Atelier Ryza – Ever Darkness & The Secret Hideout Recensione

Atelier Ryza – Ever Darkness & The Secret Hideout Recensione I Realizzare un videogame innovativo che riesca ad attrarre il pubblico non è qualcosa di così semplice. Se poi lo stesso fa parte di una saga sul commercio ormai da parecchio tempo, con una schiera di fan abituati a certe meccaniche, le cose si complicano. Si rischia infatti di trasformare quel prodotto in qualcosa di irriconoscibile, smarrendo il proprio essere e anche il supporto degli appassionati. Koei Tecmo Games e Gust Corporation si sono ritrovati proprio di fronte questa situazione: da una parte i giocatori avvezzi a un certo tipo di gameplay, dall’altra il lento ma inesorabile declino della serie Atelier. Nel corso del 2019 ne sono spuntati due episodi principali più uno spin-off gestionale, che non hanno richiamato esattamente le simpatie delle masse. Consci di questo mancato successo, le due aziende si sono rimboccate le maniche, decise a riportare in auge il franchise, e dopo un duro lavoro è nato Atelier Ryza – Ever Darkness & The Secret Hideout. 

Chi ha avuto la possibilità di sperimentare i vecchi capitoli di questa epopea, di certo si ricorderà come le compagnie abbiano sempre proposto una storia semplice ai proprio utenti. Principalmente la trama ruotava attorno a un gruppo di ragazze intente a ricercare oggetti per migliorare nei loro studi. Con Atelier Ryza – Ever Darkness & The Secret Hideout le cose invece cambiano quel tanto che basta per rendere la vicende più accattivanti. Ci troviamo su di un’isola di Kurken dove la vita scorre lenta e pacifica, ma c’è qualcuno che desidera di più. La giovane Reisalin Stout (per gli amici Ryza) cova dentro di se la voglia di partire all’avventura per vedere il mondo e scoprirne le meraviglie. Nel suo sogno sono inclusi i suoi due amici d’infanzia Lent e Tao, che la assecondano ma al contempo la tengono fuori dai guai. Incuriositi dall’arrivo di un mercante sulla terraferma, la nostra eroina decide di “prendere in prestito” una barca ormeggiata al molo, così da poterlo incontrare. Questo loro primo passo li condurrà nella Pixie Forest, dove salveranno Klaudia e faranno successivamente la conoscenza di Empel e Lila, guardie del corpo di quest’ultima. Da qui le cose si evolvono come di consueto: ognuno dei tre ragazzi scopre la propria vocazione, che altro non è se non il ruolo che ricopriranno nelle future battaglie. Inoltre vengono informati della minaccia che li sta per colpire da parte di mostri provenienti da un’altra dimensione. Inizia così il pellegrinaggio per fermare questa calamità e riportare ordine sul pianeta.

Gli avvenimenti in Atelier Ryza – Ever Darkness & The Secret Hideout non saranno i più originali, ma di certo è qualcosa che si discosta molto dalle radici del brand.

Gli avvenimenti in Atelier Ryza – Ever Darkness & The Secret Hideout non saranno i più originali, ma di certo è qualcosa che si discosta molto dalle radici del brand. Sebbene la trama ci impieghi un po’ per entrare nel vivo, questa ci porta a osservare in maniera matura le mentalità e i desideri di ogni personaggio e di come cerchino in tutti modi di realizzare i loro intenti. Anche i vari NPC in un certo modo hanno una loro parte, esponendo i loro pensieri e cercando di dissuadere i nostri eroi dai loro propositi. Questo comunque non li fermerà dal proseguire la loro missione, anzi li invoglierà a costruire una base segreta dove potersi allenare in tutta tranquillità. I giocatori più creativi saranno anche felici di sapere che tale costruzione è completamente customizzabile. Dall’interno all’esterno fino ai mobili, potrete cambiare ogni aspetto in modo tale che rispecchi più i vostri gusti. Oltre ad avere comunque un valore estetico, il nascondiglio permetterà di riposare e di riporre tutti i materiali che avete raccolto durante il tragitto.

Atelier Ryza - Ever Darkness & The Secret Hideout
A partire da sinistra Klaudia, Ryza, Tao e Lent

Passiamo adesso al cuore del videogame e ciò che ha reso la serie famosa per quel che è, ovvero l’alchimia. Le due case di sviluppo hanno completamente stravolto e riadattato ciò che era il sistema di crafting in Atelier Ryza – Ever Darkness & The Secret Hideout. Ora per sintetizzare pozioni, armi, e qualunque altra cosa di cui avrete bisogno, dovrete fare affidamento a una struttura di “nodi” che a prima vista ci ha ricordato una vaga sferografia di Final Fantasy X. Solo all’inizio ovviamente, poiché una volta presa in mano la questione ci siamo accorti di come la faccenda fosse molto più complicata, complice soprattutto un tutorial poco chiaro e prolisso. Niente comunque di così difficile da padroneggiare dopo una sessione di tentativi, anzi una volta ottenuta la giusta dimestichezza ci si accorge dell’efficacia di tale modalità. Potremo infatti non solo produrre inediti manufatti, ma anche migliorare il nostro equipaggiamento fondendo, per esempio, la nostra vecchia armatura con quella appena acquisita, ereditandone gli svariati bonus. Inoltre, come se non bastasse, avrete la possibilità di aggiungere minerali extra per un effetto finale ancora più sorprendente.

