F1 25 Recensione: il pigro aggiornamento di un ottimo gioco 

C’è stato un momento, durante il Gran Premio di Monaco, in cui la mia Racing Bulls è volata su un cordolo, andando a sbattere violentemente contro una barriera. Auto distrutta, corsa finita e una certezza: quando si gioca senza cercare scorciatoie, le monoposto di F1 25 sono tutt’altro che semplici da portare al limite. È un segno di come il racing targato EA Sports, ma firmato annualmente e quasi artigianalmente da Codemasters, sappia ancora regalare momenti di realismo, per quanto mai esasperato. Non è una banalità visto che, togliamoci subito il dente avvelenato, l’opera di svecchiamento invocata dai fan da quasi un lustro non è ancora arrivata. Forse perché, proprio come la vera Formula One, la rivoluzione è rimandata alla prossima volta. Al prossimo anno. 


Insomma, con F1 25 si chiude un’era tecnologica, regolamentare e pure ludica. Se nel campionato in corso, il 75esimo della storia, sembra proprio che a spuntarla sarà un pilota Papaya dopo i quattro trionfi consecutivi del fenomeno Verstappen, nel gioco ufficiale è cambiato ben poco rispetto al capitolo precedente.  

La visuale interna resta la più immersiva

 F1 25: squadra che vince è McLaren 

Insomma, se è pur vero che squadra che vince non si cambia, è vangelo che nel mercato dei videogames l’innovazione è sempre vista come cosa buona, giusta e soprattutto necessaria. Specie quando, è il caso della serie, in termini di novità sostanziali si è rimasti ancorati a più di un’edizione fa. Cosa cambia? Rispetto a F1 24 si segnala intanto il ritorno di Braking Point che, giunto al terzo capitolo, riporta in auge la Storia della Konnersport, scuderia inventata di sana pianta la cui evoluzione, raccontata con cadenza biennale, viene sviluppata attraverso una ritmata alternanza tra soap opera e competizione, sulla falsariga del Drive to Survive made in Netflix. Chiaramente, visto il media di riferimento, oltre a dialoghi, intrighi e interviste, c’è pure da giocare e quindi scendere in pista per soddisfare le richieste dei vari scenari che si succedono per circa una decina di ore lorde di esperienza.

Ne vale la pena? Dipende da che tipo di videogiocatore siete, visto che l’introduzione del “drama” in una simulazione sportiva potrebbe risultare indigesta ad un pubblico che, semplicemente, da un racing si aspetta altro. Detto questo, la modalità, su basi più oggettive, semplicemente funziona e persino appassiona, per quanto la qualità dei momenti sia piuttosto variabile.  

F1 25
Riuscirà la Konnersports a superare drammi e problematiche?

Il nocciolo della questione 

Ad alimentare dubbi sull’eccessiva spettacolarizzazione di uno sport che, ricordando i fasti di qualche era fa, i fan vorrebbero rimasse duro e puro, ci si mette pure una modalità ad hoc sul tema del film di prossima uscita con protagonista, prima ancora che Brad Pitt, il mondo del Circus. Funziona? Dipende, ancora una volta, da cosa si cerca da un’esperienza chiamata, sin dai prossimi giorni, ad essere alimentata da nuovi scenari e, quindi, altre ore di potenziale divertimento. 

Piacciano o non piacciano, le novità descritte sono, almeno da un punto di vista quantitativo, un importante plus rispetto al pacchetto dello scorso anno. E tanto basterebbe per elogiare il lavoro svolto da EA in termini contenutistici. Per fortuna, negli studi di Codemasters si è andati anche oltre. Nello specifico, si è voluta cambiare un po’ la struttura della carriera, splittando sin dal menu iniziale i ruoli di pilota e team principal, di base ben incanalati in esperienze diverse. E se, come vedremo, la mission può dirsi riuscita sul fronte del puro piacere di guida – in tal senso restiamo estimatori del “gameplay” sviluppato negli anni dal team inglese – nutriamo forti dubbi sulle reali qualità della proposta manageriale. Sul mercato, banalmente, ci sono titoli che fanno quello, solo quello e meglio di F1 25. E ciò che una volta poteva avere senso, oggi, questa la sensazione, non ce l’ha più.  

