Daydream VR e le 13 regole per gli sviluppatori

Daydream reveal
Durante il Google I/O 2016 sono stati presentati vari aspetti del futuro HMD firmato Google, dal design del visore fino a quello del suo controller.
Parlando di quest’ultimi, Google ha anche definito 13 regole per chiunque volesse realizzare applicazioni pensate per funzionare su un Daydream VR:
1) “L’applicazione deve installarsi correttamente e funzionare senza che il team debba sistemare crash frequenti.
Un pò scontata come regola, ma è sempre bene non dimenticare le basi.
2) “L’applicazione mantiene i 60FPS durante una sessione di gioco su uno smartphone Daydream-ready?
Google non accetta prodotti male ottimizzati.
3) “Puoi utilizzare l’applicazione senza dover rimuovere il cellulare dal visore?
Può sembrare banale, ma dover togliere il cellulare per accettare i vari permessi che le app richiedono e poi reinserirlo è qualcosa di piuttosto fastidioso, e Google non vuole che si verifico certi scenari.
4) “L’applicazione rimane in modalità landscape quando il cellulare viene ruotato?
Vedersi lo schermo ruotare e passare dalla modalità landscape a quella verticale mentre si gioca sarebbe qualcosa di parecchio irritante, poichè limiterebbe le possibilità di movimento oltre che rendere l’esperienza di gioco di difficile fruizione.
5) “Non mostrare la barra di sistema.
6) “Evitare di posizionare oggetti così vicini all’utente da non potergli permette una messa a fuoco chiara.
7) “L’applicazione continua ad aggiornare la posizione del display in base al movimento della testa anche durante i caricamenti?
Perchè questa regola? Semplicemente per evitare che che la calibrazione del display si regoli in maniera scorretta ogni volta che parte un caricamento e che mantenga quella impostata in origine dall’utente.
8) “Se l’applicazione ha una linea orizzontale visibile, deve rimanere stabile.
9) “Il movimento della telecamera deve essere iniziato dalla volontà dell’utente.
Il motion sickness non sembra apprezzare questi ostacoli al suo lavoro!
10) “Descrizione e screenshot devono rappresentare accuratamente la natura dei conenuti del prodotto.
E con questa, Google mette le mani avanti anche contro i troll che vogliono spacciare un horror disturbante per un gioco dedicato all’infanzia.
11) “Il controller non deve limitarsi solo ad aprire e chiudere l’applicazione, ma deve essere utilizzato per interagire.
Google quindi non vuole giochi basati esclusivamente sul movimento dello sguardo e vuole espressamente che il controller venga utilizzato dall’utente.
12) “L’applicazione deve avere un’icona specifica per VR.
13) “I plugins disponibili per Unity e Unreal Engine dovrebbero permettere agli sviluppatori di realizzare in modo semplice delle anteprime a 360° del loro prodotto.
Queste sono le 13 regole condivise da Google che concentrano i loro esperimenti e la ricerca nel campo della realtà virtuale. Non ci resta che aspettare per alte notizie sul futuro Daydream VR e sulle applicazioni pensate in funzione di esso.