Oculus Rift rivoluziona anche i concerti

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In un futuro, non troppo lontano, i posti in prima fila per assistere a un concerto saranno illimitati. Il celebre regista di video musicali Chris Milk ha dato vita a un esperimento nel quale il cantante Beck si esibisce dal vivo suonando “Sound And Vision”, una cover di David Bowie, e lo spettatore, attraverso un visore Oculus Rift, può vivere l’esperienza musicale esattamente come se fosse presente accanto al musicista durante tutto lo spettacolo.

La performance denominata “Hello Again” ci permette di rivivere ogni momento del concerto sotto diversi punti di vista a 360°, non solo visivamente ma anche uditivamente.

La tecnologia che ha permesso tutto ciò, oltre al visore Oculus VR, proviene da due sistemi di registrazione molto sofisticati, la Binaural Head e 6 telecamere GoProsThat. Ma esaminiamone una alla volta. Il sensore, ricostruito sulle proporzioni di una testa umana, nasconde dei microfoni binauriali che assorbono il suono tramite orecchie in lattice situate al posto degli occhi.

Questi padiglioni, che simulano il nostro sistema uditivo, si ripetono per ogni lato della testa, in modo tale da registrare il suono proveniente da ogni direzione. Allo stesso modo le sei telecamere GoProsThat, vicine alla Binaural Head, riprendono a 360° l’ambiente circostante.

Questi due strumenti sono stati posizionati in tre punti diversi della sala, in modo tale che, in qualsiasi momento, possiamo passare da un punto di vista all’altro tramite un menu multiscreen visualizzabile all’interno del visore VR.

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L’auditorium circolare era circondato da 160 musicisti di ogni genere, un quartetto d’archi, ottoni, e un coro gospel. Invece di sentirci bloccati e limitati dai posti a sedere, in VR possiamo muoverci liberamente attorno al palco, riuscendo a osservare la performance da più prospettive.

L’emozione di stare al fianco del cantante mentre suona uno dei nostri pezzi preferiti, non è paragonabile alla scomoda presenza fisica, fastidiosa quanto una cattiva visuale o la pessima compagnia di un pubblico troppo concitato che copre la voce del nostro beniamino.

L’esperienza virtuale non solo ci trasmette nuove sensazioni, ma ci rende protagonisti nell’esperienza artistica stessa. Chris Milk spiega: “Il mio interesse primario con la tecnologia è quello di raccontare storie che colpiscono l’uomo a livello emotivo, non sono interessato alla tech demo. Non importa quanti peli ha un pennello, ma quanti dipinti si possono fare con esso.”

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Immaginatevi se ogni spettacolo fosse registrato in diverse versioni, senza necessariamente la presenza fisica di un pubblico. Grazie alla realtà virtuale gli artisti sarebbero in grado di esprimere sempre al meglio il proprio genio creativo, regalandoci esperienze sensoriali ed emotive difficili anche solo da immaginare.

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