Film horror più spaventosi: dieci da vedere ad ogni costo

Il cinema horror è forse uno dei generi che non soffre mai di momenti di vera stanca, riuscendo sempre a cavalcare la cresta dell’onda anche in periodi dove le idee scarseggiano, spesso sfruttando la potenzialità di universi espansi, di sequel e remake e di richiami a un immaginario mostruoso / spiritico ormai consolidato nel cuore e nell’occhio del grande pubblico. Ma quali sono alcuni tra i migliori film horror del filone? Ben consci che in questa lista mancano molte altre produzioni cult, in ogni caso i titoli che vi proponiamo non possono mancare per un appassionato degno di tal nome.

L’esorcista (1973)

Impossibile non iniziare questa classifica senza citare un cult assoluto del calibro de L’esorcista, un film che ha segnato un’epoca e un immaginario, generando sequel, remake, prequel e quant’altro e ispirando decine e decine di produzioni a tema. L’epica battaglia tra padre Merrin – un magnifico Max von Sydow, attore che non ha certo bisogno di presentazioni – e il demonio è al centro di un film ricco di scene cult, all’insegna di un realismo brutale e morboso, dove la quotidianità di una famiglia viene scossa da un evento sovrannaturale senza eguali, ristabilendo l’asse narrativo della lotta del bene contro il male di stampo religioso, senza voler fare proselitismo. Un’opera immortale per cui rendiamo ancor oggi grazia al compianto regista William Friedkin.

Nosferatu il vampiro (1922)

E non poteva certo mancare in questa lista un grande classico del cinema vampiresco come Nosferatu – Il vampiro, che a oltre un secolo dalla sua realizzazione si conferma ancor oggi spaventoso e inquietante, adombrato da leggende e misteri sospesi tra mito e realtà. Questa versione libera del Dracula di Bram Stoker, romanzo di ispirazione ma del quale non furono ottenuti i diritti, viene raccontata attraverso lo stile espressionista di Murnau, capace di rendere spaventose non soltanto le apparizioni del temibile e mostruoso succhiasangue, ma anche le ombre di un contesto urbano nel quale l’insidia si cela dietro ogni angolo.

The Blair Witch Project (1999)

In molti magari storceranno il naso, ma senza dubbio The Blair Witch Project ai tempi della sua uscita è riuscito a sfruttare non soltanto il passaparola ma anche le voci, in un tempo dove internet non era ancora così diffuso e la ricerca di informazioni non così certa, tanto che si fecero passare per vere le riprese che caratterizzano i quasi novanta minuti di visione. Un’astuta mossa di marketing, certamente, ma anche un racconto piacevolmente terrificante nella “gita nel bosco” dei malcapitati protagonisti, capace di riportare sulla cresta dell’onda il dimenticato genere dei mockumentary.

Ringu (1998) / The Ring (2002)

Non potevamo che inserirli in coppia: il primo perché è l’originale e come tale si assume tutto il merito dell’idea, il secondo perché ne ha diffuso la fama ad un pubblico più ampio, lanciando anche la furba moda dei remake a stelle e strisce dei più riusciti j-horror. Sadako o Samara che dir si voglia a seconda della versione presa in esame hanno terrorizzato gli spettatori, con i loro lunghi capelli neri bagnati e quell’abito bianco, uscendo dalla televisione per imprimere maledizioni che portano a morte certa dopo quei, fatidici, sette giorni. Sequel, reboot e crossover a non finire, ma come i primi capitoli – sia giapponese (Ringu) che americano (The Ring) – non ce ne sono più stati.

