Quando negli anni ’90 i supporti basati su cartuccia e floppy-disk (senza dimenticare le mitiche cassette per C-64 e Spectrum) iniziarono a cedere il passo a favore dei primi titoli videoludici su CD-Rom, gli sviluppatori videro infinite possibilità nel nuovo sistema, che dalla sua aveva una maggiore quantità di memoria e un sonoro molto più sofisticato. Possibilità che vennero in gran parte sprecate, dal momento che spesso ci si limitava a riempire i CD di filmati compressi e doppiaggi vari, senza cambiare le meccaniche di un titolo e talvolta riducendo anche il gameplay al minimo indispensabile (un nome tra tutti: il demenziale Night Trap). Sono stati necessari quasi tre decenni prima che gli sviluppatori, complice anche la maggiore capacità di calcolo delle piattaforme, iniziassero a creare titoli basati in modo intelligente sulla visione e l’analisi di filmati. Un esempio lo troviamo in Her Story e Telling Lies. Su questa scia si colloca anche questo The Operator, opera prima di Bureau 81 presentata al Future Game Show. L’avventura ci mette nei panni di un agente dell’FDI (se l’acronimo vi ricorda qualcosa, è voluto) impegnato in una serie di indagini da risolvere esaminando filmati, file, fotografie, testimonianze varie, registrazioni audio e reperti catalogati nell’archivio. Come spesso accade in questo genere, il gameplay si basa su meccaniche punta e clicca e su una visuale che trasforma il nostro PC (il titolo è previsto su Steam il terzo trimestre di quest’anno) in una centralina di ricerca, permettendo così anche una notevole immersività.
The Operator: mi chiamo Tanner, e sono un agente dell’FDI
L’avventura di Bureau 81 ci mette nei panni di Mr Tanner, un analista dell’FDI al suo primo giorno di lavoro. Dopo il benvenuto del supervisore Xavier Skinner i colleghi, senza darci nemmeno il tempo di ambientarci, inizieranno subito a riempire la nostra postazione di casi da risolvere, tra omicidi, scomparse di persone, attacchi informatici e tutto il catalogo dell’apprendista investigatore. Per fortuna, ad aiutarci, oltre al nostro cervello, avremo a disposizione vari database, programmi per analizzare i file audio e video, un blocco per le note e altri strumenti informatici.
Moderni Sherlock Holmes
Le meccaniche messe in campo da The Operator non si allontanano da quanto già visto in produzioni simili, ma la carne messa al fuoco sembra essere molta e varia. A mano a mano che riceveremo telefonate dagli agenti impegnati sul campo, dovremo aiutarli analizzando numerosi indizi disponibili nel database dell’FDI. Lo scopo è quindi quello di dare direttive ai nostri colleghi, e per farlo bisognerà trovare collegamenti tra i filmati delle telecamere di sorveglianza, i nomi delle persone coinvolte, le analisi facciali e le precedenti attività dei sospettati, i reperti custoditi in archivio e connessi a casi simili, le targhe dei veicoli e tutta una serie di fotografie, file audio, mappe GPS e altro. La fotografia di un proiettile custodito nei magazzini dell’FDI, ad esempio, potrebbe essere confrontata con dei fori balistici rinvenuti sulla scena di un delitto, la voce registrata di un sospetto incrociata con delle precedenti intercettazioni telefoniche o ambientali. Non manca la possibilità di prendere appunti e sfruttare ulteriori abilità informatiche per sventare attacchi di cybercriminali. La mole di attività investigative è quindi alta, e non si limita, come in altri titoli, a una semplice analisi dei filmati. Bureau 81 promette inoltre che ogni caso sarà connesso a una storia unica, rendendo il titolo un’esperienza varia e godibile.
Ma quanto è evocativa quella postazione retro?
Anche dal punto di vista tecnico, The Operator non sfrutta nulla di nuovo, ma va anche detto che non è un genere videoludico basato su poligoni pompati, riprese spettacolari ed epiche scene cinematiche. Il lato visivo si affida a una sorta di fotorealismo e a un’efficace riproduzione di un’autentica postazione informatica, permettendo così di immedesimarsi nell’avventura. Gli indizi a nostra disposizione sono abbastanza definiti e ricchi di dettagli. E non potrebbe essere altrimenti, vista la natura investigativa del titolo, che impone di esaminare bene ogni particolare. Originale l’idea di dotare il nostro terminale di un grazioso aspetto retro, che lascia anche intuire come l’avventura si svolga nei primi anni del duemila. Per quanto riguarda il lato sonoro è ancora presto per giudicare ma, considerando il genere, ci si aspetta il classico corredo di voci registrate, effetti sonori del sistema operativo e musiche adatte al contesto. Non sappiamo ancora se il titolo verrà localizzato in italiano
The Operator, per sua stessa natura, è un’avventura di nicchia. Non sembra sfruttare idee nuove, ma prende quanto di efficace è stato fatto da altri sviluppatori in titoli dello stesso genere. La quantità di azioni da effettuare, le indagini varie e la mole di indizi a disposizione, se ben sfruttate da Bureau 81 a livello di meccaniche e longevità, potrebbero rendere questo The Operator un ottimo esordio per l’azienda, permettendole in futuro di ritagliarsi un suo posto in questo genere di produzione.
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