Com’eravamo: la realtà virtuale nel 1993

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Ci piace sempre tornare indietro nel passato e scoprire come veniva percepita la realtà virtuale durante i primi anni ’90, ossia quando tale tecnologia sembrava essere sulla cresta dell’onda ma non c’erano ancora a disposizione i mezzitecnologici adeguati per renderla possibile su larga scala.

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Un blog americano ha pubblicato una vera e propria chicca, ossia le scansioni di un libro dal titolo Garage Virtual Reality, di Linda Jacobson, che si concentra sulla storia della realtà virtuale e spiega la teoria e gli sviluppi che sono stati fatti fino al 1993, anno della pubblicazione. Il volume promette di fornire tutte le istruzioni necessarie per costruire un visore VR fatto in casa, assieme a dei software appositi con cui utilizzarlo. A vederle oggi, queste pagine ingiallite fanno quasi tenerezza, ma ci fanno anche riflettere su un fatto. Se guardate bene il design proposto, infatti, non differisce poi di molto da quello di Oculus Rift.

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Del resto, come avviene spesso nella storia delle invenzioni, non è chi arriva per primo molto spesso a cambiare il mondo. Proprio come successo con il popolarissimo Pong di Bushnell, ispirato a sua volta al Tennis contenuto nel Magnavox Odyssey, la prima console mai uscita inventata da Ralph Baer, troppo avanti con i tempi però per avere successo. La stessa cosa è successa con la realtà virtuale: ci voleva il giusto mix di tecnologia e design per trasformarla nell’oggetto del desiderio che è diventata oggi, e l’ingresso di Facebook nell’equazione rappresenta senza dubbio l’ultimo tassello per il suo definitivo sdoganamento. Se volete vedere tutte le scansioni del libro, potete seguire questo link.

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