Recensione Genesis Alpha One

Il mercato dei videogiochi indipendenti è in continua crescita, grazie a numerosi e brillanti developer sempre schierati sulla prima linea della creatività e pronti a sorprendere il grande pubblico con la loro brillante genialità. Spesso, i titoli di questo genere puntano sull’ideazione di meccaniche inedite più che sulle prestazioni tecniche. Tutto ciò avviene, probabilmente, per via delle limitazioni implicite derivate dal numero ristretto di personale coinvolte nella lavorazione. In sostanza, potremmo affermare che un gioco indie sia un progetto che viene sviluppato tenendo conto della necessità di accettare i rischi insiti nel dare la priorità alle scelte creative dell’autore. L’opera che abbiamo recensito per voi, su PlayStation 4, è un chiaro tentativo di proposta innovativa concentrata, però, sia sulle dinamiche di gioco che sulla qualità tecnica. Il suo nome è Genesis Alpha One: FPS con lineamenti gestionali molto marcati e combattimenti roguelike. Questo concept mastodontico e ambizioso rappresenta il debutto di Radiation Blue, un gruppo di sviluppatori indipendenti con base in Germania, composto da elementi di talento che hanno già fornito il loro contributo a prodotti di grande e indiscusso successo come Hitman: Blood Money, Velvet Assassin, RiME e The Settlers. Possiamo definire Genesis Alpha One come una combinazione di generi, dallo sparatutto alla sopravvivenza, che cala l’utente nei panni di un pioniere interstellare in missione per preservare l’eredità genetica dell’umanità, trasportandola su un nuovo pianeta.

Ogni viaggio, in Genesis Alpha One, inizia con un’enorme galassia casuale piena di avventure e pericoli, nella quale potremo spostarci interagendo con il Terminale della Galassia, un computer posto sul ponte di comando che ci consentirà, letteralmente, di muoverci di casella in casella all’interno del quadro spaziale. La trama del gioco non è particolarmente profonda e attinge a piene mani da opere precedenti del genere sci-fi. Gli avvenimenti sono collocati cronologicamente nell’anno 2147: tutto ruota intorno all’esaurimento delle risorse del pianeta Terra e all’insufficienza del medesimo nel rispondere alle nostre necessità di spazio e vivibilità. Questa condizione spinge le corporazioni terrestri più potenti a investire nel progetto Genesis, un modulo spaziale con un equipaggio di cloni creati a nostra immagine, la cui missione è viaggiare nello spazio con lo scopo di trovare un luogo adatto all’insediamento di una popolazione e alla sua relativa crescita, servendosi dei sistemi avanzati di cui è dotata la navicella. Come abbiamo detto, il gioco è colmo di contenuti e meccaniche da scoprire, a volte complesse da memorizzare. Per ovviare a questo problema, gli sviluppatori hanno ideato un sistema di tutorial che non solo accompagna costantemente l’utente nel corso dell’avventura, sotto forma di intelligenza artificiale olografica e vocale, ma lo accoglie a bordo della navetta fin dall’inizio della storia, permettendogli di acclimatarsi gradualmente all’ambientazione e alla quantità di informazioni che deve assimilare.

[su_quote]

Possiamo affermare con certezza che la gestione strutturale della nostra base sarà il compito che richiederà maggiore impiego di tempo.

[/su_quote]

Parlando delle meccaniche, è necessario dire che prima di poter avviare una missione, dovremo scegliere tra diversi moduli di partenza, ognuno dei quali sarà indice di un tot di risorse disponibili fin dall’inizio. Esse sono necessarie per ampliare la Genesis e, insieme alla materia genetica utile per creare cloni da reclutare come personale di bordo, rappresentano uno dei nostri principali obiettivi: in questo modo garantiremo la sopravvivenza della navicella mentre esploriamo ambienti alieni. Passando in rassegna il gameplay vero e proprio, possiamo affermare con certezza che la gestione della struttura della nostra base sarà il compito che richiederà maggiore impiego di tempo: avremo a disposizione svariati aggiornamenti da implementare, tutti necessari e nessuno superfluo. Tra i più importanti abbiamo la Serra, che fornirà la biosfera vitale per la Genesis, il Magazzino, utile per lo stoccaggio dei materiale, l’Officina, necessaria per l’assemblaggio dei dispositivi di difesa della base e per ultimo, ma non per importanza, il Raggio Traente, che servirà a teletrasportare a bordo i detriti colmi di risorse preziose che si trovano nel nostro stesso quadrante galattico. Questo dispositivo sarà fondamentale per le prime ore di gioco, dato che costituirà l’unica fonte di materiali, almeno finché non costruiremo una navetta che ci permetterà di atterrare direttamente sui pianeti, dove potremmo incontrare anche alieni ostili. A proposito di altre forme di vita, vi ricordiamo di prestare attenzione all’utilizzo del Raggio Traente, poiché il marchingegno potrebbe accidentalmente risucchiare qualche forma extraterrestre tutt’altro che pacifica, scatenando il panico dei cloni a bordo, fino all’eliminazione della minaccia. Proprio qui entrano in gioco le dinamiche roguelike di cui parlavamo poco fa.

