PlayStation 5: cosa è successo durante il lancio?

Sony aveva avvisato i fan per tempo e le indiscrezioni, rafforzate dai comprensibili ritardi dovuti alla pandemia in corso, rimbalzavano di bocca in bocca, di sito in sito. In tanti ci hanno subito creduto, correndo ai ripari e prenotando per tempo la console dai più disparati negozi e siti online. Ma nessuno poteva immaginare lo scenario che si sarebbe verificato mesi dopo, per il lancio di PlayStation 5. Nessuno. Quella che state per leggere è la vera storia di tutti i momenti salienti della vita recente di qualcuno che non ha voluto prenotare PS5 per tempo; affidandosi alla speranza che fosse tutta una montatura. Quelli che “ti pare Sony non riesca a mettere in vendita le proprie console per Natale?” e che “Ma è tutta una strategia, ci saranno PS5 per tutti”. Quelli che oggi, verosimilmente, una PS5 non la hanno, e non l’avranno, forse, fino a gennaio 2021. Se va bene. Cosa è andato storto? Chi ha sbagliato? Oggi cercheremo di dare una risposta insieme.

PlayStation 5 Fase 1: I pre-preorder di giugno

Non furono in molti, ma comunque abbastanza da far presagire che qualcosa di strano stava per accadere. Stiamo parlando di coloro che scelsero di prenotare già a giugno la console tramite alcuni selezionati rivenditori specializzati. Catene che non sono nuove a pratiche commerciali “d’assalto”; e che a giugno, di fatto, vendevano un posto in prima fila per preordinare una console. Non, quindi, la console o un suo preordine. I preordini veri e propri sarebbero stati aperti da Sony solamente il 17 settembre, diversi mesi, e diversi “pre-preorder” dopo. Termini come D1, D2, D3 sono entrati di prepotenza nel vocabolario degli appassionati proprio per via di questi preorder prematuri, e non è difficile immaginare perché. La natura estremamente nebulosa di queste operazioni ha fatto sì che i rivenditori, all’oscuro del fatto che le tirature sarebbero state estremamente limitate, prendessero molti più ordini di quelli che sarebbero stati in grado di coprire con celerità. Non c’è da stupirsi, quindi, se entrando oggi in uno di questi negozi si venga automaticamente rimbalzati all’anno prossimo, tra febbraio, marzo o addirittura aprile. Infatti, quei siti e rivenditori hanno, in pratica, venduto in anticipo le forniture del giorno di release. E anche buona parte dei rifornimenti in arrivo nel prossimo futuro.

PlayStation 5

I preorder e i Recall a settembre

Arriviamo così a settembre, quando comprare una PlayStation 5 è stato effettivamente possibile, anche se non facilissimo, sui maggiori rivenditori online e presso le sedi fisiche di diversi negozi di elettronica. Questi sono stati i primi veri preordini che hanno, nella stragrande maggioranza dei casi, assicurato una PS5 ai fan. Una sola? Non sempre in realtà. Molti hanno prenotato ben più di una console, anche sfruttando il fatto che non tutti gli shop avevano imposto un limite di quantità. Non si tratta di una pratica nuova: il cosiddetto sciacallaggio, bagarinaggio, o, termine meno ingeneroso, rivendita da privato è sempre esistito e sempre esisterà. Alti e bassi della libera economia, certo, ma ci torneremo. Quel che ci interessa sottolineare in questo paragrafo è che, col senno di poi, non sono certo state le console promozionali inviate agli influencer o ai giornalisti a minare le forniture dei negozi. Piuttosto, lo sono stati gli acquisti dei bagarini, dato l’ingente numero di rivendite su Ebay e simili.

