Palmer Luckey: Espandere il mondo oltre i limite del possibile

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Palmer Luckey, fondatore della società VR Oculus, nell’ultimo Summit D.I.C.E. ha spiegato alla GamesIndustry International in quale direzione si sta orientando lo sviluppo del device. L’intraprendente responsabile del progetto ci introduce nella sua visione del futuro virtuale partendo dal suo passato. Scopriamo subito che Luckey non ha mai avuto una formazione ingegneristica formale, bensì tutto ciò che sa lo ha appresso come autodidatta, abbandonando all’età di 21 anni gli studi di giornalismo.

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Ciononostante, quando l’intervistato parla dell’origine del progetto VR, tutto sembra molto semplice, come se chiunque potesse portare a termini un’ambizione come questa. Si tratta di uno dei progressi tecnologici più importanti della storia, tanto da essere in grado di rivoluzionare il mondo. Ognuno di noi, spiega nella sua filosofia il giovane progettista, nasconde nella propria mente delle fantasie, o meglio ancora, è mosso dalla curiosità di voler sperimentare qualcosa che nella vita reale non esiste o non è possibile fare. Queste pulsioni latenti si nascondo in ogni essere umano, non solo nei videogiocatori hardcore o appassionati di realtà virtuale.

Ciò che separa gli individui dalle tecnologie video ludiche attuali, in grado di soddisfare solo in parte questa l’esigenza di evasione, sono gli strumenti oggi commercializzati. Le console o i computer necessitano ancora di essere veicolati tramite tastiere, mouse e joystick, rendendo il loro utilizzo non proprio alla portata di tutti.
Nel caso delle sensor bar che si stanno diffondendo, la sensazione di realtà aumentata che questo hardware trasmette è ancora molto macchinosa, nella maggior parte dei casi solo parziale. Oculus Rift permetterebbe a chiunque di vivere un’esperienza virtuale completa, senza dover avere una capacità cognitiva o motoria diversa da quella utilizzata nel mondo reale.

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Google Ray Kurzweil, ci spiega Luckey, sostiene che presto saremo tutti in grado di migliorare il nostro cervello tramite chip neuronali in grado di sostituire qualsiasi tipo di cuffie, joystick e ogni altro hardware che serva come ponte tra i due mondi di realtà e virtualità. Lo stesso studioso afferma che grazie a queste rivoluzioni tecnologiche diventeremo immortali.
L’ideatore di Oculus VR chiarisce che esiste un numero inestimabile di fattori non prevedibili nello sviluppo di un progetto simile. Sarebbe plausibile pensare, inoltre, che non tutte le menti siano in grado di simulare allo stesso modo un ambiente virtuale, rendendo vano e senza nessuna soluzione di continuità il lavoro che si sta svolgendo. Luckey sottolinea più volte la frustrazione determinata da alcuni rumor che ritengono il progetto Oculus VR solo un grosso vaporone che non vedrà mai la luce.

Ciò non è vero ribatte l’intervistato, nonostante non nasconda che la società sia per molti motivi in balia del progresso tecnologico. L’ultima versione di Crystal Cove è dotata di un  head tracking totale, una bassa persistenza del display e 6DoF (degrees of freedom) tracking. La demo EVE Valkyrie sviluppata da CCP, esprime tutto il potenziale del visore.  Luckey afferma che non si tratterà di un giocattolo per ricchi, ma di un prodotto alla portata di tutti.

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I movimenti del corpo potranno essere tracciati tramite 6DoF one-to-one senza alcun supporto del motion capture. Il motion tracking vince , perché chiunque potrà utilizzarlo. L’investimento più importante sarà quello sui contenuti. I progettisti dovranno sviluppare dei giochi che realmente riescano a differenziarsi dal resto dell’esperienza video ludica, e a emergere su Oculus VR allontanandosi il più possibile dalla tecnologie già esistenti. Per quanto riguarda la concorrenza, l’intervistato risponde che è ancora troppo presto per preoccuparsene, le proposte della Valve, CASTAR e Sony  sono “marea crescente che solleva ogni barca” I loro progetti serviranno come spinta promozionale per Oculus VR.