Riot Play Club Intervista

Riot Play Club: la nostra intervista ad Antonio Cardillo, Community Manager di Riot Games


Settimana scorsa vi abbiamo raccontato del ritorno dell’iniziativa Riot Play Club, un progetto organizzato dal colosso attorno a League of Legends, Valorant, TFT e tanto tanto altro ancora all’orizzonte e in collaborazione con le realtà urbane popolate dalla community di questi titoli e che nel corso del 2025 permetterà ai fan del mondo dei MOBA, degli FPS Tattici, dei Giochi di Carte Digitali ma anche chi è entrato all’interno di questo universo grazie a progetti crossmediali come Arcane potranno condividere la propria passione e conoscenze assieme a nuove leve, veterani e i propri content creator preferiti. Per l’occasione abbiamo avuto modo di intavolare una breve ma piacevole chiacchierata con Antonio Cardillo, il Community e Influencer Manager italiano per Riot Games e che ci ha permesso di scoprire ulteriori dettagli sull’iniziativa e sulle aspettative per il futuro delle interazioni tra Riot Games e la propria community. Ma bando alle ciance, è arrivato il momento di immergersi in questa intervista!

Riot Play Club
Antonio Cardillo, Community e Influencer Manager di Riot Games per l’Italia

Piermatteo – Ciao Antonio, è un piacere averti qui. Che ne dici di cominciare con una piccola introduzione al tuo profilo professionale e al ruolo che copri in Riot Games, giusto per dare un contesto a chi magari non è ancora familiare con League of Legends, Valorant e tutto il mondo Riot.

Antonio – “Va bene, volentieri. Allora io sono il Community e Influencer Manager di Riot su tutti i brand (League of Legends, Valorant, TFT, Runeterra) più altri progetti come per esempio Arcane. Sono due aspetti che viaggiano paralleli ma che sono anche separati, ci occupiamo della crescita della community così come ci occupiamo della gestione dei nostri influencer associati. Per esempio abbiamo il programma Riot Partner Program, dove fondamentalmente stimoliamo i nostri creator affezionati attraverso ricompense e contenuti, diamo la possibilità a tutti loro di venir ricompensati non solo per la loro passione ma anche per il loro rapporto verso Riot. Fondamentalmente il mio ruolo è questo. Sono nell’industria da poco più di 10 anni. Per me è un mondo nuovo, sono due anni che sono qui in Riot Games ma sto imparando.”

P – Parliamo del Riot Play Club: dopo un 2024 in cui l’iniziativa è stata inizialmente aperta nel Regno Unito e in Norvegia, altre città si sono via via aggiunte alla lista dei locali in cui poter condividere la propria passione per i titoli Riot Games dal vivo, quali sono gli obiettivi per questo 2025 legati a questa iniziativa? Avete stabilito una sorta di traguardo in termini di espansione in Italia?

A – “Allora prima di tutto Riot Play Club è nato come un progetto tutto italiano e siamo molto orgogliosi di come sia cresciuto ed è stato esportato in altri paesi. Per quanto riguarda invece gli obiettivi di quest’anno, dato che il progetto sta prendendo sempre di più, quello che vorremmo offrire ai giocatori sono prima di tutto delle ricompense stagionali. Visto che League of Legends ha subito un cambiamento con le nuove Stagioni e non più solo le Season Start, ma con delle Patch che sono accompagnate da Stagioni e tematiche legate alla lore eccetera. Quello che vogliamo fare con Riot Play Club è quindi includere una collezionabilità di oggetti e ricompense tematiche e collezionabili durante l’anno. Un altro degli obiettivi è cercare di avvicinare sempre di più i giocatori a quelle che sono le proposte dell’azienda ed essere sempre più vicini e dare la possibilità a sempre più persone di provare anche in anteprima nuovi contenuti. Così come proporre eventi tematici legati a diverse tematiche di gioco.”

League of Legends Riot Play Club

P – L’iniziativa è volta non solo ad introdurre i neofiti, magari chi si è avvicinato al mondo di Runeterra tramite Arcane ma anche per chi è rimasto affascinato dalle imprese degli atleti esportivi durante l’ultimo atto delle varie stagioni competitive sia di LoL che di Valorant e vorrebbe approfondire la propria conoscenza tecnica sul gioco tramite lo scambio di conoscenze attraverso i consigli dei veterani. Pensi che tra qualcuno di questi giocatori possa nascondersi una futura stella dell’eSport italiano ancora da scovare?

