Nessun rebrand di Oculus. La smentita anche da Facebook

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Vi abbiamo aggiornato di recente riguardo la smentita da parte di Brendan IribeCEO di Oculus VR, su una notizia proveniente dal New York Times. Secondo il quotidiano, Facebook avrebbe pianificato di imporre il proprio logo a Oculus Rift e ridisegnarne anche l’interfaccia hardware. Sulla testata giornalistica Nick Wingfield e Vindu Goel scrivono infatti:

“Secondo una persona coinvolta in questa nuova collaborazione, alla quale non è stato permesso di parlare pubblicamente da entrambe le compagnie, Facebook ha nei suoi piani di ridisegnare l’hardware di Oculus e ribrandizzarlo con un’interfaccia apposita e un logo”. 

A sfatare il mito questa volta ci pensa un portavoce del social network, che ha parlato con il noto sito di tecnologia TechCrunch. Secondo la fonte, il rumor “non sarebbe vero e non sarebbe nello spirito della nostra relazione con Oculus”. La cosa, del resto, avrebbe decisamente poco senso. Facebook al momento non ha mostrato l’interfaccia virtuale di cui parla il NYT, per cui pare molto strano che addirittura sia in progetto di sostituirla con quella di Oculus. Del resto, basta guardare al passato per avere un’idea chiara delle politiche d’acquisizione di Facebook. Né Instagram né Whatsapp, recentemente acquistati dal colosso del social networking, hanno subito modifiche alla propria interfaccia.

Quindi, come vi abbiamo già anticipato in un precedente articolo, il team di Palmer Luckey al contrario sarà libero di continuare a operare indipendentemente. Anche in questo caso, la relazione tra Facebook e Instagram è, forse, indicativa di come si strutturerà quella con Oculus VR. Facebook contribuisce infatti a Instagram fornendo finanziamenti per la ricerca e lo sviluppo, oltre a nuovi talenti, favorendo la crescita del servizio. Solo vantaggi, quindi? Non è quello che pensano gli appassionati di realtà virtuale su Internet (gli utenti reddit in prima linea), ancora sconvolti dalla notizia e convinti che Facebook porterà solo sciagura nel regno dorato di Palmer Luckey.