Wilson’s Heart: un terrificante noire in bianco e nero

Gli amanti degli horror sono un pubblico particolarmente difficile. I più sofisticati sono sempre pronti a manifestare la loro impassibilità di fronte a qualcosa di già visto, che ha già spaventato, e che quindi, non ha più alcun potere di suscitare in loro un qualsiasi sentimento di ansia o terrore. Ma diciamocelo: se non siamo quei tipi particolarmente impressionabili, con rispetto parlando, un horror che non sia realizzato in maniera perfetta difficilmente conquisterà il pubblico di appassionati. E se invece bastasse solo cambiare la prospettiva? Per aumentare il senso di realismo, alcuni hanno provato a realizzare film dove le scene vengono riprese da una telecamera che gli stessi personaggi della storia utilizzano per filmare gli orrori a cui assistono. Ma il problema è sempre lo stesso: la paura vera la si sperimenta da protagonisti in prima persona. Ha quindi seguito il boom di giochi horror che miravano a consumare lentamente la psiche del giocatore, e la formula ha dimostrato di muoversi nella direzione giusta, poichè l’utente, che non era uno spettatore esterno al gioco della preda e del cacciatore, diventava la preda. Tutti quanti, però, condividono uno stesso elemento: lo schermo. Il distacco emotivo che genera la consapevolezza di stare al sicuro dietro uno schermo rende molto più difficile attivare tutti quei processi mentali dell’essere umano per stimolare le sue reazioni da preda, le quali saranno capaci di generare in lui il Terrore con la T maiuscola. Il prossimo passo è la realtà virtuale. Oggi vi parliamo un pò di Wilson’s Heart, un horror in VR sviluppato dalla Twisted Pixel caratterizzato da evidenti toni retrò, a partire dal fatto che è realizzato completamente in bianco e nero. La storia si svolge all’interno di un ospedale psichiatrico apparentemente abbandonato, e vivremo (letteralmente) le vicende di Wilson, il protagonista.

Una delle qualità che gli conferisce una marcia in più a livello di immersività la identifichiamo in personaggi ben realizzati, graficamente, psicologicamente ed anche espressivamente, grazie ad un cast di doppiatori che annovera professionisti quali Peter Weller, Rosario Dawson e Alfred Molina. Ma c’è una cosa che fa davvero brillare Wilson’s Heart: l’uso eccellente dell’Oculus Touch. Forse qualcuno avrà presente Heavy Rain, interessante esperimento di David Cage, in cui ogni piccola azione, dall’aprire la porta al maneggiare un oggetto, erano eseguiti con delle simulazioni tramite il controller che, in un certo senso, davano una sensazione che quell’azione fosse effettivamente eseguita da noi. Diciamo che forse Cage era troppo in avanti nel futuro con le idee, perchè tutto quello che in Heavy Rain simulavamo col controller, su Wilson’s Heart lo faremo con le nostre stesse mani, trasformando azioni che normalmente avremmo sempre eseguito premendo il tasto ‘X’ in momenti di pura emozione e immersività. Wilson’s Heart è previsto per il 2017 su Oculus Rift e rappresenta un titolo decisamente interessante per chiunque non vedesse l’ora di indossare i Touch per poter toccare con mano il mondo di angoscia e inquietudine visto attraverso gli occhi di Wilson una volta indossato il nostro visore.