[Gamescom 2019] Code Vein Provato

Inutile dirlo: Dark Souls già dal suo primo episodio è stato uno di quei capitoli che ha lasciato il segno. Dalla sua comparsa sono nati in maniera costante molti altri videogame denominati per l’appunto soul-like, ossia che riprendevano le meccaniche di gioco dell’opere di Hidetaka Miyazaki. Uno in particolare ha fatto molto parlare di se al tempo, soprattutto per il motto che ricordava in particolar modo la trilogia che ha dato origine a tutto, ovvero “Prepare to Dine“. Stiamo parlando di Code Vein, gioco RPG sviluppato da Bandai Namco e ambientato in un universo post-apocalittico popolato da vampiri. Da quel fatidico aprile 2017 la casa di programmazione ha continuato a inondare il web con nuovi video, dietro le quinte e informazioni riguardo le armi, e finalmente siamo riusciti a metterci sopra le mani. Senza ulteriori indugi, benvenuti in un mondo di tormenti e sofferenza gratuita.

Senza spiegarci niente sulla trama o sui personaggi che andremo a utilizzare, l’opera ci catapulta senza indugi già nel nostro primo campo di battaglia. Accompagnati in questa versione dalla misteriosa Io, molto utile dalla lunga distanza, proviamo invano a non morire più e più volte. Il sistema di combattimento è il solito: una barra per la vita e una per la stamina che diminuisce a ogni nostra mossa. I nemici o ci assaltano da soli o in in gruppo, magari qualcuno armato anche di scudo per renderci la vita un poco più difficile di quanto già lo sia. Dopo aver capito bene i comandi base come attacchi leggeri, pesanti, schivata e parry, avanziamo lentamente nella mappa incontrando avversari sempre più forti e ben attrezzati. E siamo solo all’inizio. 

Se nei titoli di Miyazaki ogni giocatore poteva trovare il suo stile grazie alle varie classi che si andavano a costruire avanzando di livello, in Code Vein le cose cambiando decisamente.

Se nei titoli di Miyazaki ogni giocatore poteva trovare il suo stile grazie alle varie classi che si andavano a costruire avanzando di livello, in Code Vein le cose cambiando decisamente. In primo luogo, da quello che abbiamo potuto constatare, ogni personaggio ha già una classe impostata, indi per cui se ci si vorrà destreggiare con sfide corpo a corpo sarà più facile trovare il combattente che più rispecchi questa descrizione piuttosto che cercare di imporre il proprio gioco su di uno magari più abile nell’usare magie. Ma ciò comunque non deve preoccuparci, poiché ogni “eroe” avrà un proprio albero di abilità da cui estrapolare le mosse che sono più congeniali a noi e posizionarle in appositi comandi veloci. L’utilizzo di tale capacità porterà le stesse a doversi ricaricare per poi essere riutilizzate ulteriormente quando se ne avrà bisogno.

Code Vein

Il comparto grafico ricorda molto da vicino God Eater, anche se ovviamente le luci e i colori sono stati volutamente sporcati per dargli quel tono cupo che solo a guardarlo capisci che la situazione non è delle migliori. A tentare di rallegrarci la giornata un sistema di personalizzazione che ci permette di cambiare l’aspetto al nostro guerriero, nel tentativo di farlo risultare più minaccioso e cool a seconda dei nostri giusti. Meno ci riesce invece il sistema di puntamento che ci è risultato un poco rigido nel cambiare il nostro bersaglio.

Anche se non siamo riusciti a scoprirne nuovi dettagli sulla trama, Code Vein ha le carte in regola per essere il nuovo videogioco preferito dagli appassionati di hardcore game. Il suo gameplay, unito a un’atmosfera apocalittica con avversari demoniaci pronti a farci in mille e più pezzettini, di certo metteranno a dura prova i riflessi di chi ormai si ritiene un esperto del settore. Non resta che aspettare l’uscita effettiva sul mercato per le varie console per averne la certezza. Nel frattempo continuate a seguire VMAG per rimare aggiornati sul mondo del gaming e tanto altro.