Recensione Seasons After Fall

Seasons After Fall è un gioco molto particolare, in quanto appartiene alla stessa categoria di cui fa parte anche Unravel, titolo simile a quello trattato per ambientazione e stile di gameplay. Ciò che salta subito all’occhio, sono la grande passione e la cura con cui sono stati realizzati gli scenari, capaci di immergere il videogiocatore in un mondo magico e guidarlo attraverso i suoni della natura. Swing Swing Submarine ci stupisce ancora dopo Tetrobot & Co. a distanza di sei anni, trascorsi lavorando allo sviluppo di questo capolavoro artistico, con un puzzle-platform 2D. Il primo impatto, che sarà sicuramente quello visivo, unito al comparto audio, permetterà al player di sentirsi parte dell’avventura, la quale muta in tempo reale intorno a lui. Il gameplay semplice ed intuitivo è un mix perfetto: il potere di cui si dispone evidenzia alcuni elementi con cui poter interagire, a seconda della stagione o scenario in cui ci si trova. Questa funzione è stata ideata per spingere l’utente ad esplorare in ogni sua parte ciò che lo circonda, e risolvere così tutti gli enigmi che si presenteranno nel corso della storia. Seasons After Fall cerca infatti di toccare sia i sentimenti di chi gioca, sia la mente, affiancandogli un grande bagaglio educativo lungo tutto il percorso, che egli compie attraverso i vari livelli.

Il viaggio che ci invita ad intraprendere Seasons After Fall ci mette subito davanti ad una realtà confusa ma vera: non importa quanto siamo piccoli di fronte al mondo, possiamo sempre fare la differenza. Non mancano scene malinconiche, addirittura tristi, struggenti e suggestive. Altre volte saremo cullati da una musica rilassante e confortevole, insieme a momenti di epifania, di libertà e spensieratezza. Il meraviglioso gioco di emozioni che questo titolo cerca di creare, trova il suo picco più alto proprio nei momenti iniziali, andando lentamente a scemare fino ad un finale (duplice), disperdendo quasi completamente ogni traccia del bagaglio emotivo che il player si è portato dietro nel corso del viaggio. Tutt’altro è in realtà ciò che l’opera vuole dimostrare: non è impegnativa. Il gameplay rimane fluido e scorrevole e allontana la tensione o la frustrazione, dato che non pone particolari sfide, se non quella di usare l’ingegno. Questa singolare scelta stilistica riesce in pieno nel suo intento, pur mancando di convinzione, a volte, per quanto riguarda la narrazione. Difatti i concetti sono chiari e arrivano diretti, creando da subito un legame che permarrà fino alla fine.

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Non mancano scene malinconiche, addirittura tristi, struggenti e suggestive. Altre volte saremo cullati da una musica rilassante e confortevole, insieme a momenti di epifania, di libertà e spensieratezza.

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La nostra storia inizia da un piccolo seme, che dal cuore profondo della foresta, dovrà farsi largo fra i suoi simili e salire in superficie, dove lo attende il suo destino. Guidati dalle parole di una calda e rassicurante voce femminile, che ci accompagnerà durante i nostri primi passi, riaffioreremo in superficie. Lì ci attendono una grande radura rigogliosa che brulica di piccole creature, prati e ruscelli dalle mille sfumature colorate. Giunti al Santuario del bosco faremo la conoscenza di un seme più erudito, a cui ricollegheremo la voce sentita inizialmente. Ci verrà affidata una missione importante quanto pericolosa: riportare l’equilibrio, rimettendo in moto il ciclo naturale del tempo, grazie al compimento di un rituale sacro. Per far ciò, dovremo addentrarci in ogni angolo esplorabile e risvegliare i quattro animali guardiani, ognuno dei quali ci donerà uno speciale frammento che ci permetterà di controllare una determinata stagione.

Il primo guardiano che incontreremo.

La nostra debolezza e inesperienza però, sarà compensata dal fatto che non viaggeremo da soli. Prenderemo infatti possesso di una piccola e agile volpe, con la quale andare a cercare il primo guardiano: l’Orso, il monarca dell’inverno. In pochissimo tempo avremo il pieno controllo delle stagioni, ma perché il rituale è così importante? Quali terribili avvenimenti potrebbero accadere? Perché occorre riunire tutti i guardiani in una singola occasione? Ogni enigma risolto non farà che aumentare i nostri dubbi al riguardo, rivelando una storia complessa e intrecciata, come le radici profonde della foresta da cui tutto è iniziato. Soltanto alla fine, come piccoli pezzi di un puzzle, i nostri pensieri si collegheranno tra loro, dando vita ad un disegno ben definito, un’intensa riflessione sul proprio ruolo come entità vivente e sul senso di appartenenza ad una famiglia, non per forza composta da forme di vita uguali, ma che vivono tutte in uno stesso ecosistema.

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Ogni enigma risolto non farà che aumentare i nostri dubbi, rivelando una storia complessa e intrecciata, come le radici profonde della foresta da cui tutto è iniziato.

