Siamo tutti guardoni virtuali con Private Eye

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Chi potrà mai dimenticare la tensione emotiva de La finestra sul cortile? Dal 1954 le cose non sono cambiate molto. Uno dei capolavori della storia del cinema arriva su Oculus Rift con un videogame, Private Eye, intriso di suspense e mistero. La redazione di ORI ha provato per voi quest’interessantissima demo disponibile per il visore di realtà virtuale. Lo sviluppatore del gioco, Jake Slack, ci catapulta sul geniale set di Alfred Hitchcock, nei panni di un investigatore privato armato solo di binocolo e di un blocco note, con appuntato un elenco dettagliato degli obiettivi che dovremo riuscire a portare a termine.

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La nostra gamba rotta ci terrà ancorati alla nostra stanza, dalla quale potremo osservare i nostri vicini svolgere le loro faccende quotidiane, ma non solo. C’è qualcosa di oscuro che si muove tra le mura dei palazzi di fronte. Al contrario di un film, questa volta non saremo solo semplici osservatori degli avvenimenti, ma dovremo scoprire cosa si mimetizza tra la quotidianità di un quartiere apparentemente tranquillo. Se la pratica del voyeurismo ha sempre fatto discutere al cinema così come nella realtà, immaginatevi di poter vivere questa esperienza all’ennesima potenza, interattiva e in soggettiva stereoscopica.

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La curiosità però è sempre stata una brutta bestia, e andando avanti con la trama del gioco dovremo fare molta attenzione. Il killer e la mafia che stiamo cercando di smascherare comincerà ad avvicinarci sempre di più al nostro corpo indifeso. Il gameplay è molto semplice, sicuramente più del gioco. Il nostro obiettivo è quello di portare a termine le missioni segnate sulle pagine del nostro blocco note, una alla volta. Tra i primi obiettivi dovremo, per esempio, riuscire ad individuare personaggi ed oggetti. Grazie all’head tracking del visore Oculus Rift, dovremo evidenziare gli elementi che compariranno sullo schermo (in giallo) e premere un tasto per interagire con loro. Nel caso di risposta esatta, ciò che staremo osservando diventerà verde, altrimenti, a seguito di un segnale acustico di errore, i contorni si coloreranno di rosso.

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All’inizio vi sembrerà un gioco da ragazzi, ma quando gli oggetti chiave da identificare cominceranno ad essere molto piccoli, non sarà più così facile riuscire ad individuarli tra la moltitudine di elementi scenografici presenti nei vari appartamenti. Le sorprese però non sono ancora finite. La nostra unica arma, il binocolo, potrà essere utilizzata sfruttandone due abilità speciali,  lo zoom e la messa a fuoco. Roteando la levetta analogica destra del nostro joypad in senso orario, potremo ingrandire la scena, roteando invece la levetta analogica sinistra in senso orario o antiorario, potremo passare in primo o secondo piano, ciò che ci interessa evidenziare con il nostro head tracking. Sicuramente il gioco ha ancora bisogno di essere perfezionato. Molto spesso gli obiettivi delle missioni non sono abbastanza chiari, e quando ingrandiamo molto l’immagine, il puntamento dell’head tracking diventa molto impreciso. Non si capisce ad esempio perché alcuni individui non possono essere selezionati, anche se ben visibili. In molte finestre potremo scorgere persone sdraiate o al computer, nascoste da parti di pareti o a metà tra uno scorcio e l’altro.

Anche in questi casi, sarebbe interessante riuscire a poter interagire anche con loro, invece si perde la maggior parte del tempo a cercare di ingrandire il più possibile l’immagine nel tentativo di selezionare anche queste figure. Nonostante tutto però, i poligoni e le animazioni sono ben fatte, poco dettagliati i volti, perlopiù simili a fantocci che ripetono la stessa azione in loop finché la tra trama non evolve. La messa a fuoco è un altro aspetto molto frustrante quando non riusciamo a capire se il piano dell’immagine che vogliamo selezionare è definitivamente a fuoco. Con i personaggi sfocati, infatti, non sarà possibile portare a compimento nessuna azione. A questo scopo sarebbe utile un piccolo strumento d’interfaccia grafico che ci segnali il livello di zoom utilizzato.

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Le prime volte che ho utilizzato la messa a fuoco e lo zoom combinate assieme, sono rimasto colpito dai diversi piani nei quali è stato suddiviso il panorama, dalla strada, ai giardini, gli appartamenti fino alla torre ad orologio che si staglia più in lontananza sullo sfondo. Non si tratta di un gioco per tutti, i meno esperti del genere punta e clicca lo potrebbero trovare lento e a tratti noioso. Gli amanti del genere invece si divertiranno moltissimo, grazie sopratutto al fatto che la strumentazione protagonista del gameplay, come il binocolo, sia stata integrata intelligentemente con il potenziale  del visore 3D stereoscopico. La colonna sonora ci rimanda alle atmosfere casalinghe estive di fine anni 50, con melodie di tensione nei momenti in cui la suspance diventa protagonista del gioco. Appassionati di thriller enigmatici e misteriosi tenetevi pronti, perché Oculus Rift questa volta vi renderà protagonisti di un giallo per niente facile da risolvere.

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