Assodato, quindi, che la scarsità di console disponibili extra-prenotazione sia dovuta da un numero di preordini eccezionale, ricordiamo che questi non sono terminati il 17 settembre. Nonostante, ormai lo sappiamo, si sapesse che non ci sarebbero state altre console disponibili a breve. Riprendendo, in alcuni shop online, anche il 25 settembre. Nell’intenzione, quindi, Sony e gli shop nazionali hanno provato ad allentare la pressione sui negozi fisici il giorno del lancio, preferendo distribuire le console in anticipo. Un nobile intento che, però, nell’effettivo ha generato un inaspettato caos… dovuto anche al bug inatteso di un noto sito e-commerce.

PlayStation 5

Il bug del 6 novembre

Lo ricordiamo: la riapertura degli ordini del 25 settembre è stata un unicum dedicato a tutti coloro che, per via dell’incredibile pressione esercitata sui siti di vendita, non erano riusciti a portare a termine l’acquisto; rimanendo con la console nel carrello, o magari in sospeso tra il pagamento definitivo e la conferma dell’ordine. Sin dal 17 settembre, infatti, praticamente nessun sito di vendita online ha sopportato il numero di utenti contemporaneamente connessi per tentare il preorder; risultando in numerosi crash e disservizi. Il link per preordinare la console dal 25 settembre al 2 ottobre, quindi, fu condiviso via mail solo a utenti selezionati, coloro che ne avevano diritto. Ma come in tanti avrebbero avuto modo di scoprire, nonostante le date limite imposte dal 25/9 al 2/10 per i preordini “recall”, come vennero definiti dal sito, il 3 ottobre, sfruttando il link trapelato online, era ancora possibile inserire nel carrello una o più PlayStation 5. E portare così a termine con successo le operazioni di prenotazione. Inizialmente non furono in molti ad accorgersene. Finché non giunse la fatidica data del 5 e 6 novembre; quando il link e l’informazione finirono nelle mani della stampa di settore e di un numero elevatissimo di compratori… e bagarini.

Fin dall’inizio, lo abbiamo detto, il numero elevatissimo di preordini comprendeva tanti possibili rivenditori privati (bagarini); ma nel momento in cui fu chiaro che il lancio di PS5 sarebbe stato così esclusivo, indubbiamente crebbe anche il numero di sciacalli. Pensateci: se poteste preordinare un prodotto a 500 Euro, sapendo che di lì a poco avreste potuto rivenderlo a un prezzo certamente maggiorato, non avreste provato? Forse no, ma l’occasione fa l’uomo “ladro”. E il videogiocatore bagarino.

PS5 a disposizione dei bagarini nei post social…

PlayStation 5 Fase 2: Le follie del 19 novembre, il giorno di lancio

La situazione sfuggì di mano, il numero di ordini fatti con il “bug” del link online, diffuso dai siti specializzati in videogiochi, fu tanto elevato da costringere lo shop, che fino ad allora aveva fatto finta di nulla, ad annullare tutti gli ordini ricevuti dopo il 2 ottobre. Tutti? Non proprio. Perché nel caos generale in molti sono riusciti a ritirare le console prenotate dopo il 2 ottobre nei centri fisici dello shop online. Come? Privando altri utenti delle loro console regolarmente prenotate in precedenza; console che vennero consegnate per errore ad alcuni fortunati preordinatori dell’ultima ora. E se questo scenario vi sembra già abbastanza confuso e paradossale, aspettate: siamo ancora lontani dalla conclusione della nostra storia.

