Palmer Luckey: dreams over money!

Qualche anno fa, nel 2012, un giovane ragazzo della California, appassionato di videogiochi e tecnologia, mostrò al mondo intero il prototipo di quello che oggi può considerarsi il patriarca della prima vera generazione di visori capaci di ricreare la realtà virtuale. Non è che in passato nessuno ci avesse mai provato prima di lui, ma è stato l’ingegno di Palmer Luckey che lo ha portato a creare quell’apparecchio che, come nessun’altro prima di allora, riuscì ad avvicinarsi così tanto alla realizzazione di un mondo digitale col quale possiamo interagire in modi che fino a poco tempo fa consideravamo lontane fantasie fanciullesche. Da quell’insospettabile Kickstarter ha visto la luce qualcosa che ormai non può più essere fermato: sono troppi i sogni, le ambizioni, le possibilità e la voglia di concretizzare qualcosa che possa spingerci direttamente nel futuro. Mentre tutto questo prendeva forma e ci ha portato alla situazione attuale, sono stati davvero incalcolabili le quantità di denaro immesso nel circuito economico per lo sviluppo della realtà virtuale ma, fin dal principio, Luckey aveva una convinzione inamovibile: prima di essere qualcosa per fare soldi, l’Oculus Rift è la condivisione col mondo intero di una visione. E’ di recente, infatti, che il giovane fondatore di Oculus VR ha affermato che, malgrado i primi visori verranno distribuiti tra breve, segnando per sempre la nascita ufficiale dei primi HMD ad uso e consumo delle masse, non prevede un guadagno sensibile per la sua società nell’immediato futuro. Quanta gente avrà uno sguardo così avanti nel tempo per capire il reale cambiamento che porterà al mondo la realtà virtuale? Troppe poche attualmente. Sono ancora tante le persone che non sono pronte ad accettare o semplicemente a realizzare il cambiamento che avverrà tra breve, ed è questo ciò che più gli preme.

Il business non è la priorità numero uno per l’Oculus. Quando Facebook comprò l’azienda nel 2014, è stato in grado di conferigli un’enorme flessibilità. Le risorse che abbiamo ricevuto ci hanno permesso di concentrarci sugli obiettivi a lungo termine piuttosto che a quelli a breve termine… Non abbiamo bisogno di impegnarci per trovare un modo di avere un ritorno economico. Il motivo per cui stiamo realizzando la VR è perchè desideriamo che diventi realtà.

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Se Oculus VR riesce a mantenere la filosofia di Palmer Luckey è solo grazie alle enormi risorse che il mecenate dei social Zuckerberg ha deciso di investire sul progetto.

Attualmente, quindi, il mirino punta esclusivamente sull’avvicinare sempre più persone alla VR e, per riuscirci, deve ancora lottare duramente le sue battaglie, quali l’abbassamento del costo e il fatto di non poter trasmettere efficacemente la potenza della realtà virtuale se non la si prova personalmente: tutto sommato, guardare un gameplay tramite lo schermo del televisore, non è molto diverso dal vedere un qualsiasi altro videogiochi old generation. Un’altro punto su cui fare leva è, ovviamente, portare dei contenuti che possano attrarre le persone. La storia ce lo insegna: parecchie volte, in passato, una console veniva favorita rispetto ad un’altra perchè era possibile utilizzarla per giocare ad un titolo che la stragrande maggioranza del pubblico apprezzava. Bisogna investire sulla creazione di prodotti capaci di attirare l’attenzione del pubblico. Ma anche questa volta, il posto è riservato ai sognatori: difficilmente gli investimenti che gli sviluppatori dovranno fare per realizzare il loro gioco vedranno dei rientri sufficienti a coprire tutte le spese, questo sempre perchè ancora non c’è un mercato sufficientemente ampio. Bisognerà essere capaci di prendersi la responsabilità di affrontare enormi rischi in nome di un ideale. Il passaparola sarà fondamentale: paradossalmente, sembra che raccontare l’esperienza vissuta col visore direttamente alle persone che abbiamo più vicino sia più comunicativo del mostrare un video. E’ per questo che bisogna puntare ai prodotti: sono loro che faranno parlare. L’idea di una azienda che crea “sogni” invece che guadagni sembra veramente fuori da ogni logica moderna, va contro tutto quello che il nostro sistema economico ci ha sempre insegnato. Sarà vero quel che dice? Difficile dirlo per ora. Quello che sappiamo è che, probabilmente, servirà davvero un esercito di sognatori, sprezzanti dei pericoli, per far sì che il mondo posso salire un altro gradino in più sulla scala del progresso.