Far Cry 3: Blood Dragon: la recensione di VMAG

Neanche troppo tempo fa, qui sulle pagine di Game Republic, chi scrive aveva tessuto le lodi di Far Cry 3. Al di là del gioco in sé, solidissimo per gameplay ed equilibrio, il suo lato più encomiabile era come cercasse di rifarsi fedelmente ad un preciso filone narrativo e cinematografico, quello degli horror alla Turistas. In questo DLC, Ubisoft dimostra ancora una volta di avere una piena consapevolezza nella narrazione all’interno di mondi free roaming, nonché un vastissimo serbatoio di cultura pop dal quale attingere. Il risultato è un’esplosiva esperienza revival, che riporterà i giocatori direttamente nei favolosi, meravigliosi e scintillanti Anni ’80. Il gioco vi mette nei panni di Rex Colt, mezzo uomo, mezzo macchina e tutto Americano, che porta il granitico volto di Michael Biehn (sì, non vi sbagliate, è proprio Hicks di Aliens).

Blood Dragon è il sogno divenuto realtà di sviluppatori con un caso particolarmente acuto di Sindrome di Peter Pan, cresciuti a pane, pessimi cartoni malamente disegnati e beceri film trash della peggior specie. Gente che ha venerato Robocop, che ha decretato Terminator come proprio padre spirituale e ha consacrato Jena Pliskin come principale riferimento di condotta pratica e morale. Insomma, c’è un’alta probabilità che voi stessi siate questo tipo di persone, motivo per cui dovreste seriamente dare un’occhiata a questo straordinario atto di amore nei confronti di un’intera epoca. Un po’ come Lollipop Chainsaw l’anno scorso, Blood Dragon osa violare uno dei grandi tabù del videogioco. In Blood Dragon infatti si ride, e pure parecchio. Si ride per il suo essere insensatamente sopra le righe e, con un po’ di malizia, a quanto in effetti questo gioco finisca per risultare involontariamente una parodia dell’attuale game industry. Ma, una volta tanto, sparare a tonnellate di nemici in sequenza non sarà piatto, noioso e privo di senso. Anzi, vi riporterà in più di un momento all’epoca dorata di DOOM, dove per essere contenti non serviva nient’altro che un corridoio di demoni da abbattere a colpi di shotgun.

Il tutto, però, reso tramite i portentosi valori di produzione di un videogioco come Far Cry 3. Nonostante la sua natura di comunque corposissimo add-on, Blood Dragon offre qualcosa che nessun altro gioco moderno (purtroppo, viene da dire) può più offrirvi. Robot assassini, cattivissimi cybercomunisti, squali e ovviamente i Blood Dragons del titolo, che sparano laser dagli occhi. Con un po’ di battutacce da macho alla Arnold Schwarzenegger e linguaggio da caserma che non guastano mai. Indubbiamente Blood Dragons non è per tutti, e avere un’età anagrafica che si aggira intorno ai 30 è un requisito necessario almeno quanto possedere una console. La piena comprensione di tutte le citazioni, insomma, aiuta molto a rendere l’esperienza più godibile. Ma, anche chi non avesse superato la minore età, è invitato a riscoprire quel meraviglioso e indimenticabile mondo dove il Muro non era ancora crollato, i film si vedevano in VHS e i veri videogiocatori si forgiavano nelle sale giochi. Tempi migliori? Ora potete giudicare voi.