Un gioco sulla dura vita degli scrittori di videogiochi

Non esistono molti videogiochi sul game development, e tanto meno sul game writing, ossia l’arte di scrivere per le opere interattive. La scrittura, per giunta, è un elemento scomodo all’interno dei videogiochi: anche se negli ultimi anni c’è stata una rinnovata attenzione alle storie, quest’ultime vengono spesso messe a margine di un’industria che va più alla ricerca di scene spettacolari e focalizza tutto sull’azione.

The Writer Will Do Something è un browser game esclusivamente testuale, realizzato tramite l’engine Twine, che punta a raccontare il misterioso mestiere dello sceneggiatore di videogiochi. È stato realizzato dallo sviluppatore e compositore Matthew S. Burns, che in questo modo ci permette di capire come funziona la scrittura all’interno dei videogiochi ad alto budget.

mass effect 3
Mass Effect 3 è uno degli esempi più emblematici di come la scrittura si sia dovuta piegare al gameplay.

Già solo il titolo è provocatorio: The Writer Will Do Something, ossia “Lo scrittore farà qualcosa”, riferito alla tendenza che gli sviluppatori degli altri reparti hanno nei confronti dello sceneggiatore, trattato allo stregua di una Cenerentola che deve riempire i buchi lasciati dagli altri reparti. Il gioco, nella sua semplicità, è fortemente ironico e politicamente scorretto: non fa accenni a titoli precisi, ma il riferimento a compagnie come BioWare è palese. Vi riportiamo un estratto particolarmente significativo:

Mi piacerebbe sapere come chiunque, come Melville, Shakespeare o persino Marc Laidlaw [sceneggiatore di Half-Life NdR] possa scrivere dei dialoghi di combattimento convincenti, in un gioco dove con un pugno fate saltare via la testa dei nemici, congelati dalle vostre granate di ghiaccio.

The Writer Will Do Something riflette in maniera puntuale la dissonanza che esiste tra il comparto del gameplay e la scrittura, così come la difficoltà di scrivere storie in un’industria guidata da dinamiche fondate sull’azione, gli effetti speciali e la vuotezza dei contenuti. Il “gioco”, neanche a dirlo, è in inglese, ma è un’esperienza che vale la pena affrontare se volete saperne di più su quello che succede all’interno degli studi di sviluppo. Potete sperimentarlo anche voi a questo indirizzo.