Recensione Corsair M65 PRO RGB

Sono ormai lontani i tempi dove Corsair era un marchio che si dedicava all’hardware per appassionati di computer con sole memorie ram o dissipatori. La strada fatta è stata molto lunga e dal lancio della linea da Gaming si è arrivati ad essere un marchio di riferimento ben consolidato anche negli eSports. L’offerta è ora completa e tra tastiere, cuffie e lapdog(!), oggi vi parlo del mouse M65 Pro RGB, periferica cablata di punta della casa californiana per quanto riguarda i topi da gioco.

Sì, c’è il fatidico acronimo a tre lettere, RGB, che implica la possibilità di modificare l’illuminazione dei led inclusi in modo dinamico e graduale e che imperversa in tutti i nomi di hardware gaming usciti da un anno a questa parte. Che tanto fatidico in fondo non è, visto che per quanto utile possa essere agli appassionati della personalizzazione, in molti casi è più vantaggioso ai reparti marketing. Anche i riferimenti sono più o meno fatidici. Tuttavia le aspettative per l’M65 non si abbassano certo per questo.Se lo Scimitar è la controparte dedicata ad MMO ed RTS, Corsair pone questo mouse come il top per gli sparatutto: telaio in alluminio, 12000 dpi di tracciamento, 8 tasti garantiti per 20 milioni di clic e massa regolabile tramite i pesi metallici incastonati (fin troppo) alla base. Lo ho provato per circa due settimane in diversi scenari per testarne l’affidabilità e le funzionalità, preparatevi a tanti micro dettagli che possono sembrare inutili all’utente casual, ma cruciali per chi vuole giocare competitivamente, dove ogni sensazione tattile deve essere perfetta.

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Resistenza e durata garantite dall’alluminio.

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La prima cosa che salta all’occhio e alla mano (solo destra, non è per mancini) è la qualità costruttiva generale che Corsair ha riposto in tutto il prodotto. La struttura in alluminio che riveste, oltre all’interno della rotella, l’intera superficie superiore cui viene a contatto il palmo e indice e medio. Non il resto delle dita, ben aggrappate ad una plastica ruvida (non ho individuato il materiale, chiederemo a Corsair) che fa benissimo il suo lavoro, non fa sudare la pelle e migliora la presa in generale, e la precisione ne beneficia. Prima della prova ero molto dubbioso su ciò che avrebbe restituito la particolare scelta dell’alluminio. Da una parte ero sicuro del comfort e della longevità, mi chiedevo se il grip nell’uso ne avrebbe risentito data la scivolosità della liscezza del materiale. Fortunatamente non ho mai avuto problemi grazie alla grandezza dei due tasti principali che compensano i rari momenti dove le dita possono spostarsi. Quello di cui ero sicuro invece era la resistenza e la durata garantita dall’alluminio. Nei miei trascorsi ho sempre avuto a che fare con mouse dai materiali plastici o gommosi, che negli anni si sono inevitabilmente degradati. Il mouse, che si giochi o meno è la periferica più a contatto con le mani e uno di alto livello deve assicurare longevità. Nella struttura dell’M65 Pro RGB, questo è sicuramente il punto forte.

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8 tasti configurabili e 3 punti luce RGB

Passando ai tasti e alla loro disposizione, c’è più di una nota da sottolineare. Essendo dedicato agli sparatutto, i tasti sono 8 e l’unico che si aggiunge al solito insieme di questo tipo di mouse è quello sul lato sinistro, che presenta un mirino da cecchino, poiché Corsair ne ha immaginato l’utilizzo come cambio al volo dei DPI tracciati, che si traduce in quanto il puntatore si muove veloce su schermo (e quindi la telecamera del personaggio in gioco), di conseguenza potete abbassarli con un clic e mirare con più precisione quando puntate con un fucile da lunga distanza. Pur essendo abituato a cambiare i DPI tramite i canonici due tasti posti dietro la rotella, che anche nel profilo di base restano dedicati a questo scopo, ho provato il suggerimento di Corsair in Counter Strike: Global Offensive (CS:GO) e non mi sono trovato male. Non penso di utilizzarlo in futuro non essendo abituato, ma il problema è semmai la disposizione di questo tasto di dimensioni piuttosto generose. Come vedete nelle immagini è posto nel mezzo della parete sinistra del mouse, praticamente all’altezza della falangetta del pollice e, come potete immaginare, nei critici di spostamento veloce può capitare di premerlo accidentalmente. Non mi è accaduto spesso, anzi, potrei dire una volta su dieci, ma chi gioca competitivamente non può tollerare il minimo errore, e in fondo sarebbe bastato porlo all’altezza dei tasti laterali o leggermente più avanti. A proposito dei laterali, la questione può essere soggettiva visto che sono sottili e dalla resistenza leggera. Personalmente non mi dispiacciono, potevano essere forse leggermente più larghi. Tasto “da cecchino” a parte, su cui alla fine ho impostato una macro con doppio clic sinistro, più comoda per l’utilizzo fuori dal gaming, tutti gli altri si comportano direi egregiamente: ho sempre usato mouse da gaming di alto profilo ma la risposta dei due tasti principali in alluminio è la migliore che abbia mai avuto. Pratici, veloci e che danno un feedback cristallino. Se avete l’occasione, provateli. Oltre ai clic anche la precisione del sensore si è dimostrata davvero eccezionale. Il Pixart PMW336x regala accelerazione e decelerazione fino al puntamento perfette nel feedback, senza mai un attimo di incertezza. Chi gioca ad altissimi livelli (non io ovviamente) può trarne sicuramente beneficio, potendo calibrare ogni parametro dal software incluso, di cui discuteremo in seguito.