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Utilizzando il joystick o premendo un tasto assegnato, il nostro semino utilizzerà il potere conferitogli per modificare il flusso delle stagioni, trasformando sia l’ambiente che le sue caratteristiche. Ad esempio, una piccola pozza d’acqua in inverno sarà ghiacciata, così come in autunno soffierà più vento che in estate, mentre in primavera, grazie alle piogge, il livello dell’acqua si innalzerà. Alternare i vari scenari sarà la nostra prima necessità, al fine di superare ogni ostacolo. In ogni caso, tutto ciò con cui potremo interagire sarà messo in risalto, un piccolo aiuto per consentire al giocatore di prendere dimestichezza con le meccaniche in poco tempo.

Un esempio di mutazione dell’ambiente.

Purtroppo le combinazioni sono soltanto quelle già nominate, a volte infatti, il gameplay tenderà ad essere ripetitivo, ma l’aggiunta di particolari elementi di gioco ovvierà a questo problema, arricchendo ancora di più l’esperienza finale. Una volta presa confidenza con il pattern di comandi, il titolo inizierà a scorrere in modo naturale e piacevole, lasciando dietro di sé un’immersiva scia musicale; altro elemento unico di quest’opera. Esaurite tutte le opzioni, eccetto rari casi, la griglia di azioni per superare ogni enigma non sembra ampliarsi ulteriormente.

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Una volta presa confidenza con il pattern di comandi, il gioco inizierà a scorrere in modo naturale e piacevole, lasciando dietro di sé un’immersiva scia musicale, altro elemento unico di quest’opera.

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Sicuramente un pizzico di complessità in più, soprattutto nei punti morti della trama, avrebbe giovato molto al gioco. Ben presto si capirà come l’autunno sia la stagione predominante, utile, se non indispensabile, nella maggior parte dei casi. In conclusione, il gameplay è ben bilanciato, il rapporto tra difficoltà e abilità richiesta per superare le sfide la maggior parte delle volte, è sulla stessa linea d’onda. Il problema si presenta quando questo equilibrio non c’è, le due cose infatti faticano a coesistere in alcuni casi, facendo crollare appena l’atmosfera magica e più caratteristica del gioco.

Esempio di landscape a tema autunnale.

L’unica, se non la più grande sfida in Seasons After Fall, è l’orientarsi nella foresta. Non disponendo di una mappa, quando si devono ripercorrere più e più volte gli stessi sentieri, resta davvero difficile districarsi tra i mille anfratti del mondo di gioco. Difficoltà particolarmente apprezzata, dato che accentua ancora di più la vastità dell’ambiente che ci circonda, tranne quando vagheremo per ore alla ricerca di un indizio per risolvere l’enigma di turno e, puntualmente, ci accorgeremo che è sempre stato davanti ai nostri occhi. Effettivamente non ci sono indicazioni sul dove o come si svolgerà la missione successiva, l’unica guida di cui potremo fidarci sarà soltanto ed esclusivamente l’intuito. Le vie poco visibili o nascoste sono dietro l’angolo e possono sfuggire alla nostra vista senza problemi. Queste particolari scelte però, rivelano le vere potenzialità del prodotto: viene lasciato il completo controllo del tempo e delle azioni del player, senza alcuna imposizione, se non necessaria, sullo svolgimento della trama. Se qualcosa si perde in alcuni puzzle, perché simili fra loro, il tutto viene riguadagnato subito dopo grazie all’estrema cura del level design.

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Man mano che la storia giunge alla sua fine, questa componente darà il meglio di sé, facendo schiudere definitivamente il guscio, dove i nostri dubbi si sono annidati per tutta la durata della partita.

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Man mano che la storia giunge alla sua fine, questa componente darà il meglio di sé, facendo schiudere definitivamente il guscio, dove i nostri dubbi si sono annidati per tutta la durata della partita. Seasons After Fall propone un’avventura di circa 8 ore, per chi vuole assaporare in ogni sua parte la magnificenza artistica che Swing Swing Submarine ha da proporre. Si può quasi dire che il quadro che ci viene presentato non abbia niente a che fare con la piccola volpe, né con il semino, nostro compagno di avventure, bensì ad un viaggio all’interno di noi stessi. Così come le perplessità si radicano in noi, ponendoci davanti a mille ostacoli e altrettanti enigmi, allo stesso modo un piccolo seme può germogliare ed accumulare l’esperienza necessaria a trovare il suo equilibrio, all’interno di un mondo mutevole e pieno di imprevisti, come lo sono le stagioni stesse. I disegni ad acquerello donano all’insieme un tocco di colore leggero, dando la possibilità di ammirare il paesaggio in ogni sua parte. Ultimo ma non per importanza, davvero ottimo il doppiaggio, sottotitolato in italiano, soprattutto della voce che ci accompagna durante i primi momenti di gioco.

La piccola volpe si muove sinuosamente, attraverso un’immensa foresta, colma di meraviglie, priva di pericoli. L’inverno incombe, il primo fiocco di neve si posa sul suo manto scarlatto, per un attimo tutto resta immutato e scintillante, il ghiaccio riflette la personalità fredda e rigida del suo guardiano, che possiede però un cuore caldo. Irrompe poi l’autunno, con un turbine di foglie rossastre e secche, simbolo di impulsività, ma anche di passione: è il turno della primavera, stagione delle piogge, in cui tutto si risveglia, simbolo di rinascita e di forza interiore. Infine l’estate, in cui la vita raggiunge il suo picco più alto. La volpina si guarda attorno, mentre le stagioni mutano, una dopo l’altra, ascoltando i loro suoni, memorizzando i loro colori, e finisce per addormentarsi, cullata da una magica e soave melodia.