Questo E3 è stato piuttosto particolare. Nonostante Sony, Microsoft, Ubisoft e compagnia avessero diverse postazioni con giochi di tutto rispetto, quasi in sordina Nintendo aveva il suo bel padiglione con il nuovo The Legend of Zelda: Breath of the Wild che da solo attirava gente come una calamita. Ho visto personalmente gente appostarsi davanti le porte ore prima dell’apertura dei cancelli per poter correre allo stand di Nintendo e provare con mano la nuova avventura di Link, e a qualsiasi ora la fila era sempre enorme. L’attesa per il gioco quindi è altissima, e anche io non nego che lo attendo con ansia, ed è arrivato il momento di raccontare cosa ho visto durante la mia prova privata da Nintendo.
La dimostrazione si è divisa in due parti: nella prima avevo 15 minuti di gioco libero in cui esplorare Hyrule e prendere confidenza con i comandi, nella seconda avrei provato il primi 15 minuti della storia. Una volta impugnato il pad di Wii U e avviata la demo il colpo d’occhio di Hyrule è sorprendente: la grafica mi ha ricordato un misto tra lo stile artistico di Skyward Sword e il cell-shading di Wind Waker, creando una combinazione che sicuramente vi lascerà a bocca aperta. Rispetto ai primi trailer ho travato tuttavia qualche dettaglio in meno, in particolare per quanto riguarda la quantità e la qualità dell’erba: forse dipende anche dalla zona in cui mi trovavo e dal fatto che si tratti di un codice non definitivo, ma in ogni caso Wii U non ha mai puntato sulla grafica spaccamascella… a quello come detto ci pensa la direzione artistica, e sotto questo punto di vista Breath of the Wild non ha avuto eguali tra tutti i giochi dell’E3 a mio parere.
I comandi di Link sono piuttosto familiari per chi ha esperienza con la serie, tra attacchi, schivate, uso di gadget, scudi e armi secondarie, ed è possibile effettuare brevi scatti finché non esaurisce una apposita barra della stamina. Ciò che invece risulta una novità è tutto un sistema di crafting che permette a Link di raccogliere oggetti e materiali per creare nuovi equipaggiamenti, oppure utilizzare le armi dei nemici sconfitti. Inoltre come in un GDR classico l’equipaggiamento non ha solo una funzione estetica, ma ogni capo di abbigliamento e arma ha le sue precise statistiche, permettendo a Link di essere sempre più forte e pronto per le sfide più impegnative. Nella prima parte della prova ho quindi girato in lungo e in largo per la bellissima Prateria di Hyrule, liberando alcuni piccoli avamposti di nemici e provando le varie armi, partendo dalle classiche spada e scudo passando per l’arco, la clava e l’ascia da taglialegna, con cui tra l’altro si può effettivamente tagliare qualsiasi albero presente per poter ricavare legna o far cadere il tronco contro i nostri avversari.
Ad un certo punto ho scoperto una grande pietra con delle rune luminose, e uno degli assistenti che mi hanno guidato durante la prova mi ha spiegato che quello era l’ingresso per uno degli oltre 100 mini-dungeon che saranno presenti nel gioco. Come da tradizione per essere completati è richiesto l’uso di uno specifico gadget, per cui nella versione finale potrebbe capitare di trovarne uno ma essere momentaneamente impossibilitati ad arrivare alla fine. Quello che ho provato richiedeva l’uso di una runa che fungeva magnete, per cui tutti gli enigmi erano basati sullo spostare varie piattaforme metalliche per superare gli ostacoli. Una volta capito il meccanismo in pochi minuti sono riuscito ad arrivare alla fine senza troppe difficoltà ed essere ricompensato con un tesoro, ma rimane da vedere nel gioco completo effettivamente quanto saranno complicati e vari questi mini-dungeon… e soprattutto quelli principali.
Una volta finito il tempo ho provato la storia, per cui se non volete SPOILER sui primi minuti di gioco vi consiglio di saltare i prossimi due paragrafi. Una misteriosa voce chiama il nostro Link, che a quanto pare era rimasto addormentato in una specie di vasca in un tempio per gli ultimi 100 anni. La voce ci spiega che Hyrule è caduta sotto il dominio di Ganon, e che solo noi possiamo fermarlo… un incipit abbastanza classico quindi, ma sempre di impatto. Link si sveglia con addosso solo delle mutande, per cui la prima cosa che troveremo saranno dei bauli contenti dei pantaloni e una semplice maglietta, e una sorta di “tablet” che reagisce a determinate rune per aprire passaggi, oltre a numerose altre funzioni, e l’assistente ha spiegato che quello sarà il nostro principale strumento per ottenere e immagazzinare informazioni. Una volta usciti dal tempio la telecamera ci mostra la spettacolarità di Hyrule con una visione dall’alto, e finalmente il logo di Breath of the Wild ci conferma che l’avventura è appena iniziata.
Non avendo nessuna arma raccolgo un semplice ramo… le statistiche di attacco come prevedibile sono bassissime, ma pur sempre meglio di niente. Scendendo lungo i sentiero incrocio un misterioso viandante presso un falò, e parlando scopro che si possono dare alcune risposte multiple, anche se ho l’impressione che il risultato non cambi molto e porti sempre alla stessa risposta, ma non ho avuto modo di provare se effettivamente cambi qualcosa. Il viandante mi offre una torcia e un’ascia da taglialegna, e mi indica un luogo che farei meglio a visitare, anche se rimane molto vago sulle informazioni e soprattutto sulla sua identità . Una volta raggiunto sconfiggo qualche nemico e raccolgo il loro equipaggiamento, poi una volta arrivato a destinazione la stessa voce che ci ha risvegliato ci suggerisce di appoggiare il “tablet” su una postazione, e le rune reagiscono attivando un meccanismo. Un filmato mostra come delle enormi torri siano apparsi in tutta Hyrule, e subito dopo il misterioso viaggiatore riappare chiedendoci come abbiamo fatto e se per caso abbiamo sentito delle voci, borbottando qualcosa su come non siamo delle persone normali ma destinate a grandi imprese. Infine ci rivela che il Castello di Hyrule è il luogo dove dimora il malvagio Ganon, e dopo averci chiesto conferma se intendiamo recarci lì ci spiega che la Piana dove si trovano è un luogo sopraelevato e che per raggiungere il Castello dovremmo scendere nelle terre contaminate dalla da Ganon, ma l’unico modo per non morire da quell’altezza è usare un aliante… e che guarda caso lui ne ha uno. Ovviamente non è gratuito, e il viaggiatore ci chiede di recuperare un artefatto con cui potrà scambiarci il suo aliante.
Purtroppo a questo punto si è conclusa la demo, per cui non sapremo mai come sarebbe continuata la storia… almeno fino a quando il gioco non arriverà finalmente nei negozi il prossimo anno. Dalla mia prova comunque non posso che essere soddisfatto, e confermare che l’attesa per questo nuovo capitolo di Zelda è più che giustificato. La struttura open world, il crafting e gli equipaggiamenti potrebbero stravolgere in parte la formula a cui siamo abituati, ma anche solo con pochi minuti di prova il feeling non ne ha risentito più di tanto, e potrebbe essere una ventata d’aria fresca nella serie. Attendiamo quindi il gioco completo, ma The Legend of Zelda: Breath of the Wild si preannuncia come un titolo che da solo dovrebbe convincervi a comprare una Wii U… o la prossima Nintendo NX.
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