Alla fine dei conti, ciò che a F1 25 riesce bene è proprio la guida, le sensazioni ad esse legate, il feeling che l’asfalto riesce a trasmettere via pad o, meglio ancora, ad un volante almeno discreto, come il G923 di Logitech. Se lo sfruttamento del DualSense resta tale e quale a quello dello scorso anno e pure di quello precedente, in fase di test abbiamo annusato un sensibile miglioramento del force feedback. Detta in maniera semplicistica, la guida sembra migliore, più appagante e più divertente. In ogni situazione, sia chiaro. Perché F1 25, come da trazione per la serie, è un gioco che, lato accessibilità, è adatto ad un a moltitudine di piloti, esperti o proprio no.

EA Sports F1 25
CI si aspettava di più, dal Team Ferrari

F1 25: l’uomo contro la macchina 

Che siate rookie piuttosto che veterani dei sim cade, basterà armeggiare un po’ con le opzioni e con le possibilità concesse dagli aiuti per trovare la “formula” perfetta e, perché no, ancora modificabile una volta fatta la giusta esperienza in pista. Visto che se ne parla, vorremmo anche sfatare qualche leggenda metropolitana circa la presunta leggerezza di un’esperienza non certo paragonabile ad Assetto Corsa, tanto per fare un nome, ma allo stesso tempo profonda in determinate condizioni. Se si ha il coraggio di disabilitare gli aiuti e, quindi, si ha voglia di metabolizzare la filosofia immaginata da Codemasters, F1 25 si avvicina in maniera sorprendete ai massimi esponenti di un genere variegato. Nessuno di essi può, però, vantare una licenza ufficiale tanto prestigiosa come quella Fia. 

F1, F2, piloti storici – sì, ci sono anche Michael Schumacher, Ayrton Senna e persino Jaques Villeneuve nell’edizione Iconic – tutte le livree aggiornate e tutti i circuiti, con alcuni meglio realizzati di altri grazie alla tecnologia Lidar nascosta nel codice di Ego Engine. Pur considerando l’ambiente “blindato”, la produzione EA svolge bene il compito. Certo, anche da un punto di vista tecnico le novità sono limitate, specie su console. Visto il confermato addio agli hardware di vecchia generazione, ci saremmo aspettati qualcosina in più sul fronte dell’illuminazione, pur migliorata nei riflessi e nella resa delle superfici, ma tecnologicamente ancorata agli standard di qualche anno fa.

Mancando l’appuntamento con la rivoluzione: per questa bisognerà attendere il prossimo capitolo per vedere una reale evoluzione di una serie che, questa la percezione, sembra voler ricalcare la sport a cui si ispira anche sul fronte delle “ere”. L’anno prossimo, il campionato di F1 avrà un nuovo regolamento tecnico e nuove, diverse e più piccole monoposto. Sarà quella, siamo pronti a scommetterci, l’occasione buona per innovare. Eppure, se si vuole vincere già quest’anno, provando magari ad infilarci nella annunciata lotta tra Lando Norris e Oscar Piastri, F1 25 è l’occasione migliore per rivivere le emozioni di una disciplina unica e affascinante. Nonostante tutto, nonostante Fia! 


Piuttosto che puntare alla simulazione, F1 25 continua a replicare sensazioni, emozioni e colori di uno sport che è anche un grande spettacolo. Le difficoltà di riprodurre in codice la particolare gestione di pneumatici e temperature, allontana il racing su licenza di Codemasters dalle vette simulative di una certa concorrenza ben più rodata sotto questo aspetto, ma avvicina sensibilmente la produzione EA al concetto di Tripla A vantato dai grandi del settore. F1 25 non innova rispetto all’edizione dello scorso anno, ma si rinnova quel tanto che basta per renderlo un pizzico più diverso rispetto al suo predecessore. Per tutto il resto, ci si vede il prossimo anno, sperando in qualcosa di più!


 

V MENSILE
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