Ghost of Yotei Recensione: chiamatelo “Onryo of Yotei”

Ghost of Yotei Non perdetevi l’approfondimento sul gameplay di Ghost of Yōtei il 10 luglio

In questo periodo storico dell’industria dei videogiochi dove Sony Interactive Entertainment si trova ampiamente imballata con l’annuncio e la pubblicazione di esclusive PlayStation 5 sviluppate dai suoi PlayStation Studios, e con il publisher che negli ultimi tempi sta mettendo a segno 2 pubblicazioni “maggiori” all’anno, Ghost of Yotei a prima sensazione appare come una sorte di manna dal cielo per l’azienda nipponica, che in questo 2025 di “grosso” ha immesso sul mercato il solo Death Stranding 2 (qui la recensione di Vgmag), che paradossalmente appartiene ad uno studio di sviluppo definibile second-party (Kojima Production), e che dunque in futuro approderà su altre piattaforme ad opera di differenti publisher.

Con Ghost of Yotei, Sucker Punch ha deciso di diventare un team di sviluppo “monotematico”, seguendo così le orme di Santa Monica Studio (che a quanto pare ha deciso di dedicare la sua esistenza a God of War), dando così vita alla serie “Ghost of”. Yotei però non è proprio un sequel diretto di Ghost of Tsushima, avendo sì con il precedente capitolo della saga un minimo di legame, ma allo stesso tempo può essere definito come un titolo a sé, con il nome più giusto che poteva (e doveva) essere Onryo of Yotei.

Ghost of Yotei prende tutto ciò che di bello e che di buono ha proposto Ghost of Tsushima, ampliandone alla massima potenza sia il gameplay, sia la fase esplorativa, diventando addirittura fin troppo grande da poter essere gestito nel corso della singola run. L’eredità dal precedente capitolo però non porta in dote soltanto tante cose belle, perché alcuni difetti e alcuni problemi riscontrati all’interno del gioco rappresentano una grossa (e spiacevole) novità che mai mi sarei aspettato di trovare all’interno di una produzione targata PlayStation Studios. Tranquilli, a breve parlerò di tutto!

Ghost of Yotei; Sony
Il monte Yotei dal punto di vista di Atsu

Ghost of Yotei (Onryo of Yotei): una trama altamente “giapponese”

Rispetto a Tsushima, Ghost of Yotei propone di fatto una trama ancora più incentrata sulle leggendarie produzioni cinematografiche giapponesi, con una storia che è riuscita a catturarmi in molte delle sue sfaccettature, anche se alcuni passaggi della trama sono risultati banali e prevedibili. Accede tutto proprio come i classici film giapponesi di Akira Kurosawa e simili! La famiglia di Atsu, la protagonista del gioco, è stata sterminata quando lei era poco più di una bambina da Saito e dal suo gruppo, “I sei di Yotei”. Madre e padre sono stati assassinati, il fratello è stato colpito a morte e lei è stata lasciata morire. Tutto sarebbe finito lì se la volontà e lo spirito di sopravvivenza di Atsu non avesse preso il sopravvento, permettendo alla ragazzina di sopravvivere, di forgiare la sua esperienza bellica in tante guerre affrontare, fino a trasformarla in un vero e proprio mito: l’Onryo tornato dal mondo dei morti per vendicarsi dei sei di Yotei. É qui che inizia il viaggio di Atsu… è qui che inizia il gioco!

Ambientato nella vastissima e immensa Ezo (oggi Hokkaido), Ghost of Yotei rappresenta un lungo viaggio che la protagonista compirà per vendicarsi di tutto ciò che le è stato sottratto, in un vortice di odio paragonabile alle peripezie vissute con Ellie ai tempi di The Las of Us Part II. Atsu però non deve vedersela con una singola nemesi, ma dovrà abbatterne ben 6 per potersi ritenere soddisfatta e per placare la sua sete di odio. La trama di Yotei viene ricamata su più fronti: ci sono le missioni principali, le tantissime attività secondarie e i ricordi della protagonista, che consentono al giocator di empatizzare con Atsu.

