Final Fantasy IX: il capolavoro di Square Soft

Final Fantasy VII Remake dista poco più di una settimana e sia i fan più attempati che le nuove leve fremono per questa rivisitazione delle leggendarie avventure di Cloud Strife. Quale miglior momento, dunque, per parlare di una delle migliori perle mai rilasciate da Square Soft? Accadde esattamente 20 anni fa, il 7 luglio 2000 in Giappone, e nei successivi mesi sarebbe stato distribuito nel resto del mondo, Final Fantasy IX si preparava a far breccia nei cuori di milioni di appassionati. Tuttavia il meraviglioso titolo non avrebbe goduto di un successo commerciale e mediatico all’altezza, né dei capitoli precedenti né del celeberrimo Final Fantasy X.

Le vendite furono buone, ma non si gridò al miracolo.

Per comprendere le ragioni per cui Final Fantasy IX non fu un enorme successo commerciale al pari del VII e del VIII, bisogna analizzare il periodo storico in cui ha fatto il suo debutto. Il gioco appartiene all’ultima ondata di titoli per la prima PlayStation, sfruttandone al massimo la sua potenzialità, ma PlayStation 2 stava già cominciando ad apparire nei negozi di tutto il mondo, attirando su di sé tutta l’attenzione mediatica ed economica dei videogiocatori. Altresì, Square Soft annunciò l’arrivo imminente di un nuovo capitolo per l’ultima ammiraglia Sony, un doppio colpo fatale, quindi, che strinse il nuovo capitolo Square Soft fra un passato pieno di qualità e un futuro ricco di promesse. Un altro elemento che tradì i fan dei due precedenti capitoli della serie fu il completo cambio di stile in Final Fantasy IX, passando da ambientazioni realistiche con elementi cyberpunk ad ambientazioni completamente fantasy come i capostipiti del brand dei primi anni ’90.

E la critica?

La critica del tempo giudicò il prodotto per ciò che era, in maniera estemporanea, senza farsi condizionare dall’avvento di PlayStation 2 e senza considerare il completo cambio di rotta stilistico come un difetto. Il risultato fu che, ad oggi, nessun altro capitolo del brand ha mai raggiunto e superato il voto globale di Final Fantasy IX, universalmente acclamato e considerato dallo stesso Hironobu Sakaguchi il suo progetto preferito. Negli anni non sono mancate edizioni rimasterizzate per Steam, PlayStation 4, Xbox One e Nintendo Switch; i nuovi acquirenti hanno anch’essi generalmente apprezzato l’opera nonostante il peso dell’età, criticandone però la mancata ottimizzazione.

“Un ventunenne e Final Fantasy IX”

Final Fantasy è sempre stata una delle colonne portanti dell’industria videoludica, accompagnandola fin dai primi anni ’80. Tuttavia nella generazione a cui appartengo è un brand passato in secondo piano, con una Square Enix che non sempre ha le idee chiare. Quale miglior modo di scoprire perché la saga è ricordata come una leggenda da chi ha vissuto l’era della prima PlayStation e del Super NES, se non recuperandone i capostipiti? Fu così, che in un pomeriggio di mondana noia, mi imbattei in Final Fantasy IX, trovando la vera fantasia finale.

In Medias Res: i Tantarus ad Alexandria

Final Fantasy VII e Final Fantasy IX hanno goduto entrambi dell’ottimo espediente narrativo di lanciare subito il giocatore in mezzo all’azione, coinvolgendolo istantaneamente con il protagonista e con la trama, ponendosi quesiti che verranno poi risolti col proseguire dell’avventura. L’obiettivo del protagonista Gidan (o Zidane nella versione inglese) e del suo gruppo di manigoldi è quello di rapire la principessa Garnet, inscenando un sofisticato spettacolo teatrale, ricco di combattimenti e colpi di scena, volto a soddisfare l’eccentrica regina Brahne. Ma Er Cina ci spiegherà meglio il piano:

No, non si tratta di un pesce d’aprile o di una mod, ma di una delle trovate più geniali e sottovalutate della storia videoludica. L’opera originale vanta dialetti provenienti da ogni regione del Giappone, la versione inglese presenta accenti estremamente vari, l’italiano invece passa dal romanesco al siciliano, ma non mancano fiorentini e napoletani, distinguendosi come la localizzazione più divertente mai creata. Quella che può sembrare una mera operazione di goliardia da parte degli sviluppatori o dei traduttori, è in realtà un raro ed enorme bagaglio culturale.

