John Carmack: “Il Samsung Gear VR è migliorabile”

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La presentazione di John Carmack, CTO di Oculus VR , si è incentrata principalmente sul Gear VR, il visore di Samsung che viene utilizzato assieme al Note 4. Nonostante molte persone sono state impressionate da ciò che può fare il Gear VR, per Carmack ci sono ancora diverse cose da migliorare, soprattutto lo sfarfallio dello schermo e la mancanza di sensori che rilevino il posizionamento.

Lo sfarfallio è dovuto agli schermi dei dispositivi mobili che non riescono a refreshare l’immagine abbastanza velocemente. Questo potrebbe essere un problema a lungo termine perché è improbabile che nel futuro prossimo gli schermi per smartphone subiscano un aumento di prestazioni in termini di refresh rate; il mercato VR inoltre è incentrato sugli schermi Samsung attualmente che non sopperiscono questo problema.

Una delle cose che stanno sperimentando per ovviare questo problema è l’interlacciamento. Questo è un meccanismo del display che si divide in due fasi: nella prima fase vengono create le linee di pixel con numero pari, nella seconda fase vengono create quelle dispari. Le fasi sono talmente così rapide che notarlo è impossibile; questa è una tecnica “vecchia” in quanto veniva largamente usata nei vecchi monitor a tubo catodico perché, data la tecnologia limitata, era l’unica soluzione per riuscire a raggiungere alte risoluzione. Se questo stratagemma, pensato da Carmack, dovesse funzionare, uno schermo per dispositivi mobili da 60 Hz potrebbe potenzialmente offrire il doppio, cioè 120 Hz.

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C’è da dire che è una scelta che va un po’ contro corrente: sempre più utenti preferiscono la tecnologia progressiva (dove l’immagine viene ricreata ogni volta da pixel a pixel) piuttosto che quella interlacciata, perché il flusso delle immagini sullo schermo è più fluido.

Anche il tracciamento della posizione è difficile da implementare: si stanno cercando di creare dei meccanismi ibridi con i sensori dello smartphone (magnetometro, giroscopio, fotocamera) al fine di prendere più informazioni possibile sull’ambiente esterno e quindi tracciare al meglio la posizione del giocatore. Tutti questi esperimenti sono ancora in fase di prova e ci vorranno mesi e mesi di testing.

Carmack, durante la presentazione, ha sottolineato il suo entusiasmo per la tecnologia 3D a 360 gradi che possiedono alcune videocamere 3D citando artisti come Next VR, Jaunt e Felix and Paul Studios.

Il sogno di Carmack è vedere milioni di persone con un visore di realtà virtuale e supportava anche l’idea avuta da Google, la Google Cardboard, perché metteva in comunicazione gli utenti comuni con i benefici della realtà virtuale senza ricorrere a soluzioni “premium” come l’Oculus e simili. Ovviamente l’esperienza non è la stessa perché il Cardboard era comunque fatto di cartone ed era privo di sensore, ma è stato comunque un inizio. Delle riproduzioni del Cardboard su internet si trovano facilmente a pochi euro e permette anche a chi non ha mai provato questa tecnologia di farlo tramite il proprio smartphone.