Le missioni secondarie, anche se definirle “missioni” stona con l’incipit di Yotei, vanno ad ampliare l’intera lore di Ezo, permettendoci di scoprire racconti e leggende che aleggiano nel mondo di gioco. Parliamo di side-quest e attività che a mio avviso possono rivaleggiare con i “racconti” principali e che, sempre a mio avviso, rappresentano il contenuto più imponente e succulento all’interno della produzione. Sì, le attività secondarie sono tantissime e variano dalla caccia alle taglie agli aiuti da fornire ai tantissimi NPC presenti ad Ezo, dalla scoperta di luoghi nascosti alla liberazione di zone dall’invasione nemica. Da non sottovalutare i tanti maestri d’armi dislocati per le varie regioni che vanno a comporre Ezo, perché spetterà al giocatore decidere se ampliare o meno il proprio arsenale di armi (ma di questo ne parlerò a breve). Queste sono soltanto alcune delle tantissime attività secondarie presenti in Yotei: come detto prima, queste attività vanno addirittura a sovrastare la trama principale del gioco e offrono tante ore aggiuntive tramite tutti questi contenuti. Sarò onesto: ad un certo punto ho dovuto abbandonare tutte queste side-quest per concentrarmi sul portare a compimento la missione vendicativa di Atsu. Un po’ l’ho fatto per poter arrivare alla stesura di questa recensione vedendo la schermata dei titoli finali, un po’ perché le attività secondarie stavano iniziando a diventare troppe per essere completate prima della fine del gioco.

L’Onryo è pronto all’azione!

La meccanica dei ricordi di Atsu è davvero interessante, oltre che particolare. Sfruttando la potenza dell’SSD di PlayStation 5, quando Atsu si trova a casa sua può passare dal presente al passato con la semplice pressione del touch pad, rivivendo alcuni bei ricordi (ovviamente giocabili) all’interno di quella location quando i genitori e il fratello erano vivi e vegeti. Il passaggio è davvero istantaneo e il giocatore può decidere di rivivere un particolare ricordo quando più gli garba. Parliamo dunque di una meccanica del tutto nuova, anche se un po’ abusata da parte degli sviluppatori soprattutto all’inizio del gioco.

Ho lasciato le missioni appartenenti al “racconto” principale per ultime, dato che su queste c’è qualcosa di importante da dire. Nei mesi precedenti è stato sempre detto che il giocatore poteva decidere liberamente a quale membro dei Sei di Yotei dare la caccia. Effettivamente, a primo impatto pare che Atsu possa indagare in giro facendo domande e ottenendo informazioni sulle varie location dove sono nascosti i vari membri del gruppo di villain. Ciò permette di avere più missioni principali sulla mappa di Ezo. Dunque, in teoria in giocatore può decidere da chi cominciare. In pratica NO! Tutto ciò è davvero lontano dalla realtà dei fatti!

Ghost of Yotei ha una sola e unica trama ben precisa, con l’ordine delle uccisioni dei membri che non può essere cambiato. Possiamo portare avanti più piste, ma ad un certo punto non sarà più possibile proseguire nella ricerca di un determinato membro dei “Sei” se prima non viene abbattuto quello pre-stabilito dal gioco. Questa scoperta è stata molto deludente, perché a primo impatto ho avuto l’illusione di poter decidere in prima persona chi affrontare e chi lasciare per ultimo. Se poi consideriamo che uno dei membri del gruppo villain può essere già affrontato durante il tutorial, ecco che già ci ritroviamo con una spunta in meno sulla nostra lista.

Ghost of Yotei
Potrete scegliere il bersaglio, ma…

Connessione con il mondo e con la natura

Sucker Punch stavolta l’ha fatto veramente grosso! Ezo offre un mondo aperto talmente grande che Tsushima al suo cospetto non può che inchinarsi e dichiarare la resa! Divisa in 4 regioni, Ezo è una gioia per gli occhi e “amante” perfetto per tutti coloro che adorano i giochi dalla forte componente esplorativa. Le varie regioni si dividono in zone montuose, zone pianeggianti, zone innevate, permettendo di passare in diversi ecosistemi. E ognuna di queste regioni offre un ammontare di attività secondarie che quasi vi faranno dimenticare di proseguire con il racconto principale. E come evitare di perdersi nell’infinità di Ezo? Risposta più che scontata: il vento guida!

Il vento guida può essere considerato un vero e proprio co-protagonista del gioco, permettendo ad Atsu di orientarsi e di raggiungere sempre il proprio obiettivo, guidando letteralmente il giocatore fino al punto di interesse selezionato. Questa meccanica di gioco, richiamabile sempre tramite il touch pad, rende il gioco davvero mistico e affasciante, ma ovviamente abbassa di molto la difficoltà durante le fasi di esplorazione. Tendenzialmente parlando, tutti voi abuserete del vento guida, rendendo la ricerca di NPC, location e obiettivi estremamente semplice. Oltre al vento guida, tornano anche gli uccelli dorati, che così come il vento vi condurranno direttamente presso zone che già abbiamo imparato a conoscere in Tsuhima, come spezza-bambù, sorgenti termali, le varie tipologie di santuari, tane delle volpi, pilastri dei caduti, ma anche nuovi luoghi come dipinti sumi-e (con il giocatore che potrà dipingere ciò che vedrà), canzoni dello shamisen e tane dei lupi.