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Accelerazione e decelerazione fino al puntamento perfette.

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Nella questione di esperienza generale di utilizzo va a influire anche il form factor scelto e il peso totale. Per il primo, Corsair ha scelto di dare M65 Pro una grandezza importante, soprattutto in larghezza. Anche in questo caso si riflette in un risultato che può essere giudicato soggettivamente: io che sono abituato a mouse completamente ergonomici e dall’impugnatura “low profile” (palmo completamente appoggiato al mouse) ho dovuto abituarmi a non avere la mano con le estremità delle dita ad artiglio, ma più larghe del solito. Se in contesti come Starcraft Civilization VI questo non ha influito minimamente, negli sparatutto come il già citato CS:GO è stato più faticoso spostarmi agilmente, ad esempio nei rapidi cambi di pochi gradi di visuale. Avendo le mani abbastanza grandi il problema non è stato enorme, ma se avete mani piccole o esili può essere un limite di cui tener conto. Di sicuro dovrete gestire al meglio il peso totale, modificabile a piacimento grazie alla possibilità dello svitamento delle zavorre alla base dell’M65 Pro. Sono tre, ognuna pesa poco meno di 5 grammi, agganciata con una vita di circa 1,8 grammi, per un peso complessivo, se incluse tutte, di 20 grammi totali. L’esperienza cambia totalmente, soprattutto nei giochi, dove mi sono trovato meglio con una solidità maggiore negli strategici e con più leggerezza negli sparatutto o in altri titoli lo spostamento con le sole dita aveva maggiore importanza. Purtroppo la scelta di far sganciare i pesetti metallici solo tramite l’uso di un cacciavite è limitante, soprattutto se giocate a titoli diversi tra loro anche per genere. Stare ogni volta a svitare e riavvitare fa perdere tempo e annoia e rischia anche di farvi rovinare la scanalatura delle viti se non avete un cacciavite dalla punta piatta di grandi dimensioni.

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Anche la base è in alluminio e ospita le 3 zavorre e il sensore Pixart, oltre al led RGB in coda.

Lato software la suite resta la stessa a cui ci ha abituato Corsair. Se avete già una periferica gaming RGB dello stesso produttore, vi basterà collegare il mouse e si aggiungerà alla lista dei dispositivi gestiti. Chiara ed efficace, con la Corsair Utility Engine potete impostare a piacimento qualunque opzione vi torni utile, dalla configurazione dei profili dei tasti alla tanto acclamata selezione di quale colore i led devono essere illuminati. Non ci sono lati negativi da evidenziare, la suite è completa ed efficace e fa il suo lavoro in modo rapido. La chicca che riesce a distinguere questo software dai concorrenti, è la calibrazione in base alla superficie. Vi farà muovere il mouse ad una certa rapidità per capire l’attrito generato e calibrerà di conseguenza la precisione del sensore. Non i DPI, giustamente, che restano a discrezione del giocatore. Il discorso dell’utilità di più di 6000 DPI di precisione è ancora vivo, ma sempre relativo all’uso che ne fate, e non è questo il momento per discuterne. Con 6 step di modifica, troverete in ogni caso la vostra configurazione ideale. Tutte le configurazioni sono salvate direttamente nel dispositivo così da portarle direttamente con voi anche su altri computer.

Nonostante qualche difetto innegabile nella scalabilità, grazie all’elevata precisione, la qualità costruttiva e l’efficacia non solo nei giochi rendono l’M65 PRO RGB un acquisto assolutamente consigliato se state cercando un mouse di alto livello per gli sparatutto, o uno completamente configurabile e resistente a tanti anni di utilizzo, magari nell’editing. Una volta trovato la giusta calibrazione in peso e precisione, potete pretendere il massimo dall’M65 Pro RGB.