Striscia la Notizia e i videogiochi violenti: e se avesse ragione?

Striscia la Notizia, il popolare programma di contro-informazione satirica di Antonio Ricci su Canale 5, ha mandato in onda venerdรฌ 23 gennaio un servizio sui videogiochi violenti classificati come “vietati ai 18 anni” che vengono in realtร  venduti ai minori. Il tema spinoso e i toniย usati dal servizio (un mix di ostilitร , superficialitร  e furor scandalistico, peraltro ingredienti che a mio avviso sono quelli fissi del format Mediaset in questione) hanno scatenato un pandemonio tra noi del settore, con diverse voci della stampa specializzata che si sono levate contro Striscia la Notizia. Potete farvi un’idea leggendo il pezzo pubblicato a caldo da Videogiochi.com.

Premesso che siamo tutti d’accordo sul valore del Videogioco e sul fatto che ci siano opere di spessore (come il GTA V preso a esempio da Striscia senza essere citato esplicitamente) destinate a un pubblico adulto e pertanto legittimamente forti, controverse ed estreme, mi chiedo se non siamo ormai diventati tutti ipersensibili al problema e quindi incapaci di contestualizzare il discorso. Mi spiego meglio.

Il servizio, che potete vedere da qui (il terzo: “Videogiochi violenti”), pur mostrando una cattiva disposizione verso il Videogioco (il che รจ certamente criticabile), affrontava solo una semplice questione: รจ giusto che un minore possa tranquillamente comprare un videogame adulto (classificato PEGI 18) come GTA V? Un’attrice di Striscia, fingendosi minorenne, chiedeva ai negozianti di venderle lo stesso il gioco e, due volte su due, lo otteneva. Saranno veri o no? Non ve lo so dire, ma ho infiniti esempi sulla stessa linea. La stragrande maggioranza deiย negozianti di videogiochi vende tutto a tutti… e legittimamente, non essendoci una norma in vigore che glielo vieti.

A questo punto io credo che invece di scagliarci contro Striscia la Notizia, sarebbe piรน utile e interessante aprire una discussione costruttiva sul tema trattato dal servizio, che รจ una questione seria da non sottovalutare. Altrimenti rischiamo di essere l’idiota che guarda il dito che indica la Luna.