Lo shamisen che Atsu porta con sé non è soltanto uno strumento di contorno, ma apprendendo nuove canzoni presso specifici luoghi, sarà possibile suonarle e questa meccanica rende il gioco ancora più semplice. Imparando determinate canzoni (che si suonano mediante l’uso del touch pad) infatti il giocatore può richiamare il vento guida e farsi condurre presso i vari luoghi sperduti, ottenendone così i bonus. Sorgenti termali, spezza-bambù, altari della riflessione e tane dei lupi ad esempio, non saranno più così introvabili e Atsu potrà ottenere sempre più potenziamenti.

La grande novità introdotta in Ghost of Yotei sono proprio le tane dei lupi. La lupa, animale che durante alcuni scontri potrà aiutare Atsu, è una sorta di secondo co-protagonista! Questo animale non può essere “evocato” per volontà del giocatore, ma lo farà di sua iniziativa. Per far sì che la lupa appaia con più frequenza, è possibile stabilire un legame con lei aiutando i vari lupi catturati per tutta Ezo. Dopo aver rintracciato una delle tane di lupi e aiutato la lupa con il recupero dei suoi compagni, Atsu e la lupa potranno consolidare il proprio legame: in termini di gameplay, il giocatore può potenziare di volta in volta sia le abilità combattive, sia la frequenza di evocazione dell’animale.

Tornando al mondo di gioco, essendo Ezo davvero immenso, la mappa risulta estremamente grande e andrà via via componendosi scoprendo location e aggiornando la mappa tramite alcuni pezzi acquistabili. Ovviamente Atsu ha una fida cavalcatura che permette di spostarsi in maniera davvero veloce, ma al tempo stesso può contare sul viaggio istantaneo. Dopo aver scoperto un luogo, in pochi secondi è possibile spostarsi lì mediante la pressione di un tasto. Il consiglio che posso darvi però è quello di non abusare di questa meccanica, perché potreste “saltare” punti di interesse o NPC utili. Già, perché uno dei punti forti del gioco è proprio la componente esplorativa: più percorrerete Ezo, più scoprirete!

Ci sono davvero tanti, forse troppi punti di interesse, che come detto prima vi faranno dimenticare la caccia ai Sei di Yotei: tra ronin a cui dare la caccia per ottenere Mon (valuta di gioco), luoghi da liberare e leggende da scoprire, l’Onryo ne avrà di cose da fare. E proprio il mito dell’Onryo permetterà al mondo di gioco di evolversi! Più la taglia di Atsu come Onryo andrà crescendo, più i vari ronin e cacciatori di taglie tenderanno a preparare imboscate per accopparvi.

Gli NPC hanno un ruolo importante all’interno di Ezo. Possono vendere (o acquistare) oggetti, fornire informazioni sia sui Sei di Yotei che su molto altro che riguarda Ezo e i suoi segreti, ma anche conversare normalmente. Gli NPC presso i villaggi principali costituiscono una sorta di HUB, dove il giocatore può acquistare oggetti o potenziare l’attrezzatura, mentre alcuni si incontreranno lungo i tanti chilometri percorsi a cavallo. Inoltre, Atsu può accamparsi vicino al suo cavallo, con il fuoco accesso che può richiamare NPC che approfitteranno della situazione per chiacchierare o per fornire supporto al nostro Onryo. Gli NPC più importanti poi, incontrati durante l’avventura, andranno a comporre il Branco di Lupi: essendo Atsu il “lupo gemello” (niente spoiler), alcuni personaggi non giocanti formeranno un gruppo non ufficiale di alleati utili alla causa. Toccherà a voi scoprirli tutti, perché la maggior parte di questi NPC non si incontrerà durante il racconto principale.