La casa trilogia (1981 – 1992)

Lasciamo volutamente fuori i recenti remake per concentrarci sulla trilogia originale e sul genio di Sam Raimi, coadiuvato naturalmente da quell’inseparabile Bruce Campbell assoluto protagonista nei panni di Ash. Un primo episodio a basso budget e più spiccatamente crudo e horror, un secondo che si pone come una sorta di sequel / remake e introduce spunti più leggeri e demenziali e un capitolo conclusivo che “svacca” con intelligenza nel fantasy, all’insegna di risate e soluzioni visive a non finire, ponendosi quasi come irresistibile film per famiglie. Perché la paura ha tanti volti e La casa è uno di questi, a sua modo seminale, dato che ha poi dato origine a una recente serie televisiva sequel e anche a un videogioco.

It Follows (2014)

Difficile spiegare a chi non l’ha visto la sensazione di angoscia costante che crea il film di David Robert Mitchell, che come sottolinea già il titolo vede la sfortunata protagonista ritrovarsi al centro di un’inquietante maledizione durante la quale viene costantemente pedinata da un’entità, ogni volta pronta a presentarsi con un diverso aspetto: un passo lento ma costante, sulla scia dei vecchi zombi romeriani, che non lascia in pace e opprime, con un senso di claustrofobia e fascinoso terrore che avanza progressivamente con lo scorrere dei minuti. It Follows è un gioiellino assunto ben presto al rango di cult, con tanto di sequel annunciato dal titolo They Follow in fase di realizzazione.

The Others (2001)

Forse è vero che dopo la prima visione e aver quindi scoperto il clamoroso cliffhanger che cambia le carte in tavola il film di Alejandro Amenábar perde l’effetto sorpresa, ma in ogni caso The Others rimane un’opera magnifica, elegante e genuinamente spaventosa, dove dietro le dinamiche chiaramente horror si gioca un sottotesto drammatico e malinconico connotato in un periodo preciso storico. Nicole Kidman è la magnifica protagonista di una storia sul rimosso e la solitudine, sulla consapevolezza di se stessi e su un sentimento atavico che si avvinghia eternamente alle fondamenta di una casa non soltanto materiale.

Alien (1979)

Ed ecco ovviamente il primo, iconico, capitolo di una saga che ha fatto la storia del cinema, di genere e non. Lo xenomorfo fa la sua prima apparizione nel cult firmato da Ridley Scott, ad oggi prototipo ineguagliato in quanto ad atmosfera – sì, Aliens – Scontro finale (1986) è altrettanto eccelso, ma in ottica blockbuster. In Alien la paura cresce minuto dopo minuto, tra scene cult che hanno terrorizzato lo stesso, inconsapevole, cast, preparando il campo a quella resa dei conti finale tra l’alieno e Ripley, una Sigourney Weaver diventata eroina indimenticabile.

Suspiria (1977)

Primo capitolo della Trilogia delle tre madri, Suspiria è la summa del cinema di Dario Argento, un film rosso sangue non soltanto per le suggestive scelte cromatiche che “dipingono” la scuola di danza frequentata dalla giovane protagonista, ma anche perché l’emoglobina scorre ovviamente a fiotti in scene memorabili che hanno fatto la storia del genere. Il mistero si annida nel cuore dello spettatore, con l’iconica colonna sonora firmata dai Goblin ad accompagnare la discesa degli inferi della incredula Susy Benner, pronta a scoprire suo malgrado come le streghe non siano soltanto frutto di leggende.

Shining (1980)

Sappiamo che lo stavate aspettando, ed ecco qua immancabile l’adattamento, controverso e non apprezzato dallo stesso Stephen King, del romanzo cult del Maestro del Brivido letterario, trasposto su grande schermo da sua maestà Stanley Kubrick. Un Kubrick che ha apportato molte modifiche, dando vita ad un’opera magnifica e febbrile, che ci accompagna nella progressiva discesa nella follia di Jack Torrance, con il ghigno di un diabolico Jack Nicholson a renderlo ancora più spaventoso del dovuto, ascia in mano o meno che sia. Shining è un film “luccicante” e sontuoso, che vanta anche un tardivo sequel, ovvero Doctor Sleep (2019), che vede per protagonista il qui piccolo Danny in una tormentata – e non poteva essere altrimenti – versione adulta.