The Alters Recensione: gli altri siamo noi

The Alters Provato Xbox

Noi siamo il prodotto di un lungo percorso di scelte che abbiamo compiuto. Non possiamo tornare indietro da quel che abbiamo deciso di fare della nostra vita. Ma se potessimo conoscere una versione di noi stessi che ha intrapreso un’altra strada? The Alters di 11 Bit Studios propone proprio questa opportunità: creare cloni di noi stessi per sopravvivere in condizioni ostili. Il concept sembra molto semplice ma in realtà, mette alla prova il giocatore e la sua capacità di fare le scelte strategiche più opportune. E non solo. Abbiamo avuto l’opportunità di recensirlo su PC, dopo averne saggiato la demo di qualche mese fa e le sensazioni positive di allora, sono state assolutamente confermate. Se siete interessati a capire di cosa si tratta, continuate a leggere.

Un pianeta pronto ad ucciderci se non siamo attenti alla pianificazione.

The Alters: un pianeta pronto ad ucciderci

Il protagonista è Jan Dolski,  minatore e operaio, mandato in una missione spaziale con un gruppo di esploratori alla ricerca del “rapidium”, materiale misterioso e dalle caratteristiche miracolose, per conto della Ally Corp. L’atterraggio sul pianeta di destinazione finisce in tragedia e lui è unico sopravvissuto. Dopo essere riuscito a raggiungere la base, Jan è costretto a dover continuare la missione ed è a questo punto che scopre le peculiari proprietà del rapidium: consente la creazione di cloni che incarnano una scelta di vita diversa da quella di Jan originale. Gli Alters. Oltre a possedere un carattere distinto, hanno anche specializzazioni proprie come il medico, il botanico o lo psicologo. Insomma, Jan capisce che dovrà creare queste copie per poter sopravvivere dato che il pianeta è attraversato da micidiali radiazioni  in grado di uccidere chiunque e l’unico modo di salvarsi è allontanare la base operativa dal sole diretto.

La scrittura del gioco si sostanzia principalmente nei dialoghi che intercorrono tra gli Alters e Jan, svelando tutte le sfumature emozionali che ognuno di essi prova. In particolare, è interessante scoprire le reazioni del protagonista verso i percorsi di vita dei propri sé come la scelta di intraprendere particolari studi universitari o di lotta sindacale. In realtà, non è una dinamica nuova per 11 Bit Studios che già aveva dimostrato di saper padroneggiare questo tipo di sceneggiatura con l’ottimo This War is Mine ma se in quest’ultimo dovevamo fare i conti con altre persone in una zona di guerra, qui abbiamo a che fare con noi stessi e le scelte che abbiamo compiuto.

The Alters
Ogni clone ha i suoi personali drammi, insicurezze e regole morali. Saremo pronti a gestirli?

Una scala di grigi

Il capire e comprendere bene tutte le sottigliezze di ogni singolo dialogo diventa assolutamente essenziale per decidere il da farsi: avremo molte scelte etiche da dover compiere e ognuna di esse comporta delle conseguenze davvero molto impattanti. In The Alters non esiste il bianco o il nero ma una enorme zona grigia con cui dover fare i conti. Se dovessimo riassumere il concetto in poche parole, quello che dobbiamo fare è sperare di prendere la decisione “meno peggio” delle altre. Gli esiti hanno ripercussioni tangibili, non sempre immediate e sta a noi monitorare accuratamente l’umore dei nostri compagni. Ognuno di essi ha esigenze, moralità e etica propria e il non gestire adeguatamente queste caratteristiche può facilmente portare all’ammutinamento o a gesti sconsiderati: un alters arrabbiato con noi può distruggere le attrezzature o se particolarmente depresso, può decidere di togliersi la vita e far fallire la missione.

Un elemento molto particolare è il ritrovamento di oggetti personali come tazze, foto o strumenti che possiamo consegnare personalmente ad ognuno di essi. Nella nostra run, ci siamo ritrovati a possederne qualcuno che non abbiamo riconsegnato al legittimo proprietario perché non avevamo il clone giusto. Anche la presenza di questi beni sono spiegati attraverso la lore di gioco.

The Alters
Gestire gli spazi della base diventa un gioco di equilibrismi tra un limite e l’altro.

Cercare di salvare la baracca

The Alters si presenta come un titolo che innesta elementi survivor e strategici in un’unica amalgama e ha il suo collante nella narrazione. Di fatto, quello che il giocatore fa è costruire strutture che garantiscano le risorse sparse per la mappa, costruire le attrezzature in grado di rimettere in moto la base madre e gestire l’equipaggio. Anche scegliere l’Alters giusto al momento giusto, può determinare o meno il fallimento della run di gioco. E’ possibile tamponare gli eventuali errori ma risulterà molto più difficile e complicato, stante il fatto che abbiamo un tempo limite per fuggire.