Ghost of Yotei
Accampandovi potrete ricevere le visite degli NPC, che approfitteranno della vostra ospitalità

Tante armi per un gameplay puramente action

Un altro dei grossi e importanti miglioramenti rispetto a Ghost of Tsushima risiede nel vasto e assortito arsenale a cui Atsu può attingere per mettere a segno la sua vendetta nei confronti di Saito e allegra combriccola. In Tsushima l’unica arma da mischia principale e utilizzabile era la katana, mentre Yotei dà accesso a ben 5 armi bianche principali: la Lama del lupo (katana), doppia katana, Yari, Kusarigama e Odachi. Il presupposto principale però è che eccetto la katana, il resto delle armi bianche possono essere ottenute mediante side-quest. Atsu per ottenere queste armi infatti dovrà recarsi presso i maestri d’armi e addestrarsi nell’utilizzo di ciascuna di esse per poterle sbloccare. Tradotto: seguendo la sola trama principale, il giocatore utilizzerà la sola katana. Chiaramente, è difficile che i giocatori non si interessino nell’apprendere l’arte delle varie armi, equipaggiamenti che daranno vantaggi nel corso degli scontri. Ogni arma infatti permette di “counterare” una o più armi dei nemici, ma allo stesso tempo dovrete scegliere con cura quale utilizzare durante gli scontri per non essere sopraffatti dai nemici. Ad esempio, la doppia katana vi fornirà un vantaggio contro chi utilizza uno Yari, ma allo stesso tempo vi svantaggerà contro gli utilizzatori delle singole katane. Il Kusarigawa farà breccia negli scudi, ma avrà la peggio contro le altre armi. Si tratta di una specie di effetto “carta, forbici e sasso” che si manifesterà spesse volte durante gli scontri, dato che i nemici, anche quelli più comuni, tenderanno a ambiare armi durante gli scontri.

La stessa cosa vale per le armi a distanza e le armi secondarie, tutte ottenibili tramite side-quest, salvo rari casi. Interessanti sono il Tanegashima (fucile), il Tanzutsu (pistola) e la Fiamma dell’Oni, che renderà gli scontri davvero incandescenti. Ovviamente tutte le armi possono essere migliorate presso la fucina (una sorta di fai-da-te), e presso gli NPC, garantendo ad Atsu equipaggiamenti sempre più potenti. Nel gioco sono presenti anche svariate tipologie di armature, tutte ottenibili medianti missioni facoltative e ognuna che offrirà determinati bonus. La più interessante è sicuramente l’armatura dell’Onryo, tra l’altro l’unica che si potenzia mediante il prosieguo della storia e non per opera del fabbro. Tornano anche gli Amuleti, in grado di garantire ulteriori bonus e vantaggi. Ah, non scordiamo il ritorno dl rampino, che come sempre garantisce al gioco la giusta verticalità, soprattutto durante le fasi di esplorazione, ma saprà rendersi utile anche in alcune fasi dei combattimenti.

Ghost of Yotei
Sarà possibile personalizzare Atsu con tanti oggetti, ma il 99% sarà solo a scopo estetico

Il combat-system è rimasto di base quasi uguale a quanto visto in Tsushima, con lo spirito (potenziabile con gli spezza-bambù) che permette di seguire determinate tecniche o recuperare la propria salute. Lo spirito può essere ripristinato bevendo saké, che ovviamente avrà effetto “alcolico” su Atsu, donandole per alcuni secondi uno stato d’ebbrezza che influenzerà il combattimento. Bevendo 2 bottiglie di saké di seguito, questo status alterato sarà ancora più elevato. I combattimenti si basano sempre sullo spezzare la guardia dei nemici, utilizzando però le armi giusti. A differenza di Tsushima, i nemici cambiano armi durante gli scontri e il giocatore deve adeguarsi contrattaccando con l’arma giusta per non trovarsi in svantaggio. In alcuni casi però, l’abuso del cambio d’arma dei nemici è davvero fastidioso, così come potrebbe risultare fastidioso lo switch dell’arma da parte di Atsu, dato che spesse volte ho miss-cliccato i pulsanti per cambiare arma, ritrovandomi a non poter subito controbattere gli attacchi nemici. Anche le tipologie di nemici sono più variegate rispetto al precedente “Ghost of”: Atsu dovrà vedersela con ronin, bruti, seguaci dell’Oni in grado di incendiare le proprie armi, shinobi (veri e propri ninja) e samurai con armature davvero spesse. Il prosieguo della trama principale farà emergere nemici sempre più forti e ben equipaggiati, fattore che dà una ulteriore conferma al fatto che sarebbe stato impossibile scegliere quale dei Sei Yotei affrontare per primi. Ritrovarsi subito contro i nemici ultra-corazzati avrebbe reso impossibili i combattimenti, dato che Atsu arriverà a quegli scontri con il giusto equipaggiamento e le giuste tecniche apprese. I duelli invece (ossia le boss-fight) sono rimasti pressoché identici rispetto al passato: una volta capito il move-set del nemico, è praticamente fatta. Ammetto che alcuni duelli sono stati emozionanti e difficili da vincere, mentre altri sono risultati rapidi e deludenti.