Avremo a disposizione svariati aggiornamenti da implementare

I cloni sono, a nostro parere, una delle trovate più interessanti dell’opera, e vengono prodotti grazie al Laboratorio di Clonazione, appunto. Queste entità sono un espediente geniale realizzato per trasmettere un senso di vitalità alle fredde, anche se egregiamente realizzate, pareti della Genesis. Sono ottimi assistenti a livello operativo, possono essere assegnati dall’utente a un compito specifico e, in più, sono sostanzialmente il modo con cui il giocatore effettuerà il respawn, trovandosi nei panni di un individuo diverso a ogni morte a cui andrà incontro. Un altro aspetto interessante legato ai cloni è la possibilità di dare vita a individui ibridi che, avendo caratteristiche genetiche potenziate, potranno spingersi ancora più in là nelle fasi esplorative. Il modulo fondamentale per la scoperta di nuovi pianeti è l’Hangar, che ospiterà la nostra navetta.

[su_quote]

Passeggiare per i corridoi della Genesis, attraversando una serra sotto il cielo stellato, connessa con la sporca sala motori che giunge a una tecnologica sala del Raggio Traente, fa un grande effetto.

[/su_quote]

Dovendo analizzare anche la veste estetica e tecnica del gioco, possiamo affermare con sicurezza che la qualità espressa dall’ambientazione sia di pregevole fattura, facendo a tratti dimenticare l’anima indipendente dell’opera. Il motore grafico Unreal Engine svolge il suo dovere ed anche molto bene, regalando scorci unici nel panorama indie che esulano da qualche concept ideato in precedenza. Nonostante il titolo di Radiation Blue non presenti contenuti particolarmente inediti, possiamo dirvi che passeggiare per i corridoi della Genesis, attraversando una serra sotto il cielo stellato, e connessa con la sporca sala motori che giunge a una tecnologica sala del Raggio Traente, è di grande impatto. A tal proposito vi diciamo che la costruzione dei comparti avviene in tempo reale e istantaneo, rendendo ogni sezione della nave visitabile fin da subito. Degni di nota sono, senza dubbio, gli effetti della luce che conferiscono un velo di suspense sempre presente non solo nelle sezioni di combattimento, ma anche all’interno della nave stessa. Un altro ruolo importante è giocato dalla musica del titolo, che amplifica il senso di vuoto e di inesplorato intorno a noi.

Per concludere, siamo di fronte a un’opera di proporzioni incalcolabili per il mercato dei videogiochi indipendenti. Un vero atto di coraggio che ricorda l’animo pionieristico del protagonista di Genesis Alpha One. Fermo restando che la trama non tratti una tematica innovativa, il filo logico della sopravvivenza del genere umano risulta solido e fa corpo unico con lo svolgersi delle azioni in game. Aggiungiamo che la quantità di componenti e materiali disponibili nelle fasi di costruzione giova alla profondità e alla longevità del gameplay. In sostanza, il livello tecnico è alto e, oltre ad essere presenti pochissimi bug a livello grafico, il frame rate del gioco su PlayStation 4 si dimostra sempre abbondantemente sopra i 30 fps. Siamo sicuri che i ragazzi di Radiation Blue sanno il fatto loro in ambito di sviluppo e che supporteranno Genesis Alpha One con svariate patch e aggiornamenti, con lo scopo di perfezionare un prodotto già ricco e, secondo noi, pronto per dire la propria nel mercato. Vi lasciamo ricordandovi che Genesis Alpha One è disponibile a partire da oggi: secondo noi, rappresenta un’opera di valore e potrebbe essere un acquisto adatto a chi intende sostenere la galassia degli indie game, acquistando un prodotto di grande potenziale.