È stato fatto un notevole upgrade anche per le lotte, rendendole più dinamiche e strategiche.

In Atelier Ryza – Ever Darkness & The Secret Hideout è stato fatto un notevole upgrade anche per le lotte, rendendole più dinamiche e strategiche. Quando gli studi di programmazione annunciarono che gli scontri non sarebbero stati più a turni, in molti hanno storto il naso soprattutto per i motivi citati a inizio recensione. Ebbene, dopo aver esaminato attentamente questo comparto tecnico, possiamo affermare che esso non intralcerà in alcun modo l’esperienza videoludica. Articolato ma intuitivo, il combat system dispone di svariate funzioni che ne rivelano un’anima coinvolgente e prettamente tattica. Ogni azione viene scandita da una timeline posizionata a sinistra dello schermo. Quando la figura di un guerriero, che sia amico o nemico, raggiunge l’estremità opposta compierà un gesto impartito da voi o dal computer. Questo permette di capire il ritmo della battaglia e preparasi di conseguenza, anche se servirà una buona dose di tempismo e abitudine.

Per uscirne vincitori bisogna sempre tenere sotto controllo due valori: la barra dei Punti Azione e quella del Livello di Tattica. La prima si ricaricherà grazie agli attacchi base di ogni componente del party, mentre la seconda permetterà a quest’ultimo di compiere colpi consecutivi. Spendere gli AP guadagnati servirà sia per far alzare il livello del TL, sia per usare le mosse speciali di ognuno. Fate attenzione però dal momento che questi sono condivisi dall’intero gruppo. Quindi se ne sprecherete troppi non ne avrete abbastanza magari per lanciare una magia di cura o simili quando ne avrete bisogno. State tranquilli comunque, perché le Modalità Negativa e Aggressiva permettono di controllare i comportamenti dei compagni normalmente gestiti dalla CPU, decidendo così se fargli usare le loro abilità oppure no. Interessante è stata anche l’aggiunta di poter far utilizzare ai “non alchimisti” la maggior parte degli oggetti nell’inventario, cosa che nei precedenti capitoli era vietata. Collocando un oggetto nel Core Item posto nell’equipaggiamento, è possibile consumarlo attraverso l’uso (seppur limitato) dei Core Charge. Come se non bastasse, se sarete abbastanza veloci da eseguire un comando che vi suggerirà un vostro compagno (Action Order), attuerete un devastante attacco combinato. Il Quick Action in caso può aiutare, infatti spendendo 10 AP il turno dell’eroe che controllate inizierà seduta stante, permettendovi di agire immediatamente. L’Extra Order permette invece di mettere in scena un formidabile contrattacco contro i nemici, a patto che siate abbastanza celeri nell’attuare i suggerimenti proposti.

La versione di Atelier Ryza – Ever Darkness & The Secret Hideout che abbiamo esaminato è stata per Nintendo Switch, e siamo rimasti molto colpiti sia dalla grafica che dalle musiche.

La versione di Atelier Ryza – Ever Darkness & The Secret Hideout che abbiamo esaminato è stata per Nintendo Switch, e siamo rimasti molto colpiti sia dalla grafica che dalle musiche. Il titolo offre paesaggi e illustrazioni quasi fiabesche, con colori nitidi e dettagliati, accompagnati da canzoni che dettano perfettamente i toni della narrazione. Le zone in cui ci muoveremo sono collegate le une alle altre per mezzo di checkpoint, e si ha sempre la sensazione di spostarsi in un mondo aperto e spazioso. A risultare all’occhio poi sono gli immancabili fanservice che delizieranno alcuni giocatore. Lo stesso character designer Toridamono dichiarò durante un’intervista che voleva valorizzare a ogni costo Ryza, non sfociando in ogni caso nel banale o addirittura nell’eccessivo. A nostro avviso, possiamo confermare che l’obbiettivo è stato pienamente raggiunto, sia per lei che per tutti gli altri componenti del cast. Per quanto riguarda l’audio, sfortunatamente la localizzazione è rimasta confinata nella terra del Sol Levante. Non che ci sia qualcosa di sbagliato, anzi il doppiaggio giapponese è fatto a regola d’arte, ma purtroppo l’unica altra lingua disponibile sono i sottotitoli in inglese dei dialoghi e vari menu. Questo può ostacolare l’interesse che un possibile compratore potrebbe avere, anche perché in certi momenti è richiesto un livello di preparazione non proprio scolastica. In previsione di ciò, Koei Tecmo Games e Gust Corporation permettono di rivedere i dialoghi anche durante le varie cutscene, così da aiutare chiunque ne avesse bisogno per la traduzione. Un tocco di classe, non c’è che dire! Per finire l’avventura vi serviranno sulle trenta ore di gioco, che potrebbero benissimo raddoppiare (se non triplicare) se si sta a presso a ogni segreto e quest secondaria.