Altra enorme differenza tra Yotei è Tsushima risiede nella già menzionata lupa, animale che può essere “evocato” garantendo un valido aiuto durante gli scontri. Come già detto, più il legame con la lupa di farà solido, più aumenteranno le probabilità e i modi di richiamarla in battaglia. In alcune occasioni, suonando lo Shamisen, è possibile proprio chiamare in autonomia la lupa per farci fare manforte, ma per gran parte della storia occorrerà creare le giuste condizioni per averla al proprio fianco. Un esempio lampante viene dato durante la morte: prima di subire il colpo di grazie, la lupa può apparire per impedire di essere uccisi, permettendoci di ottenere un po’ di vita e tornare a combattere. Persino i confronti, che tornano da Tsushima più emozionanti che mai (ma sempre ripetitivi) acquistano un po’ di novità, dato che in alcune occasioni la lupa parteciperà al confronto affrontando uno dei nemici, avendo così la possibilità di rimanere per il restante scontro.

E lo stealth? Proprio come in Tsushima, anche Ghost of Yotei presenta una componente stealth, ma in questo caso non rappresenta il focus principale dato che non è più una “novità” in termini di trama. Con l’avvento degli shinobi (Jin Sakai è stato il primo di essi) ormai l’arte dell’uccisione silenziosa non è più così malvista o un disonore. Tant’è che nel gioco non è presente neanche un tutorial su come effettuare le uccisioni silenziose, che possono arrivare fino a 3 consecutive. Purtroppo però, l’IA dei nemici non è migliorata molto rispetto al passato, dato che anche se visti, basta nascondersi immediatamente per far tornare il nemico al proprio posto. Inoltre, alcune uccisioni non destano allerta ed è possibile muoversi senza essere visti anche in realtà non dovrebbe essere così. In più, il Kusarigama permette di effettuare uccisioni a distanza, con i nemici che vengono afferrati e tirati via davanti agli occhi degli alleati, che non muoveranno ciglio nonostante un proprio compagno venga letteralmente strappato via dal posto. Da segnalare anche che a livello di game design, i forti e le varie zone occupate “offrono” una disposizione dei nemici tale che una volta capite le posizioni e i movimenti, è possibile assassinarli tutti quasi come se fossero pedine disposte su di una scacchiera. Assassin’s Creed in questo caso ha insegnato bene (si fa per dire bene eh!).

Ghost of Yotei
Nei duelli è sempre presente la barra vitale dell’avversario

L’essere umano e l’Onryo

Fin dal primo memento ha destato molto scalpore la presenza di una protagonista di sesso femminile all’interno di un gioco quale Ghost of Yotei, con molti giocatori che hanno criticato la scelta di Sucker Punch di proporre una donna come personaggio giocabile all’interno di un contesto simile a quello di Ghost of Tsushima. Ma se da un lato avevamo il samurai Jin Sakai, dall’altro abbiamo una vendicatrice quale Atsu che all’interno della storia di Ghost of Yotei non stona per nulla. Atsu ha vissuto in prima persona lo sterminio della famiglia, sterminio che ha coinvolto anche lei. La donna però, al tempo una ragazzina, è riuscita a salvarsi e ha covato una vendetta lunga moltissimi anni, temprando il suo carattere e le sue abilità combattive per tornare ad Ezo e dare la caccia ai Sei di Yotei. L’appellativo di Onryo non se lo è assegnata da solo, nossignore, ma è stato quasi imposto da chi ha assistito alle sue gesta e alla sua voglia di non morire fino al compimento del suo scopo.

L’Onryo è un tipo di yurei, un fantasma del folklore giapponese che ritorna nel mondo dei vivi per cercare vendetta (quindi si distingue dal comune fantasma). Inoltre, sempre nel folklore nipponico, l’Onryo il più delle volte è rappresentato da una figura femminile. Dunque, è la descrizione perfetta per Atsu, data per morta e incapace di morire agli occhi delle persone, e che non si fermerà fino all’uccisione del gruppo di malvagi che non solo ha sterminato i propri cari, ma sta cercando di estendere il proprio dominio su tutta Ezo.

Ghost of Yotei
La lupa vi aiuterà durante i “confronti”, se creerete le condizioni affinché ciò avvenga!

