Maniac

Maniac Recensione V mensile

Maniac si pone come un clone senza vergogna di GTA II, dall’estetica al gameplay. Lo spoglia di tutto ciò che lo definisce come gioco e ne mantiene solamente la modalità spacca tutto. Se è vero che guarda al secondo capitolo della saga di Rockstar come un papà, la mamma è certamente Vampire Survivors. Mamma che ha generato prole come fosse un coniglio, saturando un genere relativamente nuovo nel giro di un anno.

Maniac
Datemi un carro armato,
e vi spaccherò tutto!

Non fatevi beccare!

In Maniac si vestono i panni di uno squilibrato che proprio quel giorno ha deciso di darsi alla devastazione totale. Dal Babbo Natale sbronzo, al Clown omicida. Da una tenera bimbetta con un serio problema nel gestire le proprie emozioni, al tizio degli Hot Dog, che, in fondo, è il tizio degli Hot Dog, come dargli torto se è stufo di tutto e tutti… 

Quindi si esce di casa, o si scappa dall’ambulanza che ti stava trasportando al manicomio, e inizia la strage. L’obiettivo di Maniac è quello di raggiungere il più alto livello possibile di ricercato commettendo una quantità inimmaginabile di omicidi e furti fino allo scadere del tempo assegnato. Dopodiché, la città viene atomizzata e vissero tutti felici e contenti… I Maniac, almeno. Man mano che salgono le stellette ricercato, il dispiego di forze dell’ordine cambia in crescendo di potenza e assurdità. Ci tufferemo in rocamboleschi inseguimenti pieni di esplosioni hollywoodiane nel tentativo di sfuggire a semplici sbirri, per scontrarci successivamente con i carri armati dell’esercito e la tecnologia aliena del governo. Per difendersi dalle forze del bene, i nostri cari Maniaci hanno a disposizione ogni veicolo che incontrano, sì anche i carri armati, e tutte le armi che riescono a raccattare. Inoltre con ogni uccisione, con ogni danno a proprietà pubblica o privata, appariranno sulla strada dei sonanti dollaroni utilizzabili nel menù principale per potenziare le abilità di ogni singolo personaggio. Abilità che sono suddivise tra quelle base, uguali per tutti, e quelle specifiche, diverse per ogni Maniaco. Al raggiungimento di alcuni obiettivi verranno sbloccati dei mascalzoni extra come il broker o Yuri il cosmonauta. Senza ombra di dubbio, il titolo di Transhuman Design è uno spasso incredibile, almeno per le prime ore di gioco. Tutto funziona come dovrebbe, e non potrebbe essere altrimenti, visto che, come già detto, la base è quella di GTA II. Il problema si pone quando sono passate queste prime ore. Le città, anche se generate casualmente all’inizio di ogni partita, sono davvero troppo simili. La sensazione è quella di girare e girare continuamente sulle stesse strade. Dopo solo un paio di run (o poco più) non avrete più nulla di nuovo da sbloccare, il resto sta tutto nelle abilità del vostro deviato preferito che, arrivati a quel punto, sarà così potente da devastare una nazione intera ad occhi chiusi.

Maniac
Ma che allegra comitiva…

Conclusioni

Più che un gioco vero e proprio, Maniac è un passatempo, un fidget toy, un anti-stress. Buono per scaricare i nervi o per una partita al volo, ma dopo averlo spolpato in un paio d’ore, quello che rimane è davvero poca cosa.

Leggilo gratis in versione impaginata e sfogliabile su V – il mensile di critica videoludica n. 1