo un’esperienza di gioco che è tanto atipica quanto coinvolgente.

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La distorsione dei ricordi a causa del tempo: benvenuti all’interno della prima “Comunione”.

1000xRESIST: hekki almo, sisters!

Di tanto in tanto amo farmi domande stupide: sono in grado di capire quando un videogioco resterà con me per molto tempo? Ho raccolto ricordi e idee e la risposta è che mi resta addosso un senso di confusione, stordimento, una malinconica ubriacatura. È un’emozione vicina alla tristezza. Capita sempre più di rado, forse per colpa dell’età che mi priva dello stupore della giovinezza, ma capita. Questo è uno di quei rarissimi casi. Gli Occupants sono gigantesche creature aliene non ostili che portano con sé un virus che ha sterminato l’umanità in pochi mesi. Un’eccezione: Iris, un’adolescente inspiegabilmente immune. Mille anni dopo, Iris è venerata come una divinità nella società che ha fondato, facendosi chiamare ALLMOTHER. Un mondo popolato esclusivamente da suoi cloni, che però non hanno ereditato la sua immunità al virus letale. Le Sorelle, questo il nome dei cloni, vivono rinchiuse in un gigantesco bunker chiamato Orchard, costrette a indossare maschere per filtrare l’aria e in perenne stato d’allerta per la minaccia aliena. Nella nuova società, ogni sorella ha una precisa funzione e un colore che la identifica. Le posizioni di comando sono occupate da sei cloni: Principal, capo dell’amministrazione; Bang Bang Fire, capo della milizia; Knower, depositario della conoscenza; Fixer, capo degli ingegneri; Healer, responsabile medico e della clonazione.

Le scelte visive sono davvero azzeccate ed alcune scene le porterete con voi per molto tempo.

Eight-hundred and thirty-seven instances

Sei. Ne manca uno: Il Watcher, l’osservatore, il vostro avatar. Colei che ha il privilegio di rivivere i ricordi di ALLMOTHER attraverso un processo chiamato Comunione. Durante la prima visita ai sogni di vostra madre, Fixer vi avvisa che non tutto è come sembra: questo atto le costerà la vita, poiché sarà giustiziata per tradimento. Scoprire verità e ragioni sarà il vostro scopo. Sembra la trama di un film di fantascienza non troppo originale, una variante di temi abusati: una pandemia, la ricostruzione di una società, un’invasione aliena. È vero, le premesse non brillano, ma non è questo il punto. È la scrittura di questa avventura ad essere unica ed a pizzicare corde che raramente un videogioco è arrivato a toccare. La storia attraversa diverse generazioni e, attraverso undici capitoli, racconta eventi di un millennio. Ho impiegato quasi venti ore per arrivare ai titoli di coda, prendendomi il mio tempo, affascinato dal mondo di gioco e dai suoi personaggi. Mi sono ritrovato a girare senza meta, ignorando obiettivi, parlando con tutti come un tredicenne al suo primo JRPG. Non succede spesso.

1000xRESIST
La psicologia del colore dev’essere un argomento di grande interesse visto l’uso massivo in 1000xRESIST.

Soon we’ll grow beautiful enough to be worth taking

La grafica di 1000xRESIST è distintiva e stilizzata, con colori vivaci che creano un’atmosfera surreale e vivida ed una forte identità visiva. Sebbene manchi di dettagli tecnici e raffinatezza rispetto ad altri giochi, il suo stile artistico distintivo riesce a trasmettere efficacemente l’emozione e l’atmosfera del gioco. A rendere l’esperienza memorabile contribuiscono anche l’ottimo doppiaggio di ogni singola riga di testo e le musiche che accompagnano con delicatezza la lettura, amplificando le emozioni quando serve. Speriamo in una futura localizzazione in italiano che possa ampliare il pubblico di giocatori. Una nota di merito va alla splendida e malinconica “Fixer’s Song,” che fa da tema portante alla produzione. Dal punto di vista ludico, la prima fatica dei Sunset Visitor combina elementi delle avventure grafiche con semplicissimi puzzle e decision-making. Il sistema di controllo è intuitivo, anche se un po’ macchinoso. I puzzle sono ben progettati ma molto semplici. Le decisioni che il giocatore deve prendere sono significative e hanno un impatto reale sullo sviluppo della storia, rendendo ogni scelta ponderata e carica di conseguenze, portando a finali multipli e aumentando il valore della rigiocabilità. Ogni capitolo, inoltre, alterna inquadrature e gameplay, con sezioni esplorative, enigmi e puzzle onirici, variando costantemente l’esperienza.

Una delle immagini più belle dell’intera avventura, ma dovrete giocarla per poterla apprezzare.

1000xRESIST: six to one, ready or not, here I come

1000xRESIST non teme di esplorare tematiche complesse e di spingere i limiti della narrazione interattiva, alzando l’asticella. Questa audacia creativa lo rende una rarità nel panorama videoludico contemporaneo. Lentamente ho assistito a una storia che mi è entrata sottopelle, che capitolo dopo capitolo ha messo in secondo piano il racconto di una società distopica e di paesaggi distanti, concentrandosi invece sull’animo umano: errori, rimpianti, il peso di convivere con scelte difficili, le conseguenze di ideali marciti, sogni spezzati e la necessità di andare avanti, sempre e comunque. Cose che riguardano tutti noi, non solo come videogiocatori, ma come esseri umani.

Sono presenti numerose sequenze piuttosto forti, sia per contenuti che per significato.

Conclusioni

Trascrivo una delle tante frasi che ho annotato: “Vedi quei germogli di bambù nella zuppa? Portano con sé la radice del significato della vita: è necessario masticarli molto, una lunga digestione, prima di ricevere davvero il nutrimento.” Un capolavoro narrativo e un’esperienza di gioco che merita di essere vissuta.

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