La realtà dei fatti però è che dietro la leggenda dell’Onryo di Ezo c’è una donna solitaria che ha basato la sua intera vita sull’uccisione di quei 6 maledetti, non avendo nessuno che la riportasse sulla retta via. Ma Atsu è un essere umano, una donna, e come tale anche lei brama in cuor suo una vita normale. Durante quei pochi momenti di rilassamento di cui può godere – un bel bagno nelle sorgenti termali – Atsu ha dei desideri, come bere, mangiare, fumare, tornare ad avere l’odore di una donna… la compagnia carnale di un uomo… desideri che fanno di lei un vero e proprio essere umano a tutti gli effetti. Eppure, L’Onryo è comunque parte di lei.

Atsu è dunque un personaggio che convince e che nel corso del gioco può creare una sorta di empatia con il giocatore. Atsu riesce ad evolvere e migliorare il proprio atteggiamento verso le persone e verso la natura che primeggia all’interno di “Yotei”. Eppure, le scelte che compirà nel corso della narrazione vanno di pari passo con un’altra eroina che ha basato il suo intero viaggio sull’odio e sull’uccidere chiunque le capiti a tiro: Ellie! E proprio come Ellie, le scelte che compirà avranno un impatto importante soprattutto verso le persone che staranno al suo fianco. A differenza di The Last of Us Part II però, il giocatore può riportare Atsu verso la giusta strada, grazie ad alcune scelte di dialoghi che renderanno Atsu più umana… o al contrario potranno far emergere la natura vendicativa e fredda dell’Onryo.

Onryo che viene menzionato anche nei vari alberi dei potenziamenti cui Atsu può attingere: i vari altari della riflessione dislocati per tutta Ezo offrono un punto spendibile presso le varie abilità acquisibili. L’Onryo aumenta le abilità combattive della nostra protagonista, tra cui gli attacchi in mischia, l’assassinio e la sopravvivenza. Gli altri “rami” potenziabili sono rappresentati dalla Mischia, con il giocatore che può migliorare le abilitò nell’utilizzo di tutto le armi principali; la Vendetta invece migliora alcune abilità nei combattimenti, a cavallo e nella percezione dei nemici.

Ghost of Yotei
Ecco i vari alberi delle abilità di Atsu: questo è quello dell’Onryo

Ghost of Yotei (Onryo of Yotei): gioie e dolori per Sucker Punch

L’intera opera targata Sucker Punch approda su di una piattaforma che può vantare una generazione in più rispetto al suo predecessore, che fu pubblicato su PlayStation 4 nel corso del 2020. Grazie a PlayStation 5 e alla potenza della macchina, Ghost of Yotei riesce ad ottenere alcuni boost impensabili al tempo di Tsushima, ma al tempo stesso sono molte – forse troppe – le cose che fanno storcere il naso. E molte sono del tutto inaspettate!

Inizio col dire ce Ghost of Yotei propone un piccolo salto di qualità grafica rispetto al suo predecessore, con i volti dei personaggi principali che risaltano e sono più dettagliati rispetto a quelli dei personaggi secondari. Ma ciò che viene esaltato in Yotei sono sicuramente i colori, più vivi che mai, soprattutto nelle immense distese di Ezo. I colori generati dalle varie regioni creano paesaggi idilliaci ed estremamente invitanti, mettendo in piedi un’ambientazione che potrebbe essere seconda a nessun’altra. In rete stanno girando alcuni trailer del gioco, in parte ingannevoli, perché purtroppo il nuovo titoli in arrivo su PS5 non riesce a raggiungere tale livello grafico. Però, con le giuste impostazioni (modalità grafica), i 60 frame al secondo riesce a raggiungerli durante il gameplay, sacrificando ovviamente la resa grafica che scende a 1080p. Se desiderate avere un dettaglio grafico più alto, saranno gli fps a scendere a 30. Durante i filmati e le scene di intermezzo invece, nulla da fare: il frame rate è bloccato a 30 e questo va molto in contrasto con ciò che vedrete ad occhio nudo durante il gameplay impostato a 60 fps.

A spiccare su tutto è ovviamente il comparto audio (al netto di problemi che indicherò dopo), con la colonna sonora di Yotei che si abbatte sul giocatore e sul gioco in maniera magistrale e coinvolgente. Alcuni brani sono davvero mozzafiatanti, oltre che commuoventi, e accompagnano il viaggio di Atsu infondendo diversi sentimenti. In alcune circostanze è proprio il giocatore che può comporre alcuni dei brani basandosi su alcune ispirazioni, mentre anche i suoni ambientali e le varie soundtrack svolgono egregiamente il loro lavoro. Non mi potevo aspettare di meno da un gioco ambientato in questo particolare setting!

