Non c’è pace per l’industria videoludica: dopo i licenziamenti in casa Microsoft di cui vi abbiamo parlato ieri, oggi tocca a Techland finire al centro dell’attenzione. Lo studio polacco, celebre per Dying Light, starebbe infatti attraversando un periodo tutt’altro che positivo.
Secondo quanto riportato dal portale economico Puls Biznesu, Techland avrebbe chiuso il bilancio con una perdita pari a 130 milioni di złoty, circa 37,3 milioni di dollari americani. Un rosso importante, attribuito direttamente “alla decisione di interrompere lo sviluppo di due progetti”.
Al momento non è stato rivelato ufficialmente quali siano i titoli coinvolti. L’ultima volta che si è parlato di nuovi progetti in casa Techland risale al 2022, quando lo studio annunciò di essere al lavoro su un action RPG fantasy in un mondo aperto. Per l’occasione, era stato formato un team completamente nuovo, composto anche da ex membri di CD Projekt Red: tra loro figuravano Bartosz Ochman, direttore del world design (Cyberpunk 2077, The Witcher 3), Karolina Stachyra, narrative director (The Witcher 2, The Witcher 3), e Arkadiusz Borowik, lead narrativo degli stessi titoli.
Da allora, tuttavia, non erano emerse ulteriori informazioni sul progetto, se non una dichiarazione del CEO Paweł Marchewka nel 2023: “Il nostro action RPG open world in ambientazione fantasy si sta già delineando come qualcosa di veramente speciale, e l’obiettivo è assicurarsi che sia all’altezza delle aspettative per la nostra prima nuova IP da quasi un decennio.”
All’inizio di quest’anno, Techland aveva anche confermato l’intenzione di espandere l’universo di Dying Light con “diversi” nuovi progetti, ma a questo punto non è chiaro quali tra questi siano ancora in sviluppo. Al momento, lo studio non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali in merito alle indiscrezioni riportate da Puls Biznesu.
L’uscita più vicina resta Dying Light The Beast, attesa per quest’estate. Inizialmente concepita come una semplice espansione narrativa per Dying Light 2, l’opera ha assunto col tempo una forma più ampia, tanto da trasformarsi in un’esperienza standalone, autonoma e indipendente.
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