Non ci saranno spoiler maggiori in questa rassegna, permettendo a chi sarà interessato di recuperare questa pietra miliare. Sappiate soltanto che nulla è come sembra e che le vostre convinzioni verranno sconvolte. Ciò che partirà come una classica avventura fantasy, sfocerà – a tempo debito – in un’odissea di proporzioni cosmiche, che ci farà domandare chi è davvero Gidan e quali sono le vere intenzioni della principessa Garnet.

Come anticipato, uno degli aspetti più criticati dai fan dell’era PlayStation fu lo stile artistico, discostatosi molto dai predecessori. Sia il settimo che l’ottavo capitolo, infatti, presentavano ambientazioni moderne e una trama piuttosto cupa sin dall’inizio, tuttavia per chi ha sempre vissuto a pane e Final Fantasy fin dai primi anni ’80 il mondo di Gaia risulterà alquanto familiare: gli scenari, infatti, sono fedeli reinterpretazioni dei primi cinque capitoli, con nuove e originali aggiunte in chiave Steampunk.

 

“Un Sound Design e una colonna sonora da render fiero Nobuo Uematsu”

 

Chi li conosce lo sa, le melodie nei Final Fantasy non hanno mai deluso neanche quando il brand ha traballato, questo grazie a personalità illustri come Nobuo Uematsu o la più recente Yoko Shimomura. Tuttavia, il genio dietro capolavori come Dancing Mad e One-Winged Angel si è sentito di lodare particolarmente l’intero comparto audio della nona fantasia finale, e per delle buone ragioni. Il sound design per la prima volta presentava sottofondi estremamente realistici nelle foreste e nelle grotte, il tutto contornato da pezzi musicali molto dinamici o malinconici.

E come ciliegina sulla torta, il miglior sistema combattimento offerto da un JRPG vecchio stile. Abbandonato per sempre il sistema delle Junction dell’ottavo capitolo, Final Fantasy IX propone un avanzamento dei personaggi molto più classico e intelligibile, rinnovato dai castoni per le abilità e dalla trasformazione Trance, attiva in situazioni di difficoltà. Un altro elemento particolarmente apprezzabile è che tutti i personaggi della squadra hanno la propria utilità: non ci saranno mai situazioni nell’avventura in cui avrete una palla al piede a farvi sprecare code di fenice, ognuno avrà il suo ruolo ben preciso e sarà brutale nel svolgerlo.

Un gioco senza difetti dunque?

Se esistesse il gioco senza difetti, in questo momento staremmo probabilmente tutti a giocarci. Purtroppo la magnum opus di Square Soft non è esente da alcuni difetti. I più evidenti sono da ricercarsi nel ritmo della narrazione: Final Fantasy IX è un’opera che si prende senza dubbio i suoi tempi, con dei lunghi dialoghi che spezzano spesso le situazioni più concitate. Per gli amanti della sfida, invece, il titolo può risultare piuttosto facile, grazie a un sistema di combattimento più facilmente accessibile e alle abilità che potenziano notevolmente ogni personaggio.


In conclusione, se non siete intimiditi dalla sua lenta progressione narrativa e se siete cresciuti scegliendo quale mossa o quale strumento utilizzare, Final Fantasy IX non mostrerà minimamente i segni dell’età, un viaggio ancora capace di conquistare la mente e il cuore dei giocatori, all’insegna della filosofia del fallimentare casanova Gidan: Serve davvero un motivo per voler aiutare qualcuno?