Proprio per questo, il team ha previsto molti slot salvataggio (ogni volta che si dorme) con cui ritornare sui propri passi. L’esplorazione è essenziale non solo per reperire le risorse ma anche per trovare oggetti utili alla convivenza civile come gli oggetti descritti nel precedente paragrafo o film da vedere insieme alla crew. Ovviamente sono previsti ostacoli da affrontare come rocce che bloccano il percorso, anomalie da dover sconfiggere e scalate da dover fronteggiare.

Per questo, il titolo presenta diverse interfacce di upgrade e ricerca scientifica con cui migliorare o scoprire tecnologie utili come stanze comuni, miglioramenti delle stazioni estrattive o della tuta spaziale. Sicuramente, la più interessante è quella dedicata alla clonazione: fondamentalmente è un filamento neuronale da cui partono le derivazioni/svolte di vita dei vari Alters. Ognuno di essi ha la propria cronologia degli eventi per arrivare, tutti quanti, al momento in cui si sono aggregati al progetto spaziale. Ovviamente, ogni clone ha caratteristiche specifiche, ad esempio il minatore padroneggia più efficienza estrattiva, l’operaio è più veloce nel costruire oggetti e così via. Quanti e quali sono, sta a voi scoprirli.

Saranno nostri cloni ma sono diversissimi da noi.

The Alters: misure contro la ripetitività

Uno dei problemi che affliggono questo tipo di opere è la ripetitività, soprattutto per quanto riguarda le meccaniche di farming. The Alters riesce a ovviare a questo problema inserendo una dose di varietà negli ostacoli. Ad esempio, le anomalie sono i “nemici astrofisici” del gioco e sono dei nuclei avvolti da una sorta di campo magnetico appena visibile. Man a mano che si avanza, ne avremo alcuni che comportano una distorsione del tempo, altre che provocano una alterazione della visibilità a schermo. Spesso ci ritroveremo con dei mix di queste anomalie da dover sconfiggere a suon di raggi di luce. Farmarli ci garantisce anche una discreta quantità di materiali da dover raffinare nelle postazioni apposite. Anche gli ostacoli naturali possono variare da rocce a campi magnetici che azzerano l’energia della nostra tuta spaziale.

Ma non solo, anche la posa dei vari punti estrattivi richiede una certa perizia: essi devono essere connessi alla base madre attraverso dei piloni da piazzare strategicamente nella mappa e usarne il minimo indispensabile, consente di risparmiare in materiali per costruirne. Inoltre, la gestione dell’hub principale è una sorta di mini gioco ad incastri a causa dei limiti di superficie, peso e richieste specifiche dell’equipaggio imposti dal gioco. A fare da cornice ludica c’è un limite di tempo giornaliero al riparo dalle radiazioni ed è possibile modificare le ore dedicate al lavoro, relax e sonno. Qualora decideste di continuare le attività fuori dall’orario di impiego, i tempi di produzione saranno molto più lunghi.

Ognuno ha il suo compito ma non sempre le cose filano per il verso giusto e dobbiamo improvvisare.

Piccoli dettagli

Un altro elemento che abbiamo particolarmente apprezzato è la presenza di storyline per ogni Alters e le missioni principali si adattano ad essi in base alla loro inclusione al party. Farvi degli esempi concreti potrebbe portarci a spoilerare alcuni passaggi di gioco quindi lasciamo a voi scoprire queste finezze. Le ambientazioni sono per lo più brulle e desolate ma godono di quello strano fascino alieno che ben si adatta al tono della narrazione e al tema del gioco. 

Un piccolo neo del titolo è la mancanza di un adattamento in italiano che consentirebbe una migliore fruizione dei dialoghi e degli scambi tra Alters da parte di coloro che non padroneggiano le lingue straniere. Ciononostante, non abbiamo trovato grandi difficoltà nel capire i sottotitoli considerando il ritmo non sostenuto del gioco. A parte questo, non abbiamo ravvisato problemi tecnici sebbene sia prevista una patch correttiva al Day One.


The Alters è un titolo davvero molto affascinante che mescola sopravvivenza a meccaniche gestionali proprie da cozy-game. Il tutto condito da una scrittura intima che usa lo scambio dialogico come punto di forza e che non si limita ad esporre la propria trama. Grazie anche al tema centrale della clonazione, ci siamo ritrovati a vivere virtualmente, una esperienza che abbiamo potuto solo immaginare: “come saremmo stati se avessimo fatto scelte diverse?”. Una trama che si arricchisce di un gameplay che interpreta egregiamente il concept di gioco e riesce ad allontanare lo spettro della ripetitività, sempre dietro l’angolo in titoli del genere. The Alters si pone come un’opera che necessita di riflessione e bisognosa di una pianificazione a medio e lungo termine e può essere non ideale per coloro che necessitano di qualcosa di più action. Ciononostante, risulta essere un titolo davvero ben progettato e concepito, restituendo a pieno la fantasia che si propone di trasporre al giocatore e può essere considerato tra i migliori indie del periodo.


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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