Abbiamo già parlato tante volte del rapporto tra realtà virtuale e sesso. Detto in poche parole, più o meno chiunque aspetta di scoprire le nuove frontiere del cybersex, e sono già tanti gli sviluppatori al lavoro per permettere alle persone di incontrare la donna dei loro sogni nella comodità delle loro camerette. Quali sono però i possibili rischi?
A lanciare un’ombra oscura su questo scenario è la psicologa Elizabeth Blagrove, dell’Università di Warwick. In pratica, secondo le sue parole, la realtà virtuale potrebbe dare un effetto molto simile a quello del famoso cane di Pavlov. Ovvero, associare uno stimolo ad una sensazione. Questo potrebbe essere particolarmente rischioso nel caso di un ipotetico simulatore di sesso per Oculus Rift, non programmato abbastanza bene per rimuovere il fastidioso effetto di “simulation sickness”.
“In questo caso,” ha spiegato la dr.ssa Blagrove “Si rischierebbe di associare la nausea provata con il visore di realtà virtuale con la sensazione di eccitamento che si prova grazie agli input visivi che state visionando.”
Lo scenario che si prospetta è davvero inquietante: giocate a un simulatore di sesso, vi sentite male per la nausea e la prossima volta che vi trovate a letto con la vostra dolce metà avvertite lo stesso tipo di malessere. La Blagrove critica anche chi consiglia di sottoporsi più volte alla VR in modo da superare il malessere:
“L’associazione deve essere solidificata o allenata nelle persone, allo stesso modo con cui si fa per i cani, ma se giocate abbastanza spesso [in realtà virtuale NdR], e ripetutamente, è molto possibile che essa si rinforzi”
Alla luce anche di questa notizia, diventa più che mai cruciale per Oculus VR trovare un modo di risolvere i problemi legati alla simulation sickness. Forse possiamo comunque dormire sonni tranquilli, dato che, come abbiamo visto, proprio in questi giorni la compagnia sta mostrando nei suoi uffici quello che è con tutta probabilità la versione definitiva del visore. In HD. E senza alcuna traccia di nausea.