Tumble VR: la Recensione di VR Gamer

Nel 2010, sul digital store di PlayStation 3, uscì un gioco mal visto da tanti utenti, per due semplici motivi: parliamo di Tumble, titolo che vi poneva davanti una semplice sfida, ovvero costruire, con i pochi pezzi a disposizione, una torre di una certa altezza, sfruttando i controller PlayStation Move. Da come potete aver capito, i problemi erano proprio siti nell’utilizzo della periferica, tanto odiata dai possessori Ps3 a causa della mancanza di titoli, e per l’anima Arcade e Party del gioco, che non trovava un target adeguato su una console del genere (ricordiamo che all’epoca esisteva anche Wii, che con la sua tipologia di market, puntava proprio a giochi del genere). Nel 2016, con il lancio del PlayStation VR, la mossa più ovvia da parte di Sony è stata quella di sfruttare i brand già prodotti, capirne l’adattabilità con questa nuova tecnologia, e rilanciarli sul mercato. E con Tumble VR, ha in parte funzionato.

Tumble VR vi porrà, come il suo predecessore, davanti ad un semplice obiettivo: completare l’altezza della torre, utilizzando i  pezzi che vi troverete sul tavolo virtuale. Il gioco vi permetterà di utilizzare sia un DualShock 4 che il controller Move, ma con quest’ultimo, l’esperienza subirà un miglioramento a dir poco stupendo. Ponendo sulla bilancia i due vecchi motion controller, Wii Mote (che successivamente ha ricevuto una nuova componente per migliorare la sensibilità, il Wii Motion Plus) e il Ps Move, si nota subito la differenza sostanziale che porta al controller Sony, grazie ad una mossa ingegnosa, una sensibilità a dir poco millimetrica in confronto al rivale. Se prendiamo i presupposti del vecchio titolo Ps3, e li riapplichiamo alla User Experience data dal visore Sony, riusciamo subito a capire come i punti di debolezza della prima siano diventati un punto di forza di quest’ultima.

Ponendo sulla bilancia i due vecchi motion controller, Wii Mote e il Ps Move, si nota subito la differenza sostanziale.

Supposto ciò, è facile capire come, aggiungere la terza dimensione ad un titolo che richiede alta precisione, sia un balzo stratosferico in avanti; è inoltre percepibile che, quindi, il titolo non richiede più solo ingegno e intelligenza, ma anche una prova di abilità nell’avere una mano ferma durante il posizionamento dei blocchi. Le sfide offerte dal gioco sono molteplici, ed elencarle farebbe diventare questa recensione un papiro egizio, ma vi basti sapere che, durante le partite, non solo dovrete mostrare abilità nel posizionare i blocchi, ma anche nel capire su che base state poggiando, come bilanciare i pesi (visto che, spesso, i materiali saranno diversi) e dove inserire determinati pezzi dalle forme non omogenee.

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Gli effetti grafici saranno stupefacenti per il giocatore

Se tutto ciò è fruibile in single player, una modalità multiplayer è anch’essa presente, seppur in minima parte: nel vecchio gioco, infatti, in locale si potevano sfidare più giocatori nella costruzione della torre. Vista la difficoltà a replicare una cosa simile in VR, il secondo giocatore, senza casco ma con un joypad, stavolta guiderà una piccola astronave e dovrà mettere i bastoni tra le ruote a quello principale. Tutto il pacchetto di Tumble VR, vuoi per le poche texture richieste o per la grafica molto basilare, dimostra nella realtà virtuale una notevole fluidità, omogenea e molto responsiva. Infine, a condire tutto il piatto servito, c’è una leggera storia che, similmente a Portal, vi farà completare le varie missioni che vi troverete davanti perseguendo un esperimento scientifico, una sorta di test psicologico per studiare l’essere umano. Un’aggiunta che non migliora il gioco, ma rende tutto un po’ più divertente.

Tutto il pacchetto di Tumble VR, vuoi per le poche texture richieste o per la grafica molto basilare, dimostra nella realtà virtuale una notevole fluidità.

Se vi dicessi di mettervi seduti, davanti ad un tavolo che potete muovere a vostro piacimento e. prendendo degli oggetti mediante puntatore laser, posizionarceli sopra, secondo voi quanto movimento fareste? Bene, questa sarà la vostra dinamica in Tumble VR, dove viene praticamente cancellata ogni possibilità di Motion Sickness, sebbene l’effetto di background, che comunque aggiunge uno spessore ulteriore alla vecchia versione Ps3, ogni tanto qualche fastidio ve lo darà.

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Da questo screenshot, potete notare subito la difficoltà nelle prove intermedie e finali.

Tumble VR, da come avete potuto capire, è un minigame, nulla di più che un semplice passatempo, e concordo sul fatto che questa realtà virtuale stenta a decollare del tutto proprio a causa della carenza di giochi profondi sia in termini di gameplay che di storia. Ma questi titoli, questi esperimenti, sono dei veri e propri test sul campo che, in futuro, mostreranno risultati stupefacenti. Ma giustamente, voi non comprerete il gioco in vista di uno studio di game design, ma per il divertimento che saprà concedervi: se avete sempre amato costruire, ammassare blocchi o semplicemente creare casette con le carte da gioco, Tumble VR, con il suo prezzo onesto, sarà un ottimo passatempo che, con più di 80 sfide diverse, vi farà divertire, lanciare qualche move e smuovere quell’ingegno che, oramai, molti titoli tralasciano in favore di un’azione più hollywoodiana.