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Hideo Kojima: “I giochi tripla A sono tutti uguali, manca innovazione”

Ora che l’uscita di Death Stranding 2 è alle spalle, Hideo Kojima si è lasciato andare ad alcune riflessioni sullo stato attuale dell’industria videoludica.
Nel corso di una lunga intervista concessa al retailer di moda canadese SSENSE, il celebre game designer giapponese ha espresso tutto il suo disincanto nei confronti del panorama tripla A contemporaneo, sempre più omologato e privo di guizzi creativi.

Il dito è puntato soprattutto verso i giochi presentati durante l’ultimo Summer Game Fest, che secondo Kojima si sono rivelati tutt’altro che originali.

“Anche la grafica e le meccaniche sono praticamente tutte uguali”, ha commentato, “e capisco che a molte persone piaccia, ma è importante inserire qualcosa di davvero nuovo per far evolvere l’industria”.

Una visione critica che lo ha portato ad allontanarsi sempre più dal giocare grosse produzioni, preferendo i progetti indipendenti, che a suo dire sono ormai l’unico vero spazio dove sopravvive il rischio creativo e l’originalità.

Nel corso dell’intervista, Kojima è stato anche interrogato sul remake di Metal Gear Solid 3 Snake Eater, attualmente in lavorazione presso Konami senza il suo coinvolgimento. La risposta, accompagnata da una risata, è stata piuttosto eloquente “no, non lo farò“.

Ha poi raccontato un episodio curioso: un importante studio (di cui non ha voluto fare il nome) lo avrebbe contattato per una consulenza su un nuovo titolo stealth in sviluppo. Tuttavia, anche in quel caso, l’impressione lasciata dal progetto è stata piuttosto tiepida.

“Chi sviluppa giochi militari probabilmente non sa nemmeno come si smonta o si spara con un’arma”, ha detto. “Ed è un po’ triste”.

Alla domanda se lui fosse invece capace, Hideo Kojima ha risposto con il suo consueto tono diretto: “Sì, perché ho seguito anche io questi addestramenti, e ho imparato anche molti modi per uccidere le persone”.

Non è certo la prima volta che il papà di Metal Gear dimostra di voler superare i limiti del medium. Proprio in queste settimane ha ribadito un suo vecchio sogno: diventare il primo sviluppatore a realizzare un videogioco… nello spazio. Non in senso metaforico: vuole davvero andarci.

“Voglio allenarmi per bene, imparare a fare l’attracco, andare sulla Stazione Spaziale Internazionale e restarci per qualche mese”, ha dichiarato al Sydney Film Festival. “Non sono uno scienziato, ma probabilmente potrei sviluppare giochi anche nello spazio. Voglio essere il primo. Ci sono molti astronauti con più di 60 anni, quindi immagino sia possibile”.