VR è la migliore invenzione della storia dell’umanità: parola di Palmer Luckey

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Palmer Luckey, fondatore di Oculus Rift, ha approfittato della sua prima partecipazione al DICE per sottolineare l’incalzante ritmo con cui la tecnologia VR si sta sviluppando e soffermarsi su come essa riuscirà a cambiare il mondo circostante nel giro di pochi anni. Per manifestare questa sua opinione Luckey ha concluso il suo intervento al summit dicendosi convinto che “la realtà virtuale sarà una delle invenzioni tecnologiche più importanti della storia dell’umanità”. Difatti, secondo il numero uno di Oculus, il successo della VR è dovuto alla sua facilità di gioco che permette anche alle generazioni più vecchie di immergersi in essa, visto che a differenza dei principali giochi e delle principali tecnologie presenti sul mercato richiede ai suoi utenti soltanto di sapersi guardare attorno e saper esplorare un ambiente. Per tale ragione, una volta che sarà immessa sul mercato, VR garantirà alla game industry la possibilità di ampliare il proprio pubblico con ripercussioni considerevoli su tutto il mondo dell’intrattenimento in generale.

Luckey ha poi analizzato gli ostacoli che ancora oggi la realtà virtuale non è in grado di superare. Fra questi il più importante è sicuramente l’interazione tra due persone in quanto solo in futuro la realtà virtuale potrà consentire a due individui di sentirsi nello stesso posto contemporaneamente anche se non lo sono nella vita reale. Questo problema è strettamente correlato al senso della presenza fisica e quindi dell’immersione all’interno di un gioco VR. In effetti, la presenza fisica è ciò che permette d’ingannare la mente del giocatore e fargli credere di trovarsi in un posto che realmente non esiste. A tal proposito, Luckey si è detto fiducioso nei miglioramenti che potrebbero essere apportati a Oculus Rift per offrire maggiore presenza fisica all’utente, tant’è che già oggi azioni come volare e cadere risultano più credibili e reali. Concludendo il suo intervento, Luckey ha infine ammesso che il dev kit del suo visore si trova ancora ad uno stadio primitivo rispetto a quello che la sua azienda vorrebbe ottenere, arrivando addirittura a definire Oculus Rift odierno soltanto come “la punta dell’iceberg” dell’intero progetto.

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