A – “Sicuramente progetti come Arcane hanno portato League of Legends all’attenzione di un numero molto più alto di giocatori che non si erano ancora approcciati al gioco e stanno iniziando adesso. I nostri giochi hanno una forte componente multiplayer votata al competitivo, noi ci auguriamo di attrarre i talenti del futuro. Però Arcane è un grande progetto soprattutto a livello di lore. Quello che troveranno con i nuovi aggiornamenti (ad esempio “Welcome to Noxus”) è un’impronta sempre più narrativa. Io penso più a questo tipo di evoluzione, chi ha apprezzato la storia di Arcane può trovare anche dei riferimenti nel gioco, come per esempio il fumetto digitale dedicata a Mel. Per quanto riguarda i Worlds, ormai sempre più un momento di celebrazione per la community, ho visto persone che magari non conoscevano benissimo il panorama Esport ma che si sono comunque appassionate grazie alle storie dei campioni. Sicuramente tutti i prodotti esportivi aiutano a comprendere le meccaniche di gioco più avanzate e speriamo che i nostri nuovi giocatori si interessino al gioco competitivo, partendo dal circuito Grassroots o anche lo stesso Riot Play Club per imparare le basi e magari diventare i talenti di domani.”

P – Non possiamo non menzionare il grande contributo dei content creator attorno al progetto oltre che di partner d’eccezione come Panini e il loro album di figurine dedicato ai volti principali della community italiana. Puoi raccontarci un piccolo dietro le quinte su come si è sviluppata questa collaborazione?

A – “Tutto è nato tramite il feedback dei giocatori e di tutti quelli che orbitano nel nostro mondo come collaboratori. In questo caso avevamo due esigenze particolari: il primo, come Riot Play Club, era quello di trovare delle ricompense fisiche che invogliassero i giocatori a partecipare nel lungo periodo. Il primo anno avevamo delle ricompense uniche ma che duravano per tutto l’anno. La prima volta ricevevi un premio, la seconda un altro ma dopo due mesi avevi già collezionato tutti i premi disponibili e quindi non eri più stimolato a partecipare al Riot Play Club. Da qui abbiamo pensato alla già citata componente collezionabile. Allo stesso tempo volevamo trovare una chiave per promuovere le collaborazioni con la nostra community e con i nostri creator. Abbiamo unito i puntini e pensato a questa iniziativa, con Panini che si è rivelata entusiasta di dare vita a questa pazza idea che si è rivelata vincente.”

Riot Play Club

P – Concludiamo con un’ultima domanda generale: il 2025 è forse l’anno più importante per Riot Games da un punto di vista di “visione”. Diversi cambiamenti dal punto di vista strutturale dell’esperienza di gioco sia di Valorant che di League of Legends. Quest’ultimo ha integrato il DNA artistico di Arcane e Fortiche con una Season 2025 che ci ha trasportato in quel di Noxus, introducendo nuove meccaniche e modi per giocare, oltre che nuovi campioni come Mel e un primo sguardo al VU di LeBlanc. Direi quindi di lasciarci con quest’ultima domanda: possiamo aspettarci qualche sorpresa all’orizzonte?

A – “Come visione di Riot, quello che possiamo aspettarci è un percorso di coerenza con i nostri prodotti (come per esempio hai già citato con League of Legends e Arcane). Vogliamo farli viaggiare attraverso le Regioni, alla scoperta non solo di esse ma anche di come si comporteranno i vari campioni in relazione alla Storyline. Per quanto riguarda Valorant, quello che conta per noi è il “Player First”. Non è sempre facile, ma cerchiamo di dare alla community ciò più riesce a farla esprimere meglio. Dare a ogni giocatore il proprio spazio e questo posso garantire che sarà sempre una priorità.”

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Game Designer e scrittore, alla fine si è deciso ad aggiornare la propria bio dopo 50 anni di muffa. Perché va bene l'essere "cresciuti a pane e Tekken 2", ma a una certa arriva il momento di "voltare pagina". Non chiedetegli quale sia il suo Final Fantasy o gioco Mega Ten preferito: non ne uscireste vivi!