Così come Ghost of Tsushima, anche Ghost of Yotei presenta alcune esperienza grafiche selezionabili prima dell’inizio dell’avventura: oltre al ritorno della modalità Kurosawa, che permette di giocare come se fossimo in uno dei film del leggendario maestro (filtro bianco e nero) e lingua giapponese, è stata aggiunta l’esperienza cinematografica Samurai che imposta automaticamente i dialoghi in lingua giapponese. Non preoccupatevi, perché essendo una produzione PlayStation Studios il titolo include anche il doppiaggio in lingua italiana, con i nostri doppiatori che come sempre hanno fatto un lavoro eccezionale!

Anche il DualSense viene sfruttato in alcune sue caratteristiche all’interno del gioco, sebbene in maniera molto risicata. Apprezzo l’intento di Sucker Punch di simulare la vita da accampamento mediante il feedback aptico, permettendoci di accendere il fuoco e cucinare il cibo sulla fiamma (solo funghi e salmone, povera Atsu) sfruttando il movimento del controller per gestire la cottura del cibo, oppure utilizzarlo a mo’ di martello per lavorare il ferro e creare una katana, ma queste azioni diventano presto monotone, noiose e ripetitive, costringendo il giocatore a saltarle premendo l’apposito tasto. Stranamente però, nel gioco da tavolo introdotto nel gioco, ossia lo Zeni Hajiki, dove il giocatore deve spingere le monete mediante la pressione del tasto R2 per simulare il movimento del dito, non è stata per nulla utilizzata la funzione del grilletto adattivo dinamico, sicuramente utile in quella situazione.

A livello di animazioni invece, c’è stato un piccolo miglioramento rispetto a Tsushima, con Atsu che in maniera spettacolare riesce a recuperare le armi dal terreno quando viene disarmata dagli avversari. A parte qualche animazione sporadica però, il resto è rimasto immutato con gli oggetti che vengono raccolti dalla protagonista senza questa neppure allunghi il braccio per dare l’impressione di afferrare l’oggetto.

Dunque, l’esperienza complessiva può essere promossa a pieni voti? Assolutamente no! Purtroppo, e devo sottolineare purtroppo, Ghost of Yotei risulta essere la peggiore esperienza videoludica a livello tecnico pubblicata dai PlayStation Studios su PlayStation 5. Al netto di 2 patch scaricate e installate durante la fase review, alcuni problemi di natura tecnica hanno rovinato in maniera importante l’esperienza di gioco. Il gioco è crashato più volte, generando errori ma tornando comunque alla schermata principale, permettendomi di ripartire dal checkpoint più vicino. In alcune occasioni però, si sono verificati dei veri e proprio freeze della schermata che non solo hanno bloccato la console costringendomi ad uno spegnimento manuale e forzato, ma stranamente mi hanno fatto ripartire da un checkpoint davvero molto distante rispetto ai miei progressi. Ammetto che è stato davvero frustante perché questo problema si è manifestato in troppe occasioni. Sicuramente verrà corretto il tutto con future patch, ma mai prima d’ora mi erano capitate tutte queste pessime esperienze recensendo produzioni first-party PlaStation.

Il volto di Atsu perde qualche dettaglio durante il gameplay… meglio nei filmati!

Inoltre, in molte circostanze improvvisamente l’audio del gioco è sparito per alcuni secondi, sia nei suoni di sottofondo, sia nei dialoghi dei personaggi, tornando dopo qualche secondo. Peggio ancora, questo in alcune occasioni è stato una specie di pre-annuncio a fasi in cui il gioco è andato a scatti per almeno 20 secondi, per poi tornare a girare nuovamente bene, salvo recuperare anche la componente audio dopo altri secondi trascorsi. In più, molti NPC come di consueto dialogano tra di loro: anche allontanandomi di moltissimi metri, nonostante le voci degli NPC non si sentano più, nei sottotitoli i loro dialoghi hanno continuato a scorrere, andando in contrapposizione con i dialoghi sottotitolati della protagonista.

Enigmatici anche i tempi di caricamento del gioco! Spesse volte, lanciando il titolo dalla home di PS5 questo impiega pochissimi secondi per entrare subito in game, mentre in altre occasioni la schermata nera di caricamento è stata accompagnata da un caricamento davvero lungo. Idem per quanto riguarda quei pochi caricamenti in-game presenti: questi hanno variato tra caricamenti immediati e caricamenti che hanno richiesto alcuni secondi per farmi tornare a giocare. Diciamo che forse occorrerà l’intervento degli sviluppatore per ottimizzare al meglio il tutto.

Infine, anche a livello di gameplay si sono manifestati alcuni problemi, abbastanza importante. Durante gli scontri è capitato infatti che i nemici, anche in gruppo, mi accerchiassero senza però attaccare. Ho postato il controller per evitare di attaccarli e per tutto il tempo i nemici sono rimasti a guardare il mio personaggio evitando qualsiasi movimento. Solo dopo averli attaccati hanno iniziato nuovamente la loro offensiva. A questo aggiungiamo alcuni nemici che improvvisamente durante gli scontri sono scappati, riuscendo a correre a piedi in maniera più veloce (nonché goffa) del mio cavallo. Anche le scale sono risultate comiche durante i combattimenti, dato che salendo su alcune postazioni di osservazione e poi scendendo mentre i nemici salivano, il risultato è stato vederne 3 praticamente bloccati sulla scala, non potevano “né scendere, né salire” (citazione doverosa). Questi 3 personaggi sono rimasti bloccati sulla scala per tutto lo scontro, per poi essere uccisi senza problemi e con il loro consenso, dato che non hanno fatto nulla per muoversi. Da segnalare anche alcuni nemici che sia prima, sia durante gli scontri, erano letteralmente immobili, come se non si fossero proprio “attivati”.

Anche gli NPC alleati non hanno dimostrato una buonissima IA, dato che in (poche) occasioni per proseguire nel loro cammino per farci strada, si sono letteralmente dovuti “resettare” tornando indietro per poi riprendere a camminare. Molto di tutto ciò, sia ben chiaro, non accadde ai tempi della fase review di Ghost of Tsushiama, facendo così fare a Ghost of Yotei ben 2 passi indietro in termini tecnici. E se pensiamo che stiamo parlando di un gioco destinato a PlayStation 5 rispetto ad una produzione arrivata a meno di un anno dall’approdo sul mercato di PS4, è ipotizzabile che forse il team di Sucker Punch si fosse concesso qualche altra settimana di lavoro per offrire un’esperienza migliore anche a chi ha messo le mani sul titolo in maniera anticipata per scopi lavorativi.


Dopo l’arrivo primaverile di Death Stranding 2 On the Beach, Sony Interactive Entertainment tenta di mettere a segno il suo colpo autunnale con Ghost of Yotei (ma io avrei preferito Onryo of Yotei, ormai si è capto). L’avventura di Atsu è sicuramente migliore del viaggio compiuto da Jin Sakai sia in termini di trama, sia dal punto di vista dei contenuti. Ezo si lascia esplorare che è un piacere e i giocatori avranno sempre qualcosa da fare lungo il viaggio, ricevendo molte “distrazione” dalla missione principale da compiere. Sucker Punch ha dunque saputo prendere ciò che di bello e interessante proponeva Ghost of Tsushima, migliorandone e ampliandone le feature principali, a partire da un arsenale di armi ed equipaggiamenti più che soddisfacente. L’aggiunta della Lupa inoltre ha reso il gameplay molto più tattico, con il giocatore che viene spinto a legarsi sempre di più all’animale per garantirne sempre di più l’apparizione in battaglia. Purtroppo, Ghost of Yotei deve fare i conti con un comparto tecnico che spesse volte imbarazza e frustra, rendendo la produzione una delle peggiori mai approdate su PlayStation 5. Un passo falso che danneggia l’esperienza, non rovinandola però completamente. Sarò onesto: se Yotei non fosse caduto in tutti questi inciampi tecnici, sicuramente avrebbe potuto aspirare ad un giudizio che avrebbe spinto il racconto di Atsu verso vette alte e quasi “perfette”. Tolto questo, Ghost of Yotei resta un gioco valido che si farà giocare con piacere sia da coloro che hanno apprezzato il precedente capitolo, sia da quei giocatori che decideranno di giocarlo senza aver viaggiato attraverso l’isola di Tsushima.


 

Classe 1988, i cabinati delle sale giochi mi hanno svezzato al magnifico mondo dei videogiochi. Trasformare la passione in lavoro ha richiesto tempo e pazienza, ma in ambito professionistico ho iniziato dal ruolo di newser, fino a raggiungere la carica di Lead Editor.