Anche Apple aveva il suo Oculus Rift

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Apple ha da poco tenuto un evento ufficiale per presentare al pubblico i due nuovi arrivati della famiglia degli smartphone gusto mela: iPhone 5C e iPhone 5S.

L’annuncio, come accade spesso in questi casi, è stato accolto da un mix di pareri entusiasti, indifferenza e aperta diffidenza, che sommati hanno infine inciso negativamente sul valore delle azioni di borsa, che hanno registrato un calo del 2,33% alla chiusura di Wall Street. I nuovi modelli hanno riservato, comunque, poche sorprese e innovazioni di rilievo. Ma voci di corridoio suggeriscono che non tutto sia stato mostrato nel corso della conferenza Apple, e che l’azienda di Cupertino abbia tanti assi nella manica da utilizzare, come svelato dall’ex Vicepresidente Senior di Apple, Tony Fadell.

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Apple – ha rivelato infatti Fadell – ha prodotto una serie di prototipi di visori, ma non ha mai avuto il tempo di svilupparli.

Fadel descrive così il concept sviluppato da Apple: “si trattava di visori, che danno la sensazione di trovarsi all’interno di un cinema”. Qualcosa in effetti di molto più simile ad un head mounted display come Oculus Rift, piuttosto che i Google Glass tirati invece in ballo da molte fonti.

Del resto, è risaputo come Apple abbia brevettato tantissimi progetti nel corso degli anni, tra i più disparati, anche se sono in pochi quelli che poi hanno effettivamente ottenuto luce verde. Ciò che fa drizzare le orecchie, però, è che Apple abbia effettivamente, nel 2008, già registrato un brevetto per un visore HDM. Apprendiamo dal brevetto che anche il casco made in Apple disponeva di una tecnologia di tracciamento per la testa, in modo da ridurre al minimo l’affaticamento per l’utente, nonché il senso di disorientamento. Il dispositivo simulava appunto un cinema, o un qualunque altro ambiente per la riproduzione di video. Indossando il casco era possibile entrarvi all’interno e manipolare l’immagine proiettata, zommando indietro e in avanti, e guardarsi intorno grazie a un’accoppiata accelerometro e giroscopio all’interno degli occhiali. Il brevetto non si è mai tradotto in un prodotto vero e proprio, ma potrebbe, stando alle dichiarazioni di Fadell, essere il progetto alla base di questi misteriosi prototipi. Che la Apple stia solo aspettando il momento giusto per uscire allo scoperto? 

Il lancio di un nuovo device che si preannuncia come un successo che potrebbe cambiare il panorama tecnologico è sempre seguito da una serie di imitazioni più o meno riuscite. Un tentativo di saltare sul carro dei vincitori, che spesso vede chi è arrivato dopo surclassare il pioniere, potendo contare sull’esperienza “apripista” di quest’ultimo, e magari di risorse economiche maggiori. In questo senso, una sfida sullo stesso campo tra Apple e Oculus VR si preannuncia sicuramente interessante e tutt’altro che fantascientifica.

Inoltre, abbiamo già evidenziato come il connubio tra visore di realtà virtuale e smartphone sia uno tra i possibili scenari ipotizzati dai promotori di questa tecnologia. Apple, da sempre azienda leader del settore per la sua capacità di precorrere i tempi e anticipare (quando non dettare) mode e tendenze, sarà sicuramente giunta alla stessa lungimirante conclusione del CEO Brendan Iribe, ovvero che la periferica di realtà virtuale non dovrà necessariamente approdare sulle console casalinghe, ma piuttosto guardare al mercato mobile.