Non senza difficoltà, alla fine si arriva al 19 novembre: il giorno di lancio di PlayStation 5 in Italia. Sony ha confermato da almeno una settimana che non ci saranno console disponibili sugli scaffali, per scongiurare il rischio di assembramenti nei negozi. Tutte le console “da scaffale”, pensano alcuni, finiranno perciò negli stock online dei rivenditori. Che sia così o meno non lo possiamo sapere; se non ascoltando le testimonianze, tutte da verificare, di “cugini, fratelli, parenti vari” che lavorano nei magazzini. Alcuni dei quali, in effetti, fotografano e condividono bancali di console pronte per la spedizione. Sta di fatto che il 19 novembre, come previsto, i siti crashano nuovamente, alcuni ordini di utenti testardi partono dalla mezzanotte, ma vengono cancellati qualche ora dopo. E persino Amazon, la cui potenza dei server non è da mettere in discussione, mostra qualche calo di prestazioni. In pratica, una vera e propria PS5pocalypse. Quando la polvere si posa, più o meno alle 15.00 del 19 novembre, la situazione è la seguente: Amazon ha venduto un numero imprecisato di nuove console in vendita diretta, non in prenotazione. Console che teneva, evidentemente, da parte proprio per il lancio. Mentre quasi ogni altro sito online rimanda i preordini effettuati la mattina del 19 novembre al 15 dicembre. Forse.

E chi ha prenotato? Un buon 90% riceve la console; altri, specialmente da Amazon, dovranno aspettare altri due o tre giorni. I più sfortunati, come i succitati sventurati che hanno “perso” la loro console a causa di ordini cancellati all’ultimo, o a causa di consegne a chi ha ordinato con il bug e altro, ad oggi sono ancora in attesa. Infine, chi non ha prenotato deve affidarsi ai bagarini, che intanto hanno capito che musica suonare. Ma iniziano a temere di finire suonati loro stessi, e non solo metaforicamente…

https://www.youtube.com/watch?v=GU78onsJ5O4&ab_channel=ALLTIME

Bagarini, prezzi folli, furti: il dilemma etico

Il dilemma morale che ne scaturisce non è, e non vuole essere, oggetto di discussione in questa sede. Legalmente, il prezzo di un bene venduto occasionalmente da un privato ad un altro segue le leggi del mercato e gli accordi privati stipulati. Per questo, già il 19 novembre sera le PlayStation 5 sono presenti sui maggiori marketplace di vendita fra privati a prezzi che oscillano dai 700 agli oltre 1000 Euro. E viene effettivamente venduta a quel prezzo, in molti casi. Chi sbaglia, come dicevamo, non è affare di altri che di chi è interessato nelle compravendite sopracitate. Di certo, però, le reazioni dei papabili compratori insoddisfatti non tardano ad arrivare. Ad alcuni le offese verbali, i messaggi vendicativi sui social e le campagne di odio verso i bagarini non bastano. E in America un noto gruppo specializzato in acquisto e rivendita di beni a tiratura limitata viene aggredito e derubato di un ingente numero di console. Contemporaneamente, circolano video di corrieri che decidono di non consegnare le PlayStation 5, tenendole per sé. Per giocarci? Rivenderle? Chissà. Alcuni arrivano ad accusare Sony di aver creato “un sistema”; dimenticano il fatto che a Sony, in effetti, non viene in tasca nulla più del costo delle sole console, che avrebbe venduto comunque (in perdita, ma questo molti non lo sanno nemmeno). E che Sony non ha controllo sulle reazioni infauste degli utenti. Come potrebbe?

Senza contare che spesso, spessissimo, chi predica bene poi finisce per razzolare male. E chi può, che la possegga o meno, se ne ha l’opportunità prova a preordinare un’altra console, “per mio fratello/amico/fidanzata” dicono. Certo, come no. Chiudiamo questo capitolo con quello che sembra uno scherzo di cattivo gusto. Moltissimi ordini gestiti da Amazon, soprattutto in UK, son stati misteriosamente “sbagliati”. E tanti di coloro che hanno preordinato e stavano attendendo la consegna di PlayStation 5 hanno ricevuto… massaggiatori per piedi, macchine per il caffè, o pistole giocattolo NERF.

PS5

PlayStation 5 Fase 3: I codici preordine e il bug-gate

A questo punto, potreste pensare, è tutto finito: Sony dichiara che non ci sono più console invendute, e i nuovi stock sono in produzione per l’anno nuovo. E invece, Sony probabilmente non sa che i rivenditori stanno centellinando le loro scorte per riuscire a gestire con il minor numero di errori possibili gli ordini. Così, il 20 novembre i preorder aprono nuovamente su alcuni siti. Dove non sono state prese precauzioni, le scorte terminano nello spazio di 1 o 2 minuti al massimo. Mentre altri siti, memori di errori passati, decidono di imporre limitazioni, e inventano un sistema di codici. Preordinando la console il 20 novembre, non si sta prenotanto PlayStation 5: ci si sta mettendo in coda per ricevere un codice. Siccome esistono tanti codici quante console disponibili, il giorno dopo, cioè il 21, il sito avrebbe inviato via mail i codici ai primi che si erano messi in coda; consentendo a loro, e solo a loro, di prenotare infine una console next gen. Il risultato? Sui marketplace dei privati compaiono i codici. Con 100 euro ci si assicura teoricamente un preordine, non la console. Quella resta da pagare in seguito allo shop online. Molti sono allettati, in quanto così risparmiano qualcosa rispetto all’acquisto dai bagarini, e sanno che riceveranno comunque la console in tempi teoricamente brevi.

Le truffe sono all’ordine del giorno, i clienti dei bagarini si lamentano, ma poi comprano. E ordinano, in massa. Tutto bene, tutti felici, finché… sullo stesso sito che ha inventato il sistema dei codici, lo stesso responsabile del caos degli ordini bug del 6 novembre, non viene rinvenuto un nuovo, elaborato, bug. Funziona così: si mette la console nella lista dei desideri, e da lì la si passa nel carrello. Così facendo, si bypassa il sistema di codici, e si riesce a preordinare PlayStation 5. Il problema è ancor più grave ed evidente di quanto accaduto il 6 novembre. Infatti, in questi giorni, 2 e 3 dicembre, le prime console ordinate con i bug hanno iniziato ad arrivare. Molte di quelle prese con i codici, invece… no. Coincidenze? Bisogna solo attendere? Fatto sta che i complottisti festeggiano, e additano Sony gridando al “sistemone“. “Le console ci sono!” dicono “Altrimenti come mai stanno arrivando?”. Ma forse, sanno anche loro che gli ordini bug hanno semplicemente sostituito, in un sistema di ordini online invaso di clienti, molti di quelli regolari fatti in precedenza con i codici. Ops.

Quando si dice che PS5 fa anche il caffè.

E ora?

E ora? Chissà. La bolla speculativa di PlayStation 5 in questi giorni continua a gonfiarsi foraggiata dalla richiesta crescente, e da un’offerta fornita con il contagocce. Così, molti che ignorano le regole di base del libero commercio continuano a comprare console da rivendere: vere e proprie bombe a orologeria, che potrebbero scoppiare nelle loro mani prima che riescano a venderle; cioè, quando Sony riuscirà a rifornire degnamente gli store ufficiali. E i bagarini, sistematici o improvvisati, resteranno a bocca asciutta. In una situazione ormai paradossale, PS5 la vogliono tutti: chi per giocarci, chi per rivenderla a chi vuole giocarci. Purtroppo molti di quelli che l’hanno ordinata in estate, i famosi D2, D3, sanno che dovranno attendere davvero fino a febbraio inoltrato. In conclusione: le PlayStation 5 costeranno 1000 Euro (dai rivenditori privati) solo per qualche settimana ancora, probabilmente fino a gennaio 2021. Ci avevano avvisato, ma non ci abbiamo creduto. Ci siamo dimenticati dell’emergenza mondiale in corso, abbiamo ridefinito le nostre priorità in maniera troppo frettolosa. E il risultato è quello che è. Sperando che adesso sia davvero tutto finito, nessuno si aspettava una storia tanto complessa e articolata, dietro una nuova generazione Sony che è partita in quarta, sì, ma è un lusso destinato a